Merci sui treni, l’Italia è in perenne ritardo. Delrio: “Serve un’accelerazione”

“Il trasporto ferroviario merci chiede un’accelerazione e il contributo del settore logistico è utile per individuare, in un quadro chiaro di indirizzi, misure nuove e concrete. Intermodalità e logistica sembrano parole astratte, in realtà hanno un impatto fortissimo sulla vita delle imprese”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che martedì 2 febbraio ha partecipato al primo incontro organizzato dalla Struttura tecnica di Missione, guidata da Ennio Cascetta, con gli stakeholder, le associazioni di categoria di settore e le direzioni ministeriali coinvolte. Come spiega una nota del Ministero dei Trasporti, l’incontro è servito per aprire “un confronto sul rilancio della competitività logistica italiana a favore del sistema produttivo del Paese”.

Il coordinatore della Struttura tecnica, Ennio Cascetta, ha presentato alcune linee strategiche di indirizzo sui temi della logistica e dell’intermodalità ferroviaria, partendo dalla situazione attuale. L’Italia, spiega la nota del Ministero, ha necessità di recuperare coerenza e competitività con la programmazione strategica Europea. “In Italia viaggiano su ferro 1/5 delle merci della Germania e meno di 2/3 della Francia”, ha sottolineato, “e il traffico ha subito negli ultimi anni un decremento”. Dei 14 porti core, soltanto 10 sono collegati via ferro e anche per i 15 sistemi portuali identificati dal Piano della Portualità e delle logistica “occorre ragionare in un’ottica di collegamenti di qualità, ora non omogenei”, spiega il comunicato. “Manca infatti una maglia efficiente dei collegamenti primari di connessione ai servizi ferroviari e di rilancio tutte le aree del Paese. Per questo nei prossimi mesi, con la collaborazione degli stakeholder, si lavorerà sulle linee guida di indirizzo strategico relative a trasporto ferroviario merci e intermodalità terrestre, che riguarderanno interventi infrastrutturali, semplificazione e velocizzazione, normative e azioni di sostegno. L’incremento del trasporto merci su ferro e della integrazione dei nodi e delle reti rappresenterebbero un vantaggio competitivo per il Paese, oltre che ambientale”.

4 risposte a “Merci sui treni, l’Italia è in perenne ritardo. Delrio: “Serve un’accelerazione”

  1. come il pendolare prende il treno fino a quando i continui ritardi non lo costringono a passare all’auto per non perdere il posto di lavoro così anche le merci ,che oltre i 500 km sarebbe logico viaggiassero in buona parte sul treno , fanno lo stesso. Se non c’è efficienza le merci vanno dove viaggiano più veloci e oltretutto con le tariffe sottocosto e da miserabili offerte dagli autotrasportatori ai clienti la differenza è trascurabile.

  2. Incredibile come non si riesca a comprendere che è la merce che sceglie il mezzo più conveniente e non l’operatore del trasporto. Se questo assunto divenisse patrimonio comune ecco che forse si inizierebbe a ragionare come rendere conveniente un sistema di trasporti. Occorre che tutto sia di fatto parte di un piano organico e razionale. Pensare come crede il ministero di penalizzare il sistema del trasporto su gomma senza aver dato vita a sistemi alternativi funzionanti significa penalizzare il sistema economico nazionale. l’Alternativa al treno e alle navi è data dai tempi e dalla mancanza di una organizzazione efficiente. Se non si realizzeranno prima le condizioni si sprecheranno risorse ed avremo i tir Turchi, polacchi, rumeni, che sostituiranno quelli nazionali.
    La strada è predisporre un disegno e costruire la realizzazione attraverso gli interventi possibili. Allora ci troveremo ad avere un sistema di trasporti funzionale ed economico senza aver penalizzato nessun operatore. Il resto è acqua fresca e serve solo al politico di turno per far vedere che si fa qualche cosa.

  3. “L’amministratore delegato della società di Ferrovie dello Stato e di Cemat ritiene che ci sia uno squilibrio in Italia a favore della strada e che bisogna applicare il modello svizzero…… Per questo, ha poi concluso, ci vogliono “il rispetto delle regole da parte dei camionisti, azioni politiche mirate e vanno considerate le esternalità positive”. Caro amministratore delegato, se vuole applicare il modello svizzero lo applichiamo tutto, non solo quello che fa comodo a lei!

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