Filtri antiparticolato, è un regalo elettorale a Milano o si tratta solamente d’ignoranza?

Sembra che al Governo la mano destra non sappia quello che fa la sinistra. Come spiegare altrimenti la scelta del ministero dell’Ambiente, d’accordo col ministero dell’Economia, di stanziare quasi un milione di euro per il Comune di Milano per favorire l’installazione dei filtri anti particolato? Una decisione adottata con l’obiettivo di  trasformare, proprio grazie ai filtri, i veicoli Euro 0, 1, 2,  3 e 4 in automezzi non inquinanti, ma senza che esista la conferma che i Fap, come vengono comunemente chiamati, producano effettivamente  benefici all’inquinamento. Sul tema esistono infatti teorie contrastanti e c’è chi sostiene che la rottura delle particelle prodotte dai filtri anziché eliminare i rischi per i cittadini possa aumentarli visto che le rende più facilmente respirabili e quindi dannose. Una diatriba sulla quale si dovrà pronunciare la magistratura. In attesa della “sentenza” un aspetto induce a riflettere e riguarda  il recente accordo stipulato dalle associazioni di categoria con il ministero dei Trasporti: per mantenere il recupero dell’accisa e per garantire la compatibilità dei conti pubblici sono stati  esclusi  i veicoli motorizzati euro 0, 1 e 2 da tale possibilità. Manovra che ha spinto molte imprese di autotrasporto ad affrontare nuovi pesanti sacrifici per acquistare veicoli di nuova generazione Euro 6, come testimonia l’incremento pari al 55 per cento delle vendite dei mezzi con portata superiore alle 16 tonnellate. Imprenditori dell’autotrasporto che ora rischiano di  ritrovarsi cornuti e mazziati. Ma ci sono anche altre riflessioni possibili: per esempio, se altre amministrazioni comunali chiederanno l’estensione del contributo (che se non viene interpretato come un grazioso regalo elettorale rischia di apparire solo frutto di superficialità e ignoranza)  come si comporterà il ministero dell’Economia? Continuerà a usare pesi e misure diversi, come del resto ha fatto opponendo da un lato resistenza sui trasferimenti di risorse per l’autotrasporto utili al mantenimento delle spese non documentate per le imprese artigiane e dall’altro consentendo che venissero elargiti fondi per i filtri? Senza dimenticare un’ultima considerazione: se un automezzo si presenterà con il Fap installato per transitare in Austria o in altre frontiere documentando il livello di inquinamento realizzato tramite filtro, verrà fatto transitare o sarà rispedito al luogo di provenienza perché tale potere antinquinante non verrà riconosciuto?

Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e vicepresidente Confcommercio.

5 risposte a “Filtri antiparticolato, è un regalo elettorale a Milano o si tratta solamente d’ignoranza?

  1. Cornuto e mazziato sarà chi monta il fap perché, da quanto ho letto, il trasportatore che lo fa si trova un mezzo in teoria €6 ma non può usufruire dello sconto accisa.

  2. Possibile che nessuno riesca a fare una valutazione su questi FAP, al ministero non ci sono tecnici in grado di valutare anche il dispositivo Dukic che è stato documentato anche dalle jene e per il quale è in corso un’indagine della Magistratura? La faccia fare lei Uggè questa valutazione, credo che abbia i mezzi e in seconda battuta possa anche seguirne gli sviluppi. Se fosse un dispositivo veramente all’avanguardia risolveremmo tanti problemi e magari inizierebbe un’inversione di tendenza sui criteri di valutazione.
    Un saluto
    Guido

  3. Regalo elettorale mi sembra l’ipotesi più plausibile. Il Governo di sinistra ha dato un aiuto ai candidati di sinistra a spese ovviamente nostre (compresi gli elettori di centrodestra….)

  4. Tanto questi, non sapendo cosa significhi lavorare per guadagnare i soldi li usano ad minchiam , come gli pare e piace, anche per pagare filtri antiparticolato che fanno più danno che altro (parcellizzando le particelle d’inquinamento. ma tanto è inutile spiegarglielo: lorto devono “finanziare” la campagna a qualcuno ed ecco pronti i soldi per i filtri.

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