Chi divide l’Europa unita? Per esempio chi fa viaggiare i trasporti su strade diverse

Cosa sta facendo insorgere l’antieuropeismo, alimentando il desiderio di “disunirsi”? A chiederselo sono sempre più in tanti. Compresi molti esponenti del mondo del trasporto italiano che hanno diverse recriminazioni da rappresentare all’Europa unita, fra cui, prioritario, il tema del costo del lavoro. Perché di certo non può aiutare a “cementare” l’unione fra gli Stati del vecchio continente il fatto che conducenti provenienti da Paesi dell’Est, nei quali il costo del lavoro è mediamente inferiore di circa 20mila euro l’anno, “rubino” il lavoro agli autisti nazionali producendo una distorsione della concorrenza, problemi occupazionali e rischi per l’equilibrio dei conti pensionistici. Una situazione insostenibile, di fronte alla quale i rappresentanti dei lavoratori e le imprese particolarmente interessati dovrebbero fare fronte comune e trovare una soluzione nel rinnovo del contratto di lavoro, ma purtroppo non è così. Ed ecco allora che Germania, Francia e Belgio, in risposta ai tanti inefficaci bla bla bla, hanno deciso di prendere l’iniziativa introducendo normative per ostacolare il fenomeno della concorrenza “sottocosto”. Iniziative che possono essere di dubbia compatibilità comunitaria “provocate” dall’assenza di interventi concreti delle autorità comunitarie che, invece di trovare una soluzione, hanno annunciato l’apertura di una procedura legale. Nei confronti di Germania e Francia è stata emessa infatti una “fatwa” (nella tradizione islamica un consiglio) affermando, tramite un comunicato che “la Commissione europea intraprende un’azione legale sul salario minimo nel settore trasporti…”. Ma andate a scopare il mare, avrebbero commentato i nostri saggi vecchi… Se il problema esiste, come il comunicato ammette, perché non intervenire per risolverlo? Forse perché il sistema europeo di fatto consente ai Paesi interessati di fare minoranza di blocco? Se l’Europa si “mostra così”, diversa da quella che probabilmente in realtà è, non appare poi così difficile comprendere le iniziative critiche nei suoi confronti. I tempi sono stretti e occorre una soluzione rapida. Il Governo italiano si unisca a sostegno con un provvedimento a tutela delle proprie imprese e dei lavoratori e si unisca ai Paesi che hanno assunto un’iniziativa concreta. Il trasporto italiano si schiererà con il Governo.

Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio.

32 risposte a “Chi divide l’Europa unita? Per esempio chi fa viaggiare i trasporti su strade diverse

  1. L’unione Europea sta agendo contro Francia e Germania per le limitazioni imposte del salario minimo, ha deferito Danimarca e Finlandia per limitazioni al cabotaggio. Cosa aspetta lo Stato italiano a fare qualcosa per salvaguardare le proprie aziende?? Più Paesi si muoveranno per tutelarsi dalla concorrenza sleale tanto prima l’Unione europea sarà costretta a prendere atto del problema ed a muoversi per risolverlo altrimenti se ne andranno tutti gli stati dell’ovest e gli rimarranno solo quelli dell’est.

  2. La sta dividendo chi effettivamente la comanda e cioè coloro per i quali tutto va bene finché ottengono quel che ritengono un vantaggio per sé. tutto è andato bene infatti quando si è fatto in modo di delocalizzare verso paesi meno sviluppati e con salari ridicoli.Ma quando il “grande successo” della deindustrializzazione si rovescia nel suo contrario – ossia nel vero e proprio suicidio industriale di uno stato, ma a questo punto potremmo anche dire di un continente, eccoli riscoprire le virtù dello Stato al quale chiedono qualche forma di protezionismo, il contrario della liberalizzazione tanto sbandierata. vogliono che la UE o gli stati nazionali impongano dazi, nel caso del commercio extraeuropeo specie quello cinese o livelli standard di salario nel caso in questione. Siamo ben lontani dalla vera unità e fintanto che non riusciremo a modificare in meglio i trattati che “loro”hanno redatto e che i nostri politici hanno firmato, temo che queste situazioni perdureranno fino alle estreme conseguenze. Gli stati dell’est hanno dalla loro la posizione strategica di cintura verso la Russia, che Usa e Nato sostengono con forza. È strano che i baltici siano entrati prima nella nato che nella Ue. nessuno si azzarda quindi a pestargli i piedi. quanto alla Germania meglio non commentare. Quanto ha fatto comodo la manodopera a buon mercato della Germania est dopo l’89?

  3. Caro sig Ugge’. Fino a ieri avete fatto capire al settore che, queste erano le normative e che dovevamo adeguarci. Il problema c’è, è vero, ma c’era anche prima e avete taciuto. Il punto di non ritorno è stato di gran lunga superato, le aziende si difendono mentre sono ancora in attività e non quando moribondo chiudono. Avete fallito! Siete una delle voci più autorevoli che nel silenzio e grande indifferenza ha consentito questo genocidio di imprese italiane. Questo succede, purtroppo, quando si pensa di ai servizi che alla difesa della categoria. Per favore, lasciate spazio a chi ha più stimoli e più grinta per farlo, di parole, ne siamo sazi !

