L’Ilva non paga i trasportatori ma loro devono pagare l’Iva sulle fatture insolute

Il mondo del trasporto non è riuscito a ottenere quello che con una classe politica adeguata avrebbe invece raggiunto: la sospensione del versamento dei tributi erariali  per le imprese del trasporto che vivono  pesanti difficoltà per la situazione del Gruppo Ilva e che da un simile provvedimento avrebbero potuto ottenere una boccata d’ossigeno. Aziende che non sono state pagate per mesi dal committente e che si sono trovate in difficoltà a far fronte a loro volta agli impegni. A partire proprio dal carico di tasse che lo Stato esige invece gli venga “consegnato”. A qualunque costo, compreso quello della chiusura delle imprese. Nessuno vuole fare di ogni erba un fascio: il settore ha infatti  apprezzato l’impegno dei commissari e dei politici che, comprendendo la situazione, si sono fatti portavoce in Parlamento di una richiesta che avrebbe semplicemente sospeso, non annullato, anche per alcuni mesi del 2016 il versamento dei tributi erariali. Ma l’emendamento è stato respinto, nonostante la misura non facesse che riproporre quanto concordato con l’allora ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi, per il 2015 e nonostante nella relazione tecnica del provvedimento sull’Ilva si affermi chiaramente che per le casse dello Stato non si sono generati effetti sul gettito sia per il fatto che non si trattava di importi rilevanti sia per la brevità della durata della sospensione. Perché allora l’Esecutivo non ha saputo o voluto trovare quella “soluzione adeguata” chiesta dai parlamentari che, non essendo la vicenda Ilva definita, hanno raccolto le preoccupazioni della Conftrasporto trasformandole in un ordine del giorno per impegnare l’Esecutivo a dare tutt’altra risposta? Perché non è stata rispettata una promessa solenne quale deve essere considerata quella di un ministro? Il  Decreto Mille proroghe ha dato via libera a misure che comportano costi per lo Stato, ma ha intimato l’alt  a una manovra a favore di operatori che consentono, con la loro attività, la consegna dei prodotti finiti.  Chi parla per slogan, in gran parte smentiti dai fatti, è in grado di spiegare?

Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio

4 risposte a “L’Ilva non paga i trasportatori ma loro devono pagare l’Iva sulle fatture insolute

  1. Mica riguarda solo i camionisti. In questo Paese guidato nella migliore delle ipotesi da incapaci e nella peggiore da ladri truffatori, allo Stato non gliene è mai fregato se qualcuno non paga le fatture. Uno fallisce e non salda i debiti? Il creditore ci paga l’Iva, perché quei soldi lo Stato li vuole! Uno scappa (coi soldi) all’estero e lascia l’azienda in bancarotta lasciando un mare di debiti?? Lo Stato mica si preoccupa di andare a prenderlo sequestrargli tutto….. Lascia che chi è nel mare di debiti annega. E’ forse per questo che girando per le strade si sentono associare alla parola Stato, Governo, politici, ministri, premier aggettivi non esattamente edificanti?

  2. Immagino che dovranno pagare anche inps e inail, quota albo. come la mettiamo qui con la bella pensata del “portale della regolarità”? se non pagheranno non saranno regolari, ma per colpa di chi? oltre al danno quindi, anche la beffa, perché a norma di legge, i committenti insoluti non potranno nemmeno farli lavorare!

  3. E bravo Benedetto. Quando non si conoscono le cose è proprio vero che si da aria alla bocca. Tu certamente non avrai partecipato alle riunioni degli autotrasportatori che operano con l’Ilva in questi mesi e quindi non sai nulla. Ti dico solo la questione della prededucibilità che per l’autotrasporto non era prevista, se è stata ottenuta il merito è solo delle federazioni dell’autotrasporto che hanno trovato con l’allora ministro Lupi la soluzione. Proprio per farti sentire un nulla aggiungo che nell’anno scorso le imprese hanno ottenuto anche la sospensione dei versamenti e il pagamento anticipato delle fatture. Quindi…..

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