Schiavi extracomunitari sui traghetti per non pagare di più i lavoratori italiani?

Com’è possibile che su navi che battono bandiera italiana, usufruendo di sgravi fiscali, su 600 persone a bordo soltanto cinque o sei siano italiane? È questa la domanda che l’armatore di Moby e Tirrenia Vincenzo Onorato ha deciso di porsi e, soprattutto, di porre all’attenzione generale. Una domanda destinata a smuovere le acque e a far finalmente venire a galla una situazione rimasta fin troppo a lungo sommersa, forse con la complicità di chi dovrebbe effettuare controlli? Impossibile dirlo, come si legge sul portale www.mareonline.it (cliccate qui per leggere). Di certo però Vincenzo Onorato sembra intenzionato ad “andare fino in fondo”, facendo di tutto  per costringere chi di dovere a fare chiarezza in una realtà nella quale sono in molti  a sospettare che , sommersa, possa viaggiare viaggi una marea di “mazzette” per mantenere tutto come sta. Anche a costo di fare affermazioni pesantissime. Come quella, una vera e propria bordata, che l’armatore napoletano ha infatti dichiarato che “bisogna metter fine alla schiavitù legalizzata del terzo millennio, con personale extracomunitario su navi europee che non può neppure scendere dalle imbarcazioni”, invitando  l’Unione europea a “mettere la stessa maniacale e giusta attenzione che pone nell’antinquinamento su qualità e sicurezza a bordo delle navi”. Con un preciso obiettivo finale: “fare viaggiare personale comunitario su navi battenti bandiera dei Paesi Ue”. E nessuno, è il messaggio che si legge tra le righe delle dichiarazioni rilasciate da Vincenzo Onorato, osi parlare di razzismo: “Le compagnie assumano liberamente extracomunitari ma lo facciano pagando le tasse o riconoscano ai lavoratori lo stesso contratto valido per gli italiani”. E tutto questo non è soltanto una battaglia di equità e giustizia: “c’è anche un problema di qualità del personale”, ha concluso Vincenzo Onorato, “una nave non è soltanto hardware, ma c’è anche l’equipaggio. Le navi sono perfette, chi ha dei limiti è chi le guida. Noi abbiamo la tradizione e le professionalità”.

12 risposte a “Schiavi extracomunitari sui traghetti per non pagare di più i lavoratori italiani?

  1. Schiavi sottopagati sui traghetti? Di fronte a simili affermazioni, che suppongo il signor Vincenzo Onorato non abbia fatto a cuor leggero, una Procura della Repubblica non dovrebbe immediatamente aprire un’inchiesta (in un Paese normale, almeno….) ?

  2. È la stessa situazione dell’autotrasporto, nota e denunciata da tempo, dove autisti schiavi e sottopagati stanno sostituendo la manodopera italiana nell’indifferenza di tutti (in particolare dei sindacati dei lavoratori) con gravi danni all’erario, a Inps e Inail oltre che all’occupazione nazionale. Questo è il futuro dell’Italia se non verranno presi immediati e drastici provvedimenti! Purtroppo ciò non avverrà nè per i marittimi nè per i trasporti e il declino sarà sempre più rapido!

  3. Come fa il signor Onorato a fare certe affermazioni? Qualche suo “007” extracomunitario si è imbarcato sotto mentite spoglie e ha contato uno per uno i 600 lavoratori, verificando i documenti d’identità?

  4. Ha ragione Roberto B. questo governo di ottimi parolai, ma incapaci per il resto, sta pensando solo a coprire le maialate delle banche (a proposito la piedissinissima Monte dei Paschi, morta e sepolta, l’hanno resuscitata e la tengono in vita coi soldi di chi?) ma alle cose importanti, come per esempio la tutela del lavoro e delle professionalità “made in Italy”, neanche a parlarne. Cosa aspettiamo a buttare a mare un governo che, per di più, non abbiamo neanche avuto l’opportunità di eleggere, così come del resto il governo Monti? Svegliamoci prima che sia davvero troppo tardi…..!!!!

  5. Se davvero è così i sindacati dove sono stati e dove sono? È difficile immaginare che, se davvero è successo questo, nessuno abbia visto. Oppure i sindacalisti sono come le tre scimmiette, una che non vede, una che non sente una che non parla….. (E un magistrato potrebbe verificare se, per puro caso, le bustarelle non hanno aiutato qualcuno a diventare sordo, cieco e muto….)?

  6. Fate intestare tutti i traghetti al Sig. Berlusconi o a una delle sue società, e vedrete come la magistratura andrà SUBITO a sistemare le cose!

  7. Pietro sicuramente è cosi, il problema è che se uno assume in Italia e paga in regola e l’altro usa schiavi mi sai dire chi la vince se non si ripristinano le regole uguali per tutti? Alla fine chi paga è sempre pantalone che dovrà dare la disoccupazione ai marittimi Italiani e lasciare nelle tasche dell’armatore gli utili provenienti dagli schiavi.

  8. A me viene da pensare che sotto sotto vi sia un assenso di massima del sindacato. Se non ricordo male, come dice lo stesso Onorato in una Sua recente intervista, la legge prevedeva l’utilizzo del personale nazionale. Poi una modifica giusta (in quanto se non si trova il personale non si possono tenere le navi ferme) ha introdotto delle possibilità di deroghe. Al fine di tutelare i lavoratori italiani si è pensato che le deroghe dovessero essere concordate con le rappresentanze dei lavoratori. (se non li tutelano loro chi li difende?) Ora se i fatti segnalati dall’armatore Onorato rispondono al vero, e mi pare che non vi siano smentite ma i dati dimostrino che quanto da Lui sostenuto è in atto, la domanda che ci dobbiamo porre è se e per quale ragioni i rappresentanti dei lavoratori hanno concesso le deroghe. Non esisteva personale marittimo? bene hanno fatto. invece esistono lavoratori nazionali disponibili ad essere imbarcati? male hanno fatto e aggiungerei che vorrei conoscerne le ragioni.

  9. Schiavi sui traghetti: apparentemente una notizia “bomba”, Ma perché tanta “grande stampa non ne ha parlato? Si tratta di un “petardo” travestito da bomba o qualcuno ha preferito “disinnescarla”?

  10. Schiavi sui traghetti? Puzza tanto diuna “guerra” commerciale fra due colossi dei traghetti, ovvero Onorato e Grimaldi…

  11. Se c’è un armatore che ottiene finanziamenti per pagare, con contratto nazionale e stipendio “vero”, dei lavoratori italiani o comunitari e un altro armatore, invece, percepisce gli stessi aiuti economici dallo Stato per pagare la metà i dipendenti extracomunitari imbarcati a me non sembra che sia solo una “guerra commerciale”. A me sembra che uno si muova all’interno delle regole (e di una moralità, che non guasta mai) e l’altro no.

Rispondi a Teo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *