Migranti morti nel Tir. Uggè punta il dito sulla carenza di controlli in Europa

“La tragedia delle vite perdute e del macabro ritrovamento a bordo del mezzo su gomma abbandonato su una piazzola dell’autostrada Budapest-Vienna è sconvolgente. All’interno della più grande e complessa questione migratoria questa vicenda dimostra che esistono anche preoccupanti buchi e carenze nel sistema di controllo dei trasporti su gomma in Europa”. Questo il commento del vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè, sulla tragedia dei migranti morti soffocati in un camion in Austria. “Le forze politiche”, conclude Uggè, “invece di limitarsi a esprimere il giusto rincrescimento e cordoglio per quanto avvenuto dovrebbero attivarsi per sostenere l’introduzione di un sistema integrato e uniforme di efficaci controlli sul trasporto su gomma in Europa, che possa contribuire a  limitare il ripetersi di simili tragedie”. Nel frattempo solo saliti a 71 i migranti trovati morti nel camion frigorifero abbandonato in Austria. Le prime notizie parlavano di un numero di vittime compreso fra i 20 e i 50, ma la realtà si è rivelata ancora più drammatica. Tra le vittime, molto probabilmente profughi che tentavano di emigrare in Europa, ci sono anche otto donne e quattro bambini. Intanto la polizia ungherese ha annunciato l’arresto di un uomo, probabilmente il conducente del Tir, un camion immatricolato in Ungheria. Sul camion c’è il logo di un allevamento di polli slovacco, Hyza, che sostiene di non essere più proprietario del veicolo. Secondo le autorità, era partito da Budapest ed era diretto a Vienna. La tragedia ha colpito profondamente l’opinione pubblica di tutta Europa, toccata direttamente del dramma dell’immigrazione. Da Vienna, dove si è tenuto il vertice sull’emergenza immigrazione nei Balcani, la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva infatti aperto la porta a un fronte comune contro l’emergenza profughi. “Siamo tutti scossi da queste terribile notizia” ha detto la Merkel. “Ora dobbiamo occuparci rapidamente della questione immigrazione con uno spirito europeo, cioè uno spirito di solidarietà, e trovare una soluzione”. Ancora una volta si è dovuta attendere una tragedia per far emergere lo spirito comunitario che lega l’Unione Europea.

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