Autotrasportatore, lavoro bestiale. Ma bellissimo se si trasportano bestie vive…

Raffaele BuffolinoCi sono lavori che possono diventare davvero “bestiali”. Per esempio trasportare bestiame vivo. In questo caso, però,  la “bestialità” del lavoro non dipende spesso dagli animali ma dall’uomo, dalla burocrazia, dagli imprevisti. Elementi  questi ultimi  due fin troppo presenti nella vita di chi lavora. Soprattutto se di mestiere fa l’autotrasportatore e, soprattutto, se le sue “merci” sono mucche, tori, vitelli. Marco Berry, ex iena al volante della trasmissione Inarrestabili,ideata e prodotta  in collaborazione con Fai Service e messa in onda su La7 con l’obiettivo di far viaggiare i telespettatori attraverso la vita di ogni giorno di centinaia di migliaia di camionisti, ha scoperto tutto questo sedendosi in cabina di guida al fianco di Raffaele Buffolino, 41 anni, beneventano, titolare dell’azienda di trasporti Eurobestiame Srl. Per raccontare, grazie a microfoni e telecamere,  la storia di un giorno di ordinaria “bestialità”, di  un viaggio per caricare capi di bestiame in Sardegna che si è concluso nel migliore dei modi solo grazie a una componente: la capacità di non perdere mai la serenità del suo compagno di viaggio, davvero “bestiale” nell’affrontare ogni piccolo grande problema, sempre pronto a ripartire con stampato sul volto il sorriso che ha solo chi sa vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Un viaggio destinato a rivelarsi bestiale che è partito da un’area di servizio dove Marco Berry è stato “caricato” da Raffaele Buffolino, sposato con Daniela da 20 anni e padre di due figli di 19 e 12 anni, titolare dell’azienda che ha fondato nel 2004 a Limatola, in provincia di Benevento, dove il padre Vincenzo e prima di lui il nonno Raffaele hanno guidato un’azienda individuale sempre nel trasporto bestiame insieme con una macelleria. Con prima tappa Civitavecchia, dove il gigantesco autotreno giallo e nero, “che nessuno vuole guidare  perchè difficilissimo, specialmente a marcia indietro”, è stato imbarcato sul traghetto diretto a Olbia, grazie a un gioco di sterzate e controsterzate che devono essere apparse davvero  impossibili da realizzarsi agli occhi di un “comune” automobilista come Marco Berry  incapace di trovare una spiegazione al fatto che per condurre il rimorchio  da una parte ogni manovra debba andare in direzione opposta, o che occorra girare decine di  volte il volante per procedere diritti. Manovre che Raffaele Buffolino compie invece quotidianamente come se fosse la cosa più semplice  sulla faccia della terra, sempre con quel sorriso contagioso sulle labbra, andando a incastrare perfettamente il suo autotreno fra altri due Tir, lasciando giusto lo spazio per aprire la portiera e abbandonare la pancia della nave per salire al ristorante e mangiare un boccone col suo compagno di viaggio, prima di ritirarsi in cabina per la traversata notturna. Un sorriso e una serenità quasi disarmanti che l’autotrasportatore cresciuto fra la macelleria e i camion carichi di vacche  non ha perso neppure quando, invitato dall’ex iena a calcolare il costo quel trasferimento via mare, ha spiegato che si tratta di circa 1200 euro. Soldi che lui deve pagare subito ma che gli verranno saldati, in fattura, ad andar bene fra 90 giorni. Ma quanta serenità occorra davvero a fare un mestiere già difficile di per se come l’autotrasportatore, e reso ancora più complicato quando “si trasportano merci vive”, Marco Berry lo ha scoperto solo la mattina successiva, una volta sbarcato in Sardegna, dove l’improvvisazione più totale è sembrata diventare il filo conduttore della trasferta nell’isola, in un susseguirsi di problemi capaci di stendere chiunque. Tranne Raffaele Buffolino, l’autotrasportatore capace di compiere anche il lavoro più bestiale, di “superare” sorridendo un’attesa di  un’ora e mezza provocata dal fatto che la mandria invece d’essere riunita la sera prima nei recinti era stata lasciata libera di aggirarsi tutta notte sui pendii della zona; e poco più tardi  code e lavori incontrati lungo il tragitto per raggiungere un distributore di benzina isolato nel “nulla” dell’interno della Sardegna, per caricare tre soli capi. Fino all’ultimo appuntamento, in un “ranch sardo” che sembra uscito da un film western di 40 anni fa… Niente e nessuno  è riuscito a cancellare dal volto di Raffaele Buffolino l’espressione della serenità, figlia della sicurezza che tutto sarebbe comunque finito nel migliore  dei modi.  Tutto l’opposto di Marco Berry, che in alcuni momenti probabilmente ha rischiato di tornare a diventare una “iena”, irritato (come lo sarebbero stati probabilmente molti altri al suo posto) dai troppi continui imