L’autotrasporto riparte con Delrio: “Lui conosce già i problemi, non occorrerà rispiegare tutto”

Da Delrio a Delrio. La conferma del ministro alle Infrastrutture e Trasporti piace al mondo dell’autotrasporto. Che non ha tempo da perdere e deve ripartire subito con nuovo slancio. “Avevo auspicato nelle mie comunicazioni alle nostre realtà territoriali che al dicastero dei Trasporti fosse assicurata la continuità politica”, dichiara il presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè. “Il motivo evidente è legato al rapporto che si è instaurato con il ministero che, in caso di cambiamenti, avremmo dovuto ricostruire nel tempo. Tempo che il nostro settore non ha, considerate le urgenze e le tante questioni aperte sul fronte dei trasporti e delle infrastrutture”. A breve ci saranno le nomine dei sottosegretari, in merito ai quali, spiega Uggè, “l’auspicio è identico, per avere la possibilità di confrontarci con chi già conosce i problemi del settore”.


Come spiega una nota di Conftrasporto, “adesso si guarda avanti: in ballo ci sono, per cominciare, il Documento programmatico (che dovrà essere approvato entro la primavera del 2017) nel quale andranno elencate le infrastrutture prioritarie con le relative strategie; la consistenza e l’impiego del Fondo per le infrastrutture; il compimento della Riforma dei Sistemi portuali”.
“Non dimentichiamo che ci stiamo confrontando con un sistema economico globale dove i trasporti giocano un ruolo strategico e che l’Italia ha ancora molto terreno da guadagnare”, spiega Paolo Uggè. “Conftrasporto continuerà anche a sollecitare l’intervento del nostro Governo in Europa perché si attivino misure di contrasto del dumping sociale in ogni comparto di questo settore, e con particolare riferimento all’autotrasporto. Siamo pronti a collaborare, come già stiamo facendo, anche all’interno della Comunità europea, per ‘costruire’ un comune campo da gioco che preveda regole uguali per tutti, dal costo del lavoro alla burocrazia, al fisco. Se il nostro Paese non capisce l’urgenza di queste misure, le imprese italiane saranno costrette ad affrontare la concorrenza spietata e sleale di altri Paesi comunitari, in particolare quelli dell’Est, con le disastrose conseguenze che abbiamo già avuto modo di conoscere”.

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