  4. Leggo in questi giorni che alcuni politici di grido (prof. Prodi ad es.) elevano critiche alla conduzione europea e denunciano la prevalenza della burocrazia europea e l’autoreferenzialità rispetto agli interessi reali dei popoli. mi pongo una domanda dalla risposta scontata. ma questo professor Prodi è lo stesso Romano Prodi, presidente del Consiglio che ha trattato l’ingresso in Europa del nostro Paese a condizioni disastrose? (il cambio 1 euro/ 1926 Lit è un esempio) ed è sempre quel Romano Prodi che da presidente della Commissione ha operato per l’allargamento ai paesi dell’Est che oggi stanno distruggendo la ns economia facendo concorrenza sleale alle nostre imprese ed ai nostri lavoratori, per niente tutelati dalle rappresentanze sindacali? Se oggi l’Europa è di fatto in una condizione di sfascio la responsabilità è di chi ha voluto, forse per passare alla storia come un leader illuminato che ha realizzato il sogno europeo, accelerare delle operazioni economiche senza tener conto delle esigenze della gente comune. Facciano un po’ di autocritica o almeno abbiano la compiacenza di non pontificare.

  5. Srdjan Sergio Grujic, tu sarai sazio di parole, noi di quelli che scrivono idiozie! Pensa ai tuoi rappresentanti che ai nostri ci pensiamo noi!

  6. Srdjan è un nome bosniaco o croato. Gente che prima di dare lezioni agli altri dovrebbe andare a scuola dagli italiani per qualche secolo!

  7. Srdjan, se più stimoli e più grinta vuol dire, non rispettare le regole, sottopagare il personale dipendente etc, oserei dire che non si tratta di stimoli o grinta ma di ben altro

  8. Oh si, la scuola italiana è proprio un bell’esempio. Spero non si riferisca a quella che ha frequentato lei con evidenti cattivi risultati.

  9. Comprendo che il signor Srdjan abbia problemi con la nostra bella lingua e quindi non sempre riesca a comprendere ogni passaggio. Credo anche che non abbia avuto la possibilità di leggere tutte le comunicazioni della Fai in merito. Forse si sente coinvolto in una battaglia tendente a rafforzare la possibilità che i conducenti dei Paesi dell’Est possano, in tempi brevi, operare ancor più liberamente di oggi nei traffici interni all’Italia. Una cosa è certa: non ha ben chiara la differenza che passa tra l’illustrare una normativa comunitaria e la violazione della stessa. La possibilità del distacco o della somministrazione del personale è consentita dalla Ue ma a precise condizioni. Noi non abbiamo mai condiviso con l’apertura senza deroghe a garanzia ai Paesi che hanno costi del lavoro significativamente inferiori dei nostri ed abbiamo criticato i governi del nostro Paese che non si sono opposti a questa decisione sbagliata. Un conto è quindi la condivisione e un conto è il dovere per una associazione di illustrare le norme per come sono realmente. Spero che il nostro critico comprenda quella che è una differenza sostanziale. Per il cortese invito ad andare a casa lo farò quando gli operatori aderenti me lo chiederanno ma non certo per soddisfare le espressioni demagogo-populiste del richiedente.

  10. Poi magari scopriamo che Srdjan è uno di quelli che viene a fare concorrenza sleale lavorando al di sotto dei costi minimi per la sicurezza? Guidando 14 ore di fila?

  11. Guardi, mi confonde con qualche impresa di trasporto iscritta FAI che offre contratti polacchi sul territorio italiano. Si dovrebbe, salvo impedimenti maggiori, informare meglio. Faccio parte di una piccola associazione (Agorà 2.0-MT) che ha proposto Portale unico EU, e tale proposta dell GNSS – monitoraggio e la tracciabilita’ delle merci ha raccolto la tripla A alla commissione dei trasporti di Bruxelles. È stata presentata da parte di Daniela Aiuto (M5S). Come vede sig Ugge’ lei ha perso lo stimolo, non è informato abbastanza. Lavoro come autista che cerca di impegnarsi e migliorare il proprio posto di lavoro, si, sto facendo proprio quello che dovrebbe fare lei sig. Ugge’ ma lasciamo perdere, a parte qualche richiamo per un congiuntivo sbagliato, lei non ha argomenti, e come lei stesso ha evidenziato, è carente di proposte concrete. Buonasera a tutti !

  12. Certo un Uggè che si mette a fare il sindacalista è al quanto inedito, ma in tempi dove tutto e il contario di tutto, cio è la regola, non ci si stupisce neanche più di tanto. Signor Uggè le ditte di tarsporto associate Fai praticano il distacco degli autisti? Ha notizie di ditte italiane esterovertite, e come giudica la transumanza? In un’intervista ormai storica ha detto “queste le regole bisogna adeguarsi”,la pensa ancora in questa maniera al riguardo? E cosa dovrebbe fare il governo in concreto per “tutelare le imprese e i lavoratori” se anche il rimborso accise è visto dall’Europa come aiuto di stato. Dovrebbe abbassare il carico fiscale e allinearlo a quello della Romania della Bulgaria, per consentire alle ditte italiane che ancora hanno una partita iva in patria per poter competere, pensa sia fattibile ciò? Allora perché facciamo demagogia?!

