I diesel hanno un futuro: l’uomo che ha scoperto il trucco difende i motori a gasolio

“Il diesel avrà ancora un futuro negli Usa”. Parola di Dan Carder, il responsabile del team di ricercatori che ha scoperto l’inganno sulle emissioni “truccate”, che difende i motori a gasolio. “Le tecnologie di controllo delle emissioni del diesel sono maturate in modo significativo nel corso degli ultimi 10-15 anni”, non a caso altri modelli con motore diesel recentemente testati “si sono comportati molto bene”, ha spiegato in un’intervista all’Ansa nella quale ha ripercorso le tappe del dieselgate.

“All’epoca della scoperta”, ha detto il direttore ad Interim del Centro per Carburanti Alternativi, Motori ed Emissioni (CAFEE) dell’Università del West Virginia, “avevamo immaginato che la situazione si sarebbe potuta rettificare attraverso un richiamo volontario”. Ma, alla luce “della lettera dell’Air Resource Board (il californiano CARB, ndr), che racconta dello scambio di contatti con Volkswagen, gran parte delle restrizioni imposte nel mercato Usa sono il risultato proprio del fallito tentativo di Volkswagen di condurre quel richiamo volontario”. Negli Usa si guarda alle emissioni degli ossidi di azoto (NOx), in Europa all’anidride carbonica (CO2). Se il software utilizzato da Volkswagen in Usa – chiede l’Ansa – fosse stato usato su vetture vendute in Europa avrebbe avuto gli stessi effetti distorsivi anche sui valori delle emissioni di CO2? “Intanto resta ancora da vedere”, risponde Carder, “cosa Volkswagen abbia effettivamente usato per alterare i valori di emissione dei propri veicoli. Tuttavia, le emissioni di CO2 si basano sul consumo di carburante e questo è molto più facilmente rilevabile dal consumatore. Inoltre il risparmio di carburante è un importante parametro che influenza le vendite di auto, quindi non avrebbe avuto senso non controllare le emissioni di CO2 (e quindi migliorare il risparmio di carburante)”. Carder anticipa che i test del centro da lui guidato proseguiranno con dei “follow-up” sui diesel di altri modelli e marchi. Infine, manifesta una fondata speranza: che il CAFEE diventi “parte integrante delle future attività di regolamentazione e di verifica della conformità che si svolgeranno in tutto il mondo. Molte delle quali si concentreranno specificatamente sull’efficienza in uso (ciclo reale) delle emissioni e sull’impatto ambientale”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *