Ricostruire l’autostrada, il Giappone l’ha fatto in sei giorni. L’Italia si vergogni

Corriere della sera del 24 marzo 2011, titolo:  “Giappone: sei giorni dopo la scossa già ricostruita un’autostrada. Nel testo si raccontava dell’impiego di centomila soldati dell’esercito di autodifesa impegnati nelle zone devastate dal sisma e dallo tsunami e di come in una settimana gli ingegneri della società di gestione Nexco avessero ripristinato un tratto dell’autostrada a nord di Tokyo devastata dal terremoto dell’11 marzo. Perché loro in sei giorni ricostruiscono un’autostrada e noi per mesi o addirittura anni siamo solo capaci di valutare, parlare, verificare, magari di chi è la competenza?  perchè loro intervengono, subito e bene, e noi discutiamo e basta? È una domanda che milioni di italiani probabilmente si sono posti dopo il crollo del viadotto Himera, in Sicilia. E che continuano a porsi man mano che i giorni trascorrono e intanto, in Sicilia ma non solo, non accade nulla. Una domanda che la redazione di Trasporto commerciale ha rivolto a Pasquale Russo, segretario nazionale di conftrasporto. La risposta?  “Il problema è sempre lo stesso: in Italia bisogna semplificare le procedure ma soprattutto centralizzare competenze strategiche come quelle delle infrastrutture, è impensabile che per fare un’opera debbano intervenire decine di enti”.

3 risposte a “Ricostruire l’autostrada, il Giappone l’ha fatto in sei giorni. L’Italia si vergogni

  1. I concessionari nostrani non sono forse veloci come i giapponesi nel riparare le autostrade a tempo di record per ripristinare il servizio per gli utenti però, quando c’è da spolparli gli utenti, sono impareggiabili e creativi e riescono a farti pagare un’autostrada anche se non la percorri. Da quando c’è la Teem se entri a Bergamo ed esci a Parma passando da Brescia paghi comunque come se transitassi sulla Teem cioè, per un autocarro a 5 assi 9.9 euro in più di quello che si pagava prima. Ne hanno di strada da fare i giapponesi!!!

  2. Anche in Italia siamo capaci di fare come i giapponesi, peccato che ci voglia Expo per fare le cose veloci. Purtroppo la prossima ci toccherà fra cent’anni.

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