L’auto italiana è la più tassata d’Europa: il confronto con gli altri Paesi è da incubo

Cara auto, quanto mi costi? Tra Iva, bollo, assicurazione, benzina e manutenzione c’è chi ha dovuto fare a meno del mezzo privato. E lo svantaggio dell’automobilista italiano rispetto al resto d’Europa e probabilmente anche del mondo è stato messo di recente in luce anche da un’inchiesta del quotidiano economico Italia Oggi. Si parte dall’Iva sulle auto nuove al 22 per cento, contro il 19 per cento della Germania e il 20 per cento di Francia e Gran Bretagna.

Germania e Inghilterra, inoltre, non pagano tasse di immatricolazione, mentre su un veicolo comprato in Italia di media cilindrata si arriva a versare fino a 500 euro. L’italiano è penalizzato pure in materia di deducibilità dalla dichiarazione dei redditi. Si può portare solo il 20 per cento dei costi di acquisto con un tetto massimo di 18mila euro (in pratica 900 euro l’anno per quattro anni di ammortamento): limiti questi del tutto sconosciuti negli altri Paesi dell’Unione. E l’Iva? È deducibile solo al 40 per cento contro il principio generale accettato negli altri Paesi della deducibilità integrale. “In pratica”, si legge sempre su Italia Oggi, “un’auto aziendale del costo di 30mila euro beneficia in Germania di 30mila euro di detrazioni e deduzioni, in Francia di 23.300 euro, in Italia solo 5.800 euro. Sui carburanti le accise pagate in Italia sono da podio. L’erario aggiunge infatti 0,728 euro per ogni litro di benzina e 0,617 euro per ogni litro di gasolio. In entrambi i casi si tratta della seconda tassazione più pesante su 29 stati europei. Con la conseguenza che cali consistenti del prezzo del greggio, come quelli che si stanno verificando in questi giorni, si traducono in riduzioni quasi impercettibili sul prezzo del carburante”.

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