La strage dei bambini morti sulle strade: “I più piccoli sono vittime degli adulti”

Giovani vite che si spezzano, con bambini e adolescenti che muoiono sulle strade di tutto il mondo. Un dramma che coinvolge anche l’Italia. I dati sono impressionanti. Secondo l’Onu ogni giorno sulle strade del mondo muoiono 500 bambini e adolescenti con meno di 18 anni per un totale di oltre 182mila giovani vittime della strada l’anno. In Italia (i dati sono del 2013), sono morti in media oltre due bambini a settimana: le vittime con meno di 18 anni sono state infatti 123.
Per salvare più giovani vite possibili, parte lunedì 4 maggio la “Settimana mondiale della sicurezza stradale”, indetta dalle Nazioni Unite e dedicata proprio alla protezione dagli incidenti per i più giovani. Le iniziative promosse dall’Onu sono consultabili all’indirizzo http://www.savekidslives2015.org, dal quale è possibile scaricare la “Dichiarazione dei bambini per la sicurezza stradale”, una petizione rivolta ai leader di tutti i paesi membri.
“La mortalità infantile e giovanile sulle strade è un dramma nel dramma”, spiega Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania per la Sicurezza stradale, “anche perché i bambini sono vittime di comportamenti superficiali, distratti e scorretti assunti dagli adulti quando sono al volante. Per questo noi li consideriamo all’interno della categoria degli utenti deboli o vulnerabili della strada. È bene ricordare che l’incuria dei genitori che non usano i seggiolini o le cinture di sicurezza posteriori è una delle principali cause di morte dei minori sulle strade”. Nell’ultimo anno, spiega la Fondazione Ania in una nota, oltre alle 47 vittime, tra gli under 14 si sono registrati anche 10.400 feriti per incidente stradale. “Molti non si rendono conto”, continua Guidoni, “che l’utilizzo corretto dei seggiolini e dei sistemi di ritenuta può ridurre del 70 per cento le possibilità di conseguenze gravi in caso di incidente stradale. In molti casi, c’è scarsa conoscenza delle norme del codice della strada. Per questo la Fondazione Ania in passato ha avviato importanti campagne di informazione proprio sul corretto trasporto dei minori in automobile e ha anche chiesto un inasprimento delle pene per chi non rispetta queste regole, che non valgono solo per l’automobile, ma anche per il trasporto dei bambini in bicicletta e sui motocicli”. Ancora più critica la situazione per la fascia di età compresa tra i 14 e i 17 anni, che fa registrare un totale di 76 vittime. “Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani e i giovanissimi”, conclude Umberto Guidoni, “ed è paradossale che un Paese come il nostro, che sta invecchiando, continui a perdere ogni anno sulle strade il proprio capitale umano. Guardando agli adolescenti, i morti sono imputabili anche all’utilizzo di ciclomotori e motocicli. Tra i 14 e i 17 anni, molte volte si paga la scarsa esperienza di guida e la non conoscenza delle norme. Anche per questo, in passato, la Fondazione Ania è stata tra i principali promotori dell’introduzione della prova pratica per il conseguimento del patentino di guida per i ciclomotori. Ci auguriamo che l’iniziativa delle Nazioni Unite sensibilizzi in maniera importante gli utenti della strada e favorisca misure di prevenzione dedicate ai bambini”.

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