  13. Chi non vuol capire non capisce. A me sembra che ciò che è stato detto è chiaro. Se avrà l’umiltà di seguire qualche assemblea della fai sono sicuro che il nostro presidente, che fa bene a dire che le valutazioni sul suo operato spettano a chi è aderente alla Fai, fornirà a chi fa confusione tra norme, comportamenti di singole imprese. Per inciso è sfuggita la battaglia fatta per vincolare gli aiuti pubblici a chi occupa personale nazionale ai signori che parlano ma ahimè senza documentarsi. Questa battaglia la portata avanti proprio la Conftrasporto ed il suo presidente. Informatevi prima di fare affermazioni che non sono reali.

  14. Luigi mi pare faccia un insieme di domande che si contraddicono tra loro. esiste una normativa europea e su questo non esistono dubbi. la FAi ed il Suo presidente hanno più volte detto ed anche effettuato interventi, proposte e continuano a farle e non mi pare certo rinuncino a cercare di trovare delle soluzioni alla questione che penalizza le imprese italiane ed i lavoratori. se uno oltre che parlare leggesse e capisse quello che è scritto in comunicati, interventi e documenti non farebbe affermazioni fuori luogo. La Posizione della Fai non dipende da quello che una singola impresa fa. ma deriva da quelle che sono le decisioni prese dagli operatori che sono componenti degli organi deliberanti della federazione. Una delle accusa che la committenza ha sempre rivolto a Uggè è proprio che operava troppo da sindacalista. Comunque per informazione di una persona disinformata il rimborso dell’accisa non è visto assolutamente dalla ue come aiuto di stato ma nei limiti previsti da una direttiva, consentito. ragazzi vogliamo smetterla di farci del male sui si dice o sulle opinioni personali, certo rispettabilissime , ma non aderenti alla realtà.

  15. Luciano, il tuo Signor Presidente ha fatto questo?Grazie a un progetto pilota, (che l’idea principale ha fatto l’Associazione Agora 2.0.)già approvato col nome “GNSS Monitoring System for heavy vehicles”, si tracceranno e controlleranno il trasporto delle merci su mezzi pesanti tramite un evoluto sistema di GPS.

    La proposta del Movimento 5 Stelle entra ora nel vivo, con l’assegnazione da parte della Commissione Europea di un bando pubblico. La portata di un’azione di questo tipo non è politica, ma estremamente concreta: si difenderanno le imprese italiane oneste dalla concorrenza sleale. Ci sarà un’arma in più per combattere la criminalità che spesso si serve dell’anonimato di un mezzo pesante per traffici illeciti. Infine, si ridurrà l’inquinamento in termini di CO2 emessa, grazie alla riduzione del traffico e ad un calcolo intelligente degli spostamenti.

    La domanda che sorge spontanea, quando si pensa al settore dei trasporti, è la seguente: per quanto tempo un camionista può guidare senza mettere in gioco la sicurezza? Le regole comunitarie prevedono che non si possa guidare per più di quattro ore e mezza, poi bisogna fare una pausa obbligatoria di 45 minuti. Riposati, ci si può rimettere in marcia per un periodo di uguale durata e successivamente riposare per 11 ore. Verrebbe da pensare che il trasporto merci sia talmente controllato che sarebbe impensabile essere fuori regola. La realtà è ben diversa: i cronotachigrafi vengono manomessi, le aziende di trasporto meno oneste obbligano i conducenti a turni massacranti. Per non parlare della merce illegale impossibile da controllare di cui vi abbiamo parlato sopra.

    Ora, grazie al lavoro del M5S e Daniela Aiuto,in Europa, al settore verrà dato un giro di vite decisivo. E verrà fatto non applicando punizioni e restrizioni varie che possono danneggiare tutti indistintamente, bensì usando tecnologia e intelligenza. Un’altra conquista “silenziosa” che gli esperti del settore (quelli onesti) stanno già accogliendo favorevolmente.

