Ventiseimila camion fuggiti dall’Italia. Unatras: “Il Governo fermi l’emorragia”

“Ventiseimila Tir  “fuggiti” dall’Italia dal 2008 al 2013 per consentire ad altrettanti autotrasportatori di poter continuare a lavorare, perché solo trasferendosi in Paesi dove il costo del lavoro poteva consentire di essere concorrenziali molti imprenditori del trasporto avrebbero potuto  evitare di chiudere l’attività. Quante altre centinaia, migliaia di imprese dovranno ancora fuggire dal nostro Paese prima che il Governo cambi la sua politica dell’autotrasporto? Cosa dobbiamo fare per far capire che per le imprese italiane di autotrasporto è impossibile poter essere competitive in Europa, che l’insostenibile costo del lavoro, non causato dalla retribuzione al lavoratore talvolta uguale ai Paesi dell’Est, ma dagli oneri sociali e contributivi che gravano a dismisura sul costo totale del dipendente, obbliga le imprese italiane a delocalizzare? I dati diffusi in queste ore dai responsabili di  Unrae, l’Unione nazionale dei rappresentanti di autoveicoli esteri, tracciano un bilancio da incubo per quanto riguarda il periodo 2008 – 2013 in Italia: meno 59, 5 per cento di immatricolazioni di veicoli sopra i 35 quintali; meno 14,1 per cento nelle percorrenze stradali; meno 32,7 per cento per quanto riguarda le tonnellate di merci trasportate; meno 37, 3 per cento di consumo gasolio… E tutto questo mentre il commissario per la spending review, a proposito di gasolio, continua a ribadire la necessità di nuovi tagli ai rimborsi per le accise. Dimenticando che questa manovra può  solo spingere decine di migliaia di Tir a fare il pieno all’estero, svuotando ulteriormente le casse dello Stato che in questi cinque anni presi in esame da Unrae hanno già perso oltre 10 miliardi di euro tra imposte provinciali di trascrizione, accise, Irap e Ires, oltre minori oneri sociali per 1,3 miliardi…”. E’ un fiume in piena Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto e di Unatras, nel commentare gli ultimi dati relativi al comparto dell’autotrasporto italiano, nel denunciare quella che definisce senza mezzi termini, una situazione catastrofica, provocata ” da un Governo che ora deve agire senza perdere più nemmeno un solo istante  per salvaguardare l’autotrasporto italiano e che deve farsi portavoce in Europa affinché vengano stabilite regole uguali per tutti, che mettano fine all’uso distorto del distacco transazionale e alla somministrazione di lavoro irregolare”. Ed è proprio per avanzare ufficialmente questa richiesta che Pasquale Russo, a nome di Unatras, ha inviato al presidente del Consiglio Matteo Renzi una lettera nella quale invita il premier a incontrare al più presto i rappresentanti dell’autotrasporto. “Prima che sia troppo tardi”, tuona Pasquale Russo, “prima che migliaia di altre imprese fuggano in quei Paesi dove trovano condizioni più favorevoli. Di fronte ai dati dell’Ufficio di statistica dell’Unione europea, che  mostrano la netta frammentazione dei costi del lavoro tra i Paesi del Vecchio continente e che soprattutto indicano in maniera nettissima l’ingiustificabile enorme incidenza  delle voci non salariali, il Governo non può più continuare a far finta di nulla”.

17 risposte a “Ventiseimila camion fuggiti dall’Italia. Unatras: “Il Governo fermi l’emorragia”

  1. Pagare per un sistema che non funziona, il Sistri; sostenere un costo del lavoro elevato e che non ci consente di essere competitivi; subire la concorrenza dei vettori esteri che grazie a dei controlli inesistenti (per loro) sono meno costosi di noi; avere una burocrazia che ci opprime; una tassazione elevata; cosa ci resta da fare se non andare ad aprire una sede all’estero. Così almeno potremo nei traffici internazionali competere e su quelli all’interno dell’Italia fare cabotaggio in forma abusiva. tanto chi ci controlla.

  2. Voi scrivete, scrivete. Le federazioni denunciano. Ma Il premier se ne frega. a Lui interessa solo parlare e fare annunci. Poi nel concreto non si combina nulla ma intanto noi italiani siamo come sempre pecoroni…..

  3. Avete mai letto qualche indagine che dimostra quante promesse, fatte da uno al quale Pinocchio gli fa un baffo, se gli crescesse il naso per quante bugie racconta, sono state mantenute. I giornali sono pieni di scandali che poi finiranno in nulla. intanto il premier manda a casa i suoi avversari politici e chi lo contraddice è finito. Qualche esempio? Berlusconi, Lupi, D’Alema, e poi i corpi intermedi, etc. E’ riuscito anche a ridurre i contributi alle Camere di Commercio che poi li mettevano a disposizioni delle imprese. Non razionalizzare e chiudere quelle che non funzionano. Troppa fatica e poi non utili al Suo obiettivo. meglio tagliare i contributi e così le imprese per avere gli stessi servizi dovranno pagare di più. Non ha chiuso l’Aci che è una duplicazione della MCTC come mai? forse non ce lo dirà mai, anche perché di pennivendoli è pieno il nostro paese.

  4. E non parliamo della presa per il c… del job act? Del compenso offerto per mettersi tardivamente in regola, a totale scorno degli imprenditori onesti che a suo tempo hanno effettuato regolari assunzioni a tempo indeterminato e oggi non riceveranno assolutamente nulla? E si parla pure di una bella decurtazione dei fondi per l’autotrasporto nel 2016.

  5. Il governo Renzi e tutti quelli che prima di lui hanno messo mano a questa buffonata politica e fiscale chiamata Italia non hanno saputo tirare fuori gli attributi. Sono un mero ammasso di incapaci, ladri, truffatori, arroganti e presuntuosi che non hanno il benché minimo coraggio di fare scelte giuste e sicure per il popolo dei lavoratori siano essi dipendenti che imprese. Solo capaci di tassare e tassare sempre e comunque. Il costo del lavoro è assurdamente spropositato. Contributi alle stelle (così nessuno assume più), tassazione stellare (67 per cento circa) che è pura follia demenziale. Pensano di rimettere in piedi le imprese stratassandole come fanno ora? Parlare e discutere non serve a niente. Tanto nessuno ascolta più il popolo pecoraio che a testa bassa si dissangua per un governo di ladri. E poi dicono che i terroristi sono l’Isis? Loro stessi sono terroristi e della specie peggiore. Non usano coltelli o spade ma l’incapacità e la prepotenza degna di siffatti ometti di nessun valore. Serve uno sciopero fiscale e contributivo totale.

  6. Non c’è più niente da fare, è stato bello sognare (diceva una canzone)è inutile sperare in qualcosa che non sarà più. Personalmente sono ormai delusa su tutto, in primis proprio sugli italiani (x me i politici è come se non esistessero), popolino ormai generico alla deriva che ha paura di tutto. Zitti perfino di fronte ai golpe sotto il naso, pensano che l’Italia sia un Paese libero e democratico, così da piccoli provincialotti zappettano il loro orticello di nascosto guardando dietro le fessure per non essere visti. I blog, i social, sono pieni di gente che si lamenta proprio come voi, poi di fatto? Al voto? Gli stessi personaggi ai quali interessa solo qualche anno di legislatura per stare sicuri per tutta la vita, e intanto promettono… promettono… state tranquilli. Ho diversi amici e qualche parente che sono andati via e mi dicono che è tutta un’altra storia, solo con le tasse risparmiano migliaia di euro l’anno (fino a 20.000) e fanno veramente una vita degna.

  7. Condivido tutto. Ci stanno rubando un sogno. Quello di vivere in un Paese dove le regole siano innanzitutto rispettate e fatte rispettare; le leggi non vengano approvate solo per fare dei favori agli amici di turno e soprattutto di poter avere al governo non dei politici politicanti ma dei ministri che abbiano certamente una formazione politica perché bisogna che sappiano cosa nella società determinano le soluzioni che si trovano ma anche che abbiano la conoscenza, e questo soprattutto nei ministeri che debbono intervenire su aspetti concreti (Istruzione, lavoro, trasporti, sanità). Oggi ci troveremo un nuovo ministro dei trasporti perché al presidente/padrone interessava quel ministero. Lupi dopo qualche tempo aveva incominciato a capire alcuni dei problemi (senza di Lui il caso Ilva per le imprese di autotrasporto sarebbe stato un bagno di sangue) lo cacciano via e mettono uno che prima di comprendere dove si trova passeranno altri mesi. Intanto in Europa si preparano ad introdurre il cabotaggio libero. Speriamo che il nuovo ministro non si comporti come un sottosegretario degli anni passati (allora io ero un dirigente di una federazione) che a proposito delle richieste sul cabotaggio disse : ma noi che c’entriamo con il cabotaggio andate a parlarne con il ministero della Marina Mercantile (allora era un dicastero separato). i risultati di tale preparazione li vediamo proprio oggi. Guai però a mollare! dobbiamo tutti insieme fare massa critica dando fiducia ad un leader dell’autotrasporto (io credo che ce l’abbiamo. Non faccio il nome perché non voglio danneggiarlo) e compatti affrontiamo questi che sono solo dei burattini. Il burattinaio è a palazzo chigi.
    Giacomo

