Sistri, telenovela sempre più scandalosa: ora i trasportatori non possono più fare la class action

Il Sistri è il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti. Ma la sigla potrebbe essere riletta anche diversamente. Per esempio: Siamo Italiani, Siamo Totalmente Inattendibili (ma anche inammissibili,  inaffidabili…) . Una “rilettura” perfettamente calzante, almeno per il mondo degli autotrasportatori che da anni viene chiamato a pagare fior di soldi per un servizio mai entrato in funzione, per scatole nere e chiavette che migliaia di operatori avrebbero buttato volentieri nei rifiuti. Con l’assoluta certezza che quello era l’unico posto dove avesse un senso metterle, non certo nelle cabine dei tir. Ieri la telenovela Sistri, vicenda per la quale, in un Paese normale, funzionari con un minimo di dignità avrebbero già dato le dimissioni da anni, si è arricchita di un altro incredibile capitolo. A svelarlo è stata  Giuseppina  Mussetola, segretario generale della Fai Di Brescia, in occasione della conferenza stampa di presentazione del grande evento con l quale domenica a Rezzato verranno celebrati i 40 anni d’attività della federazione bresciana (cliccate qui per leggere l’articolo). Cosa ha raccontato “mostra signora dei camion” come è stata ribattezzata la donna capace, al fianco del presidente Antonio Petrogalli e alla squadra della Fai di Brescia, di far associare oltre 2300 imprese, praticamente il 95 per cento di quelle presenti sul territorio? Ha raccontato che la class action avviata dall’ufficio legale per consentire a  un centinaio di autotrasportatori tesserati di vedersi risarcire i danni, è stata cancellata. Riconosciuta in un primo tempo possibile, giuridicamente valida, è stata successivamente ritenuta invece una via impraticabile, perché il danno inflitto all’autotrasportatore non sarebbe stato considerato diretto, ma indiretto. Il risultato? “Ogni singolo imprenditore dell’autotrasporto dovrà fare causa autonomamente, con le spese legali destinate a lievitare a tal punto da spingere molti di loro a rinunciare”. Ma non è tutto: le cause legali ancora in corso non sono state tutte assegnate, come probabilmente sarebbe apparso logico anche a un bambino di terza elementare, a un unico ufficio , a un solo magistrato. Sono state sparpagliate a giudici diversi. Col risultato, più che facilmente pronosticabile, che si potrà assistere, come già avvenuto, a sentenze  completamente diverse tra loro, con imprenditori che si vedranno forse dare ragione e altri torno. Nonostante abbiano tutti subito lo stesso identico danno e abbiano richiesto la stessa cosa: essere ripagati per aver dovuto pagare uno strumento mai stato capace di entrare in funzione. Un fatto inammissibile? Macchè, normalissimo in un Paese in cui lo Stato obbliga ad acquistare un servizio fantasma…

4 risposte a “Sistri, telenovela sempre più scandalosa: ora i trasportatori non possono più fare la class action

  1. “Secondo la costante giurisprudenza della Corte, a partire dalla Sentenza “Francovich”, è ormai pacifico il principio che il mancato recepimento di una direttiva europea entro il termine di trasposizione stabilito dal provvedimento può comportare una condanna dello Stato Membro e configura un diritto al risarcimento da parte del cittadino leso da tale inadempimento, laddove siano provate le condizioni che il risultato prescritto dalla direttiva implichi l’attribuzione di diritti a favore dei singoli, che il contenuto di tali direttive possa essere individuato sulla base delle disposizioni della direttiva stessa e che si verifichi un nesso di causalità tra violazione dell’obbligo a carico dello stesso e il danno subito dai soggetti lesi.” dalla Corte di Giustizia Europea. Vogliamo procedere?

  2. Ma recentemente alcune federazioni, tranne una, non avevano proposto di fare una class action contro i costruttori di autoveicoli? Ora dopo questa sentenza, che in verità era già stata anticipata dallo studio Calleri (guardare il sito della Conftrasporto) che ha messo in guardia sul rischio di aprire una azione che poi avrebbe potuto essere annullata, cosa sostengono? Che fosse vero il dubbio che qualcuno volesse lanciare un’azione per fare un po’ di associati ma prendendo in giro ancora una volta noi trasportatori?

  3. Febbraio 2015, l’onorevole Silvia Velo annuncia che “sono in fase di studio le modalità operative per un piano di intervento finalizzato alla restituzione o compensazione dei contributi di iscrizione al Sistri per le annualità 2010, 2011 e 2012, laddove e nei limiti in cui ne ricorrano i presupposti citati”….

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