  16. Sono meravigliato di quanto letto negli interventi via via inseriti, sembra che ci vogliamo far del male alla Tafazzi, se c’è ancora qualcuno che fa il sindacalista del trasporto invece di aggredirlo è meglio che lo supportiamo, sta dalla nostra parte!!!!… non dimentichiamoci che pochi lo fanno ancora . Vorrei anche ricordare a chi tanto spara sui camionisti che lavorano e guidano oltre le 4,5 ore di guida e non fanno magari il riposo, che non è che lo fanno per sport. Si è chiesto chi tanto fa il sapientone sull’orario di lavoro degli autisti e dei loro titolari che forse qualche “responsabilità” è anche della committenza o delle industrie che fanno stare parcheggiati i camion in attesa di carico sui loro piazzali anche 12 ore filate: Nessuno li chiama mai a rapporto per responsabilizzarli, dove sta il rispetto delle regole per questi signori che poi danno il “tassativo” alle imprese di trasporto minacciandole anche di pagare le penali se non arrivano entro un determinato orario? e magari manco gli pagano la fattura del trasporto dopo mesi di attesa, tanto la giustizia non esiste. Chiedo al Signor Paolo Ugge di non offendersi se qualcuno di noi ancora se la prende e magari offende, ma di guardare oltre e di continuare a sostenere questa bistrattata categoria, ce ne sono così pochi oramai dei sindacalisti che la sostengono veramente . Rimanga sempre vigile signor Paolo e continui ad informarci dovutamente di quanto si sta facendo nei piani alti, altre associazioni non informano i trasportatori come lo fa lei settimanalmente e compiutamente e questo credetemi cari autotrasportatori gli fa onore.

  17. “Emerge così che sui veicoli italiani è stato rilevato l’89,7% delle infrazioni”
    “Il 73,2 per cento delle imprese di autotrasporto italiane aderisce a un’associazione di categoria. Il 70,5 per cento si riconosce nella Fai Conftrasporto” Guardando i dati in alto, la domanda nasce spontanea: “comportamento di singole imprese” a chi si riferisce ???Vorrei discutere nel merito delle proposte, per chi ne abbia una, e non perdere tempo nelle discussioni politiche. Noi una ne abbiamo già e potrebbe rendere UIRNET (senza normativa) e SISTRI obsolete e superate. A mio avviso, quei percentuali di cui sopra (infrazioni) dal giorno stesso dalla eventuale applicazione del GNSS, sarebbero azzerati e non solo. È attualmente l’unica delle proposte che potrebbe portale in atto la più grande riforma di autotrasporto mai applicata, ma è soltanto un mio modesto parere, mentre il fenomeno del cabotaggio illegale,di aziende senza licenza, contrabbando di gasolio, pattenti e cqc false, mano dopera interinale… ecc, sarebbe impedito sul nascere. Parliamo di una riforma senza limite matematico di applicazioni, una riforma all’avanguardia, che consentirebbe una piattaforma pensante e in continua evoluzione e che, fra 10 non diventerà vecchia ma migliorabile. Quello che avete fatto fino ad oggi non dovreste raccontarlo a me ma alle circa 20.000 imprese seppellite e ai 200.000 lavoratori e alle loro famiglie. Io potrei anche credervi. Questa proposta, semplificata e tradotta in italiano significa: legalità e il rispetto per la categoria. Dal mio punto di vista, le associazioni “autorevoli” che si sono auto escluse da questo progetto, hanno fatto una scelta molto ma molto discutibile.

  18. se mi viene permesso un commento alle proposte di cui sopra che sembrano aver inventato l’acqua calda, ne ho fin sopra i capelli i pochi che ancora mi sono rimasti di chi si arroga il pensiero gli errori li fanno gli altri e che l’unica verita sia in tasca sua. Scendete per cortesia dal pesco e viaggiate raso terra. I trasportatori di piattaforme che controllano ne hanno già a sufficenza e non sarà certo la vostra a risolvere quanto invece deve essere fatto a livello politico a Bruxelles. Siamo in Europa vanno rese paritarie le politiche in tutti i paesi e poi a pari regole esiste il libero mercato e il rispetto della legalità. Solo così si elimina dumping, cronotachigrafi taroccati ,va responsabilizzata tutta la filiera sul rispetto della sicurezza stradale e sociale, e soprattutto da parte di “qualcuno” troppo sopra le righe nei commenti di cui sopra un po’ più di umiltà.!

  19. Questo sistema “servizi-trasporto-associazioni” è diventato troppo oneroso, dipendente dal denaro pubblico, pesa troppo e produce poco. Non lo ritengo affatto affidabile (mi riferisco al caso Palenzona se ancora presidente della Fai Service). Andrebbe ripristinato (azzerato) e riorganizzato di sana pianta. Parlate di umiltà? E cosa ne sapete voi dell’umiltà? Ri – Leggersi cari signori, io ho cercato di essere chiaro e rimanere nel merito. Voi invece vi siete distratti sul mio nome è avete cercato di darmi lezioni di italiano, solo che il tema era autotrasporto. Un dato di fatto incontestabile, e credo che lo abbiano capito anche i lettori è: Una delle voci più autorevoli – si auto esclude da un progetto che ha guadagnato la tripla A alla commissione dei trasporti di Bruxelles, perché non è della FAI e non è valida (non si guadagna sopra o perché la FAI SERVICE ha investito su UIRNET?). Una delle voci più autorevoli ha scelto di NON seguire-accompagnare progetti della legalità e del rispetto per la categoria. Ora, se non vi dispiace, lascio questa discussione non per maleducazione ma perché la ritengo inconcludente e non nel merito. Ringrazio alle persone che hanno partecipato e a chi ci ha cortesemente ospitati. Buonasera a tutti!

