Ti-Bre fermata dalla Regione Emilia Romagna, il ritardo infrastrutturale cresce

LEONARDO LANZINelle settimane scorse è scoppiata una discussione accesa provocata dalle dichiarazioni dell’assessore ai Trasporti, Infrastrutture e Pianificazione Territoriale della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini. Il motivo è il nuovo piano regionale delle infrastrutture che non prevede più la realizzazione della Ti-Bre (Tirreno – Brennero), opera ritenuta strategica da tutti i precedenti Governi (di centro-sinistra, di centro-destra e ‘tecnici’) per il collegamento tra l’Alto Tirreno e il Brennero attraverso l’Emilia, la Lombardia e il Veneto. L’opera autostradale prevede il proseguimento dell’attuale tracciato dell’autostrada A15 La Spezia-Parma fino a Nogarole Rocca con un percorso di circa 85 chilometri, in gran parte in Lombardia.

Il primo lotto è in fase di avvio lavori (attualmente è in essere il preallestimento: picchettaggio del tracciato, preparazione e allestimento campo base) e insiste tra l’attuale interconnessione A1-A15 in comune di Fontevivo a fianco dell’Interporto di Parma e il sito industriale di Trecasali (Parma) a totale finanziamento privato dell’attuale concessionario dell’Autocisa, comprese alcune opere di completamento utili per i territori interessati quali svincoli per le interconnessioni, realizzazioni di tangenziali, allargamenti di strade provinciali, ecc… con moderna mitigazione ambientale (percorsi in trincea, barriere oscuranti e fonoassorbenti, riqualificazioni di cave dismesse ed altro). Questa opera consente di migliorare la competizione non solo delle aree attraversate ma dell’intero sistema Paese favorendo l’attuale forte impulso della portualità tirrenica (La Spezia, Carrara e Livorno) e delle aree industriali dell’Emilia Occidentale e della bassa Lombardia connettendole con i Paesi del Centro e dell’Est Europa via Verona. Non sono da trascurare i vantaggi derivanti dalla minor percorrenza chilometrica dei mezzi e conseguente risparmio di emissioni nocive in atmosfera, la minor congestione dell’arteria autostradale A1 nel tratto Fidenza-Modena oltre a offrire al Paese un’alternativa valida nei collegamenti Nord-Centro/Sud Italia.
Dopo l’uscita dell’assessore Donini, si è tenuto sul territorio un incontro particolarmente importante in cui la partecipazione di operatori del trasporto e della logistica, associazioni di rappresentanza dei vari interessi economici e una larga partecipazione di rappresentanti delle istituzioni interessate tra cui assessori regionali della Lombardia, del Veneto e della Liguria, consiglieri regionali e provinciali, sindaci ecc.. (assente la sola giunta regionale dell’Emilia Romagna) hanno rafforzato l’assoluta necessità non solo di realizzare l’intero tracciato ma soprattutto di accelerarne le tempistiche per non farne un’opera monca. È da evidenziare che dopo la realizzazione imminente del I lotto, il tracciato prevede un percorrenza di soli 5 chilometri in Emilia Romagna (da Trecasali al Ponte sul Po), ben 55 chilometri in Lombardia e 15 chilometri in Veneto. Queste ultime due Regioni hanno ribadito la strategicità dell’arteria utilizzandola per completare progetti di collegamento con aree fortemente industrializzate.
Dal Forum Conftrasporto/Confcommercio svoltosi la settimana scorsa a Cernobbio è stato ribadito con fermezza anche dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio che il nostro Paese è in forte ritardo infrastrutturale ed è disconnesso nei suoi nodi principali. Un’altra dichiarazione del ministro evidenzia come troppo spesso molte opere ritenute importanti tanto da essere già in fase avanzata vengano rimesse in discussione per interessi locali creando ulteriori ritardi e sprechi di risorse contro l’interesse del Paese. Pare evidente che la posizione dell’assessore Donini si scontri pesantemente con quanto espresso dallo stesso ministro.

Leonardo Lanzi – Presidente Fai Parma

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