Tir usati per attentati? Chi trasporta materiali pericolosi va sorvegliato metro per metro

“È impensabile controllare tutti, ma creare una rete di controlli sarebbe un deterrente, anche se questo non potrò mai dare la certezza di evitare il ripetersi di simili tragedie”. A chiedere di “stringere le maglie dei controlli e alzare il livello dei requisiti di sicurezza per le imprese dell’autotrasporto”, all’indomani del probabile attentato ai mercatini di Natale di Berlino compiuto lanciando un Tir fra la folla è Paolo Uggè, presidente di Conftraporto e vicepresidente di Confcommercio che denuncia come in circolazione ci siano “automezzi che sono bombe viaggianti, che trasportano prodotti chimici che, se si rovesciano, possono creare problemi drammatici. Immaginiamo cosa può fare una autocisterna con 30mila litri di acido o di gas. Può provocare una strage di dimensioni inimmaginabili.”L’Austria”, ha spiegato Paolo Uggé ai giornalisti dell’agenzia LaPresse, “ha chiesto che tutti i mezzi che arrivano sul suo territorio che vengono da Paesi extra Ue debbano compilare un formulario una settimana prima. Bisogna applicare questo criterio a tutta Europa e per tutti i mezzi, anche quelli europei. In questo modo, grazie alle telecamere già presenti sulle strade, saranno immediatamente intercettati i mezzi non autorizzati. Sul formulario le aziende dovrebbero essere tenute a indicare il titolare dell’azienda, l’autista, il percorso, il carico. I controlli a campione così potrebbero facilmente individuare situazioni anomale”. “Ho provato ad avanzare questa proposta già recentemente, dopo il ritrovamento casuale di armi su un automezzo, ma non ho ottenuto risposta” ha concluso il presidente di Conftrasporto. “Prevalgono le valutazioni di natura economica”, ma se siamo di fronte all’emergenza questa va affrontata. Se non interveniamo, poi non piangiamo sul latte versato. Bisogna affrontare la questione a livello europeo tenendo conto delle esperienze di chi conosce il settore. Estendendo innanzitutto a tutti i mezzi le tecnologie che vengono già adottate: le imprese che fanno trasporti internazionali sono molto strutturate e hanno strumenti per sapere dov’è il mezzo e quello che succede nella cabina. Se il camion che ieri ha compiuto la strage a Berlino fosse stato dotato di questo sistema, sarebbe stato possibile per l’impresa rendersi conto che era entrato in città, abbandonando il percorso prestabilito. La strada è quella di dare vita “a un sistema unico per interfacciare tutte le informazioni. Certo, c’è un problema di privacy con le telecamere, ma in questi momenti bisognerebbe essere tutti più severi. Siamo in fase di guerra”.

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