  20. Egregio Francesco, egregi commentatori: ci permettiamo un inciso che riteniamo non trascurabile riguardo il “GNSS Monitoring System for heavy vehicles”. La piattaforma di controllo non sarà in mano alle aziende private, ma alle forze di Polizia stradale di ogni Stato membro. A fronte di milioni di dati giornalieri, le unità operative di back office degli organi competenti, raccoglieranno le segnalazioni satellitari che, ove vi sia infrazione, appariranno in automatico sui monitor dei computer. Essi potranno agire di conseguenza, senza nemmeno scomodarsi dalla postazione di lavoro. Per quanto riguarda invece, il tema proposto dall’articolo e la conseguente discussione che, al di là di questa proposta, che può risultare ottima per alcuni, pessima per altri, ne più e ne meno di tante altre, i nodi rimangono sempre gli stessi.
    A) La UE, e mai parabola fu più appropriata, non viaggia nella stessa direzione dei desideri dell’autotrasporto merci conto terzi dell’Europa occidentale (che pur si è rivelato maldestro, miope ed egoista), tutt’altro. La nostra personale opinione è che vi sono interessi lobbistici in costante pressing su Bruxelles, tali da non permettere un’auspicata e giusta rivisitazione dei parametri concorrenziali. Non si spiegherebbe altrimenti l’immobilismo politico davanti a tali ed evidenti problemi come il dumping (e non solo) che coinvolgono ed influiscono negativamente sulle sfere lavorative, economiche, sociali ed etiche di centinaia di migliaia di cittadini europei.
    Facendo parte della comunità, l’Italia e gli altri Stati, hanno sottoscritto un patto di sottomissione volontaria, dando vita e promuovendo, un’entità che ha il potere legislativo e morale, di decidere super partes.
    L’art.3 punto B del TCUE (competenza esclusiva della comunità) e l’art. 4 voce trasporti (competenza concorrente) sempre del TCUE, sono preludio e conferma dell’onnipotenza della commissione europea. Quindi seppur lodevoli, le iniziative di Francia, Germania e Belgio, come quelle della Svezia sul cabotaggio, sono censurabili, finchè non si riscriveranno le regole a Bruxelles/Strasburgo. Una volta fatto questo, come togliere la follia dell’operaio in affitto e astrusità simili, basterebbe far rispettare per davvero e integralmente il CCNL competente, che dentro ha già tutto, senza inventarsi altre regole, leggi, leggine etc. .
    B) L’unica maniera per risolvere grandissima parte dei problemi del comparto, al di là dell’auspicio di cui sopra appena scritto, è il netto ed efficace contrasto all’illegalità che purtroppo in Italia è dilagante, sistemica e cronica. Disinfettati e ripuliti da ciò, le aziende virtuose avrebbero più potere contrattuale verso la committenza, e a cascata tutti potrebbero stare meglio, autisti compresi.
    Concludiamo:
    Al signor/presidente Uggè, che ha un curriculum invidiabile e un’esperienza di assoluto rispetto, a oggi viene criticato il fatto di trovarsi nella doppia veste di presidente FAI e presidente Conftrasporto Commercio-Impresa perchè già questa è una contraddizione in essere, poi perchè a molti risulta singolare che possa realmente preoccuparsi e occuparsi degli operai autisti, al di là delle dichiarazioni e dell’operato sindacale. Quando si parla di costo del lavoro, si parla di una moltitudine di voci, ma quasi sempre alla mente di chi opera quotidianamente nella gestione della propria azienda, viene l’idea di tagliare gli stipendi delle unità salariate, a fronte di un costo della vita sempre più oneroso e a fronte di turni lavorativi massacranti. Se dall’alto della posizione di Uggè e dei suoi pari, arrivassero prese di posizioni decise e intransigenti, supportati da una inflessibilità non sempre vera di chi deve far rispettare le leggi, a favore di comportamenti virtuosi, forse qualcosa e finalmente, cambierebbe. Nel frattempo, ci si organizza diversamente (vedi Daniela Aiuto).
    Grazie a tutti per l’eventuale attenzione.

    Fabrizio Piras, ufficio stampa Agorà 2.0 MT

  21. Srdjan, se non ti piace chi ci scegliamo democraticamente per rappresentarci puoi sempre tornare da dove sei venuto…

  22. Srdjan, le discussioni non sono mai inutili. Salta a pie pari i commenti di qualche idiota che vorrebbe rimandare a casa tutti quelli che hanno un nome straniere come città città di nascita sul documento d’identità e continua a scrivere. Da persona educata quale sei.

  23. @Antonio, una domanda secca: qual è’ la “questione” che penalizza le imprese italiane e quale proposta si sta facendo per cercare una soluzione. Una risposta prego.

  24. Non volevo monopolizzare questo confronto che mi sembra estremamente importante. Ringrazio tutti delle loro espressioni e per i ragionamenti sostenuti. E’ mio parere che quando qualcuno sostiene delle tesi, purchè siano supportate da dati e ragionamenti razionali, vada sempre ascoltato. Dunque bando ai pregiudizi che non hanno mai titolo di essere presenti in confronti seri, mi vedo costretto a riprendere la parola e me ne scuso. Mi pare che sul principio della legalità e della strenua battaglia per sostenerla la Fai, non chi scrive che si limita a portare avanti le decisioni che democraticamente gli organismi assumono, abbia elementi per provare quanto si sia impegnata in questi anni per ottenerla. Ha commesso errori? assolutamente si! solo chi opera può sbagliare. Chi sta al caldo in un ufficio davanti al computer (spero che questo dibattito non sia solo una forma di pubblicità per una particolare struttura che attribuisce ai sistemi informatici lo stesso valore della partecipazione diretta dove il confronto avviene de visu!) molto spesso non vive la dimensione della realtà. Ora alcune risposte. Ognuno può dubitare della genuinità della posizione Fai a favore dei lavoratori. Più che legittimo anche se si tratta di un evidente pregiudizio. Resta il fatto che, a differenza di altri la Fai lo fà. Dà fastidio? forse sì. Per noi un lavoratore in regola è una risorsa importante per ogni azienda. Se chi avrebbe il dovere di tutelare i lavoratori non svolge il proprio ruolo o lo svolge male, trovo singolare che si metta in dubbio il fatto che qualcuno lo faccia solo perché nel Suo operare ricopre un ruolo di rappresentanza in piena autonomia. Nessuno degli intervenuti si è mai chiesto chi sia il vero ostacolo che ha operato per impedire che tutte le richieste avanzate per poter ottenere un sistema che operi nel rispetto delle regole e nella legalità. La risposta ovvia e semplice: chi paga il costo del trasporto. Molto spesso esiste una commistione tra chi paga e chi rappresenta (si fa per dire) gli interessi della categoria. Ma anche in questo caso occorre guardare i fatti. Uno è certo qualche operatore è convinto che chi rappresenta la committenza sia in grado di tutelare anche la propria impresa di autotrasporto. Così per noi non è! Chi vuole pagare meno ricorre o induce imprenditori deboli ad utilizzare autisti in somministrazione che non costano come quelli nazionali. l’altro riguarda chi invece rappresenta gli intermediari che non vogliono che le imprese di autotrasporto possano crescere e muoversi in autonomia sul mercato perché verrebbe meno il loro ruolo. Che l’apertura dei mercati dell’Est sia la principale causa di tutto questo mi pare evidente. In questo caso se a livello comunitario non si sostiene la battaglia in quanto per chi governa è più importante tutelare altri interessi la strada è quella di essere in grado di dare luogo ad un alternativa credibile. In sostanza bene vengano tutte le iniziative in grado di introdurre sistemi che garantiscano la legalità. Ho letto affermazioni su una cooperativa di servizi che raggruppa più di sei mila operatori che ritengo siano liberi di scegliersi i dirigenti che ritengono a loro più adatti. Per quanto riguarda il sistema Sistri dalla Fai/Conftrasporto combattuto duramente (vorrei che mi si dimostrasse cosa altri hanno fatto per contrastare un sistema inutile e costoso. Per la verità non abbiamo visto al nostro fianco chi parla di legalità e propone progetti futuristici. Magari avrebbe anche potuto apprendere qualcosa che non conosce in modo concreto. Le azioni che portiamo avanti traggono supporto da chi opera e non da chi lo fa in modo informatico). Nei commenti è stato evidenziato un nuovo sistema che potrebbe migliorare il rispetto delle regole. Benissimo! noi non potremmo che essere pronti a confrontarci e fornire il nostro contributo, se ci verrà chiesto. Basta ricordare che molte delle decisioni che vengono assunte nel settore dei trasporti derivano da scelte effettuate a livello europeo, dove, sia detto sommessamente, abbiamo registrato pochi interventi a favore di politiche che vadano proprio nella direzione di far crescere il rispetto delle regole e della legalità a livello europeo. La Fai/Conftrasporto è disponibile a confrontarsi; se anche chi avanza ipotesi condivisibili come obiettivo lo è concretamente, attendiamo con grande umiltà e voglia di comprendere le nuove teorie.