  8. Ho chiuso dopo 30 anni di servizio avendo denunciato la concorrenza sleale di poste italiane nei miei confronti ho dovuto chiudere paese di m….

  9. Con questa classe politica chi non fuggirebbe dall’Italia? Io,potendo, me ne sarai andato dopo l’esperienza (tristissima) vissuta col Governo Monti, che ha aperto forse il periodo più di m…. dell’Italia togliendo qualsiasi fiducia al Paese….

  10. Non ho votato Berlusconi, non lo voterei per nessuna ragione al mondo, ma avanti di questo passo, dopo Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, quasi quasi sarei tentato di farlo….

  11. Ma cosa volete ne sappia il governo, quelli guardano solo le statistiche Istat, compilate in modo da compiacerli e far credere loro quello che vogliono credere. Gli inglesi hanno detto tempo fa:se l’italia non avesse il governo potrebbe essere tra i primi in europa. Tirate le conclusioni pensando a tutti quelli che litigano per la sedia che si fanno corrompere cambiano partito…fanno solo i LORO interessi, ricordatevene.

  12. Al Governo del mondo del trasporto su gomma italiano non importa nulla, alle nostre associazioni di categoria idem. Sono sempre piu’ contento di non aderire a nessuna associazione di categoria ormai da 8 anni e non dargli alcun contributo. Qui dobbiamo essere tutti coesi a fermare i camion presso i nostri depositi e fermare l’economia. Qualcuno salterà dalla sedia. Buona giornata

  13. Quelli che ragionano come Fabrizio fanno cadere le braccia. Si vanta di non fare gioco di squadra (non associandosi) e poi invita a “essere tutti coesi a fermare i camion presso i nostri depositi e fermare l’economia”. Come essere coesi senza presentarsi uniti e compatti (si dice anche associati) di fronte al Governo? Fabrizio, per favore, illuminaci!

  14. Quelli come Fabrizio non hanno capito che le associazioni (quelle vere, fatte di gente che sa quel che fa, non da massaie annoiate che riempiono il tempo facendo sindacato o da estremisti in cerca di facili guadagni e notorietà dopo essere stati lasciati disoccupati dai sindacati e dai partiti) sono rimaste l’unica nostra arma di difesa…

  15. Caro Pieropositivo, sono tutti uguali dopo che si sono seduti su quelle maledette poltrone. D’altra parte te la vedi una persona seria e lavoratrice ambire a quelle poltrone? Se non hai il pelo lungo sullo stomaco te ne tieni lontano. Sono persone che hanno il mio massimo disprezzo…

  16. Chi non vorrebbe fuggire da questo Paese ridotto a una schifezza da politicanti schifosissimi? Il cancro dell’Italia è la politica. Estirpiamolo e potremo ripartire…. Ma come fare in un Paese dove il nuovo che avanza è rappresentato da gente che vuol semplicemente prendere il potere che era di altri per trarne tutti i vantaggi possibili fregandosene del popolino??????

  17. Il problema vero dell’ autotrasporto e’ che noi autisti non siamo uniti ma ognuno per i fatti suoi corriamo sempre a testa bassa col terrore di essere licenziati… ancora non abbiamo capito che senza autista il camion non va avanti e senza camion l’Italia si ferma potremmo obbligare tutte le imprese ad assumere solo personale italiano oppure a pagare i nuovi comunitari come autisti italiani… e allora vedi che certi trucchetti come calamite e contro calamite non sarebbero necessari perché le aziende stesse si farebbero pagare di più per starci dentro ….riflettete gente riflettete

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