Si vola sempre più, servono 32.600 aerei nuovi in 20 anni. Le flotte raddoppiano

È il cielo la strada del futuro. Nei prossimi 20 anni, infatti, il traffico aereo crescerà a tal punto che saranno necessari molti più aerei. Le flotte in pratica raddoppieranno. Secondo Airbus, tra il 2015 e il 2034, il traffico passeggeri mondiale crescerà al tasso annuale del 4,6 per cento rendendo necessari circa 32.600 nuovi aeromobili da 100 posti a sedere e più per un controvalore di 4,9 mila miliardi di dollari.

Tra 20 anni, grazie soprattutto alla spinta dei Paesi emergenti, le flotte passeggeri e merci raggiungeranno i 38.500 aeromobili, il doppio rispetto agli attuali 19.000 velivoli. Nel mondo, la tendenza a utilizzare l’aereo è in aumento: nelle economie emergenti, spiega Airbus in una nota, il 25 per cento delle popolazioni effettua un viaggio all’anno, un dato destinato a salire al 74 per cento entro il 2034. Nelle economie avanzate, come per esempio il Nord America, si effettueranno in media oltre due viaggi all’anno. “Entro il 2034 l’Asia Pacifico sarà l’area più importante in termini di traffico mentre entro i prossimi 10 anni la Cina diventerà il mercato più importante a livello mondiale. L’Asia e i mercati emergenti saranno chiaramente i catalizzatori della crescita del traffico aereo”, spiega il chief operating officer Clienti di Airbus John Leahy. In particolare, nel mercato degli aeromobili “widebody” (a fusoliera larga), Airbus prevede un trend continuo verso l’adozione di modelli più grandi, con aeromobili che percorrono rotte a lungo raggio ma anche una gamma sempre più ampia di rotte regionali e domestiche. Di conseguenza, Airbus prevede nei prossimi 20 anni un fabbisogno di circa 9.600 aeromobili widebody per il trasporto passeggeri e merci, per un valore di 2,7 mila miliardi di dollari, pari al 30 per cento del mercato in termini di unità e il 55 per cento in termini di valore. Nel mercato degli aerei a corridoio singolo, invece, Airbus prevede nei prossimi 20 anni una richiesta per circa 23.000 nuovi aeromobili per un controvalore di 2,2 mila miliardi di dollari (70 per cento del mercato complessivo in termini di unità e il 45 per cento in termini di valore).

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