  25. Ben vengano nuovi sistemi di controllo a patto che non si verifichino le stesse problematiche di quelli già in uso e per questo mi sembra doveroso elaborare qualche riflessione. La gestione del sistema da parte delle polizie stradali di ogni stato membro si farebbe difficile a causa della nota e cronica mancanza di organici delle stesse e della carenza di fondi destinati allo scopo. A quanto ammonterebbero i fondi necessari alla gestione di un back office di questo tipo? E’ prevista una gestione collaborativa tra polizie oppure ogni stato farebbe a sé? già abbiamo problemi ora con l’applicazione e la riscossione delle sanzioni, con le targhe estere, con il controllo del cabotaggio ecc…L’apertura del processo sanzionatorio automatico comporterebbe o no un massiccio ricorso ad impugnare le sanzioni considerato che nel 2017 entrerà in vigore la perdita dell’onorabilità? con quale aggravio per il già ingolfato sistema giudiziario? si parla solo del fenomeno dell’illegalità dilagante in Italia quando una campagna di controlli svolta dall’ente tedesco Bundesamt für Güterverkehr (BAG) dal 9 al 13 maggio 2016 mostra che il 32% dei camion tedeschi verificati mostrava frodi sull’apparecchio che registra tempi di guida e di riposo degli autisti. a questo proposito sarebbe opportuno avere una gestione europea del sistema ?sicuri che con questo sistema si acquisirebbe maggior potere contrattuale verso la committenza, magari si ma fra qualche decina di anni, e non anche e soprattutto con una minore parcellizzazione delle aziende di trasporto, con borse carichi più sicure ed efficienti, con gestori che conoscano i principi elementari della contabilità, la formazione e remunerazione dei costi, la stesura dei bilanci preventivi e l’analisi degli scostamenti…..? sul taglio dei salari, aumento del costo della vita e lavoro massacrante,non mi esprimo qui. è un argomento trasversale che coinvolge tutti i settori e fa parte di un disegno che travalica la “gestione della propria azienda” (leggasi jobs act, riforma Hartz o loi travail), per non parlare della difficoltà di effettuare adeguati controlli da parte degli ispettorati del lavoro ecc.(vedasi la situazione delle campagne della Calabria); merita quindi una riflessione oggettiva. Certo è che se il lavoro fosse retribuito adeguatamente dai committenti si potrebbe fare in modo da renderlo meno massacrante attraverso una migliore organizzazione. “Le azioni che portiamo avanti traggono supporto da chi opera e non da chi lo fa in modo informatico”. a questo proposito penso che tali azioni devono per forza essere portate avanti simultaneamente, già solo considerando che l’intervento umano ( operatori, polizia, ispettori, finanzieri…)si è rivelato inadeguato allo scopo. grazie a chiunque vorrà contribuire ad elaborare più approfonditamente le mie riflessioni. possibilmente nel merito.

  26. Buonasera Alessandra. Stiamo parlando di un progetto pilota e quindi in fase embrionale. E’ stata stanziata la somma di 350.000 euro per lo studio di fattibilità, e siamo in attesa della pubblicazione di un bando pubblico. Dirai: perché tanto chiasso per una cosa che non è ancora definita del tutto? Noi non abbiamo inventato nulla,ma essendo persone che sul camion ci lavorano ogni giorno, abbiamo cercato di mettere insieme le parti esistenti ma non interconnesse tra di loro, nulla di più. Abbiamo presentato la nostra idea/progetto ad una forza politica che non ha guardato in faccia a nessuno e che non ha chiesto nulla in cambio. Daniela Aiuto, europarlamentare del M5S, ha presentato questa proposta (elaborata e resa presentabile) alla Commissione dei Trasporti che ha ottenuto la tripla A (il massimo dei voti). Vorrei puntualizzare che, non siamo intermediari di nessuno, non siamo i leader di nessuno, Agorà 2.0 – MT non ha mai cercato la prima fila, soltanto la partecipazione. Dal primo giorno (circa due anni e mezzo fa) abbiamo inviato a tutti il plico con diverse proposte (non solo GPS ed il portale unico) allegando anche il protocollo d’Intesa “Europa Legalità” cercando la maggiore partecipazione e purtroppo, fino ad oggi, è rimasto carta bianca. L’unica associazione di categoria che si’è pubblicamente schierata PRO GNSS Monitoring, è la FIAP, in persona di Massimo Bagnoli e Silvio Faggi ai quali va tutta la mia stima e rispetto. Ti invito a darci una mano, con le tue idee e con le tue proposte. Il progetto GNSS non dovrebbe essere inteso come bastone, ma come una piattaforma intelligente e pensante, migliorabile ed adattabile alle esigenze; significa armi pari per tutti; premiare le aziende capaci e non più quelle furbe e avide; Impedire l’illegalità sul nascere;non poter più costringere ad un autista di usare la calamite o manomettere il tachigrafo;non consentire più ai Martinelli della situazione di truffare; impedire al camion “sporco” di caricare (cabotaggio illegale, licenze false, mano d’opera interinale non conforme alle normative) ecc…ecc… Non c’è un limite applicativo, sta a noi lavoraci con serietà e determinazione. Ti invito a visitare la nostra pagina,oppure il twitter, gruppo FB, Airesis (Airesis è una piattaforma software libera, realizzata da un team italiano, per consentire a diverse forme di comunità di organizzarsi in modo produttivo secondo i principi della democrazia diretta e partecipativa)… Non chiediamo tessere ma partecipazione. Non abbiamo la “soluzione” ma un idea che potrebbe rivelarsi la più grande delle riforme mai applicate.

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  27. Grazie per la cortese risposta peraltro non esaustiva. sto leggendo in questi giorni il regolamento 2016/799 e trovo all’appendice 14 pag.451 riferimento DSC_6 :I dati scambiati durante la comunicazione devono limitarsi ai dati necessari ai fini dei controlli su strada mirati dei veicoli muniti di un tachigrafo potenzialmente manomesso o usato impropriamente. nel paragrafo relativo al campo di applicazione, sempre a pag. 451 si precisa che, secondo il regolamento (UE) n. 165/2014, i dati raccolti devono limitarsi o appartenere a dati che identificano una potenziale violazione, come definita all’articolo 9 del medesimo. In questo scenario, il tempo a disposizione per la comunicazione è limitato, perché la comunicazione è mirata e a corto raggio (aggiungo di aver letto i alcuni lavori preparatori che addirittura è sconsigliato agli organi di controllo di effettuare la comunicazione nelle vicinanze degli apparati telepass perché utilizzano le stesse frequenze).Inoltre il mezzo di comunicazione usato per il monitoraggio a distanza del tachigrafo (RTM) può essere usato dalle autorità di controllo competenti anche per altre applicazioni (ad esempio per i pesi massimi e le dimensioni massime dei veicoli commerciali pesanti definiti nella direttiva 2015/719/UE) e tali operazioni possono essere separate o in sequenza a discrezione delle autorità di controllo competenti. come si coordina il vostro progetto con le norme del regolamento di cui sopra che prevedono invece dei limiti applicativi? vorrebbe cortesemente farci sapere quali sono state le risposte alla vostra richiesta da parte delle associazioni che avete contattato?

  28. Lo studio di fattibilità dimostrerà come questo progetto “integrativo” si potrebbe attuare e cosa potrebbe fare. La normativa verrà fatta a misura. Crediamo che il cambiamento potrebbe diventare realtà coinvolgere non una ma più parti. Al nostro invito non ha risposto nessuna delle associazioni, siamo stati del tutto ignorati. In un secondo momento la FIAP (l’unica) ha deciso di schierarai pro. Vorrei precisare un punto, abbiamo invitato a tutti ancor prima di vederla approvata. Credevamo che insieme si sarebbe potuto lavorare e ideare al meglio, ma non è stato così. Siamo ancora in tempo ed io ci credo. Il tachigrafo di seconda generazione a mio avviso è diventato già vecchio, parliamo di monitoraggio dei camion costante e della tracciabilita delle merci.

  29. Gentile Alessandra, lei pone un problema di carenza normativa, piu che di fattibilita’ tecnico/attuativa. Le leggi degli uomini le fanno gli uomini(e le donne ovvio) queste possono essere migliorate, modificate, adattate. Se il principio e’ valido, se la necessita’ di introdurre nuovi strumenti di controllo e’ necessaria, e noi crediamo lo sia, allora le leggi che introducono e regolano questi “nuovi” strumenti possono essere adattate. Non sarebbe il primo caso tra l altro, nella storia della mobilita’ stradale. Basti pensare all ormai “vecchio” autovelox fino ai piu nuovi tutor autostradale, fiore all occhiello quest ultimo e motivo di vanto per gli ideatori, per aver contribuito a diminuire la “percentuale di mortalita” causa di incidenti per elevata velocita’. Questi strumenti sono di uso comune sulle nostre strade e nessun cittadino dell unione in ferie in Italia si sognerebbe di contestare una multa presa sull’Aurelia e recapitata a casa con tanto di foto probatoria, perche’ magari nel suo paese di origine, l autovelox non e’ particolarmente simpatico. Questo per dire che se il controllo dei veicoli industriali puo essere efettuato in maniera piu efficace perche’ non provare. Se lo strumento e’ valido? Questo non spetta a me dirlo, ci sono fior di tecnici e ingegneri elettronici, in Europa e in Italia, che lo verificheranno. Quanto costa? Secondo il mio modesto pare, mai troppp rispetto ai benefici.

  30. Sono d’accordo sig. Pezzullo. non sto certo dicendo che il sistema non sia valido o fattibile; mandiamo sonde su nettuno, abbiamo tecnologie da guerra che potrebbero essere utilizzate nel civile, figuriamoci se non riusciamo a mettere in piedi uno strumento del genere. La normativa invece potrebbe essere un problemino non da poco: i lavori per il nuovo tach. intelligente sono partiti nel 2011 e ancora non lo abbiamo visto in funzione. E’ pur vero che le leggi le fanno gli “umani” tuttavia bisogna vedere “quali” e sotto la pressione di chi. Mi riferisco ovviamente alle varie lobbies che avrebbero qualcosina da perdere se fosse in funzione un sistema di questo tipo; costoro solitamente utilizzano quegli “umani” di cui sopra per i loro affari. Francamente questa forma di “grande fratello” dell’autotrasporto non mi piace granchè.

  31. Per combattere l’illegalità e la frode, non dovrebbero esistere gli ostacoli di questa natura, e se poi gli stessi mezzi potrebbero essere utili alle imprese, alla logistica, all’intero sistema trasporto, io modestamente dico: benvenga ! Saremo pronti per il cambiamento? Non credo che troveremo nessun articolo o comma che potrebbe indicarci la risposta. La nostra maturità quasi certamente, farà da testimone!

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