Il Governo a un bivio: sceglierà di aiutare la burocrazia o di dare lavoro ai giovani?

Nell’edizione in edicola oggi del quotidiano il Giornale  è pubblicata, a tutta pagina, una lettera aperta indirizzata al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio. Una lettera che Conftrasporto ha deciso di far pubblicare per diffondere il più possibile una proposta lanciata sabato scorso al Transpotec, una delle più importanti fiere dedicate al settore dei trasporti, e che è stata condivisa e apprezzata da moltissimi giovani: sia quelli presenti all’evento sia la marea di persone che ne sono venute a conoscenza attraverso il web e il social. Una proposta semplicissima e forse proprio per questo, efficace (o almeno lo speso): togliere all’Authority dei trasporti i contributi che la stessa autorità ha chiesto alle imprese di autotrasporto per affrontare proprie “spese interne” e utilizzarli invece per offrire risposte concrete alle istanze occupazionali del mondo giovanile, condivise dal Governo. Non facendo pagare alla categoria denaro in più utile solo al mantenimento di una sovrastruttura “burocratica” ma investendo le medesime risorse per favorire l’occupazione giovanile assegnandole a un fondo gestito dall’Albo degli autotrasportatori per abbattere i costi  necessari a ottenere l’abilitazione alla professione di conducente.  In questo modo potremmo consentire a moltissimi neodiplomati, alle prese con pochi soldi in tasca e prospettive di lavoro anche inferiori, di poter conseguire la patente C e la carta di qualificazione del conducente, la cosiddetta Cqc, con costi ridottissimi. Stiamo parlando di tagliare dell’80 per cento una spesa non indifferente e difficilmente alla portata di molti giovani visto che si tratta di 5 o 6 mila euro. In questo modo si  determinerebbe, grazie a un’azione combinata scuola-lavoro, un risultato positivo che potrebbe innescare, ove si introducano agevolazioni di carattere fiscale-previdenziale, opportunità di lavoro per dei giovani professionisti adeguatamente formati. Significherebbe spalancare nuove strade a moltissimi futuri professionisti del volante, chiamati a guidare Tir che sembrano ormai vere astronavi e che richiedono competenze tecnologiche sempre più alte, ma anche a futuri manager del trasporto e della logistica, settori in cui il Paese negli ultimi anni ha pagato un conto elevatissimo. Il tutto togliendo fondi  a un’Authority dei trasporti che probabilmente non ne ha neppure diritto: nella lettera aperta al ministro Delrio viene infatti sottolineato come il mondo dell’autotrasporto, a giudizio di Conftrasporto e non solo, non sia assoggettato all’obbligo del contributo, convincimento condiviso per ben due volte dal suo stesso ministero. Migliaia di imprenditori del trasporto (rimasti peraltro sconcertati  di fronte alla volontà del Governo di voler trovare a tutti i costi il denaro per  coprire dei maggiori costi determinati dal completamento degli organici dell’Authority e non invece i soldi per implementare gli organici degli uffici delle Motorizzazioni e non tener così bloccati, per una semplice revisione, moltissimi mezzi) pur fra mille difficoltà sono ancora disponibili a investire denaro, ma vogliono che questo ulteriore sforzo abbia un obbiettivo “vero”: non mantenere una struttura autoreferenziale, ma partecipare allo sforzo necessario a far ripartire l’occupazione nel settore del trasporto, oggi sempre più assicurata da operatori provenienti da Paesi esteri. La proposta, avanzata al Transpotec è stata applaudita  da coloro che lavorano e che cercano lavoro. L’augurio è che il mondo politico faccia lo stesso e colga così l’occasione per dimostrare di viaggiare sulle stesse strade del “mondo reale”.

Per leggere la lettera aperta pubblicata su Il Giornale cliccate qui.

Paolo Uggé presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio

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