Trucchi per sfuggire all’autovelox: sono inutili e fanno rischiare la vita

Un cd appeso sopra il cruscotto, la lacca per capelli spruzzata sulla targa, lo spray al fango che ricopre stranamente solo alcuni numeri della targa. Sono questi alcuni metodi fai da te per cercare di evitare gli autovelox. Anche se molti lo sapranno già, nessuno di questi trucchi funziona realmente. C’è poi chi azzarda slalom sulla corsia di emergenza per dribblare il tutor in autostrada.

“E il corredo di motivazioni per i ricorsi?”, scrive Giordano Biserni, presidente dell’Asaps. “Vastissimo con enciclopedie di cause giustificative, di eccezioni sul posizionamento e sul presegnalamento con cartello degli autovelox. Insomma a volte ci verrebbe da dire che per molti utenti sarebbe forse necessaria la Banda della Polizia che suona un a marcia lenta per allertare il conducente dal piedino pesante in arrivo. Sì siamo automobilisti super informati su come trovare il modo di “fregare” il micidiale misuratore di velocità! D’altra parte non siamo la patria del lampeggio per avvertire i colleghi di strada (e i criminali) che  più avanti c’è la polizia? Se però dovessimo affrontare una seconda prova nell’esame di maturità dell’automobilista italiano ci troveremmo con spiacevoli sorprese. Un esempio? Ci dica il candidato (d’un fiato) in quanti metri si ferma la sua vettura fra tempo di reazione medio di un secondo e spazio di frenata se viaggia a 50 km/h su strada asciutta (e su strada bagnata) e debba arrestarsi in prossimità di un passaggio pedonale, e se il candidato viaggia su una statale a 90 km/h? E in autostrada a 130 km/h? Ecco che il livello di preparazione in questo caso scivola inesorabilmente verso il basso con molte approssimazioni e inesattezze”.
Ps: lo spazio di arresto con tempo di reazione di un secondo su strada asciutta a 50 km/h è di 28 metri, a 90 km/h è di circa 70 metri a 130 km/h è di 129 metri.

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