Le pecche del Piano dei porti. Russo: “Bacini più profondi per le grandi navi”

“Il Piano dei porti? Contiene un sacco di dati ma manca di due informazioni fondamentali. La prima: quali sono i tempi per fare questa riforma? Quando passeremo dalle chiacchiere ai fatti? La seconda: il dragaggio dei porti. È possibile che il Governo non abbia ancora capito che bisogna togliere due metri di sabbia dai bacini di approdo e che non ci occorre invece trovare più spazio sulle banchine? Perché se non arrivano le grandi navi che hanno un pescaggio maggiore, visto che l’acqua in porto non è sufficientemente profonda, è inutile avere più spazio sui moli”. A mettere sul banco degli imputati la riforma dei porti italiani, formulando due capi d’accusa ben precisi, è stato il segretario nazionale di Conftrasporto, Pasquale Russo, intervenuto al convegno “L’Italia disconnessa” organizzato nella sede nazionale di Confcommercio.

“È possibile avere una norma urgente che porti delle ruspe a scavare nei porti e a far sì che i cargo più grandi non siano costretti ad attraccare in altri scali in Europa, facendo perdere al nostro Paese milioni di tonnellate di merci che viaggiano via mare?”, ha detto Pasquale Russo. “È possibile che mentre il Governo decide se avere 20 piuttosto che 30 autorità portuali, mentre si discute per definire chi e di quale schieramento politico sarà nominato presidente della tale o tal altra autorità portuale, si riesca a fare un provvedimento d’urgenza che ci consenta di togliere due metri di sabbia e consentire alle grandi navi di attraccare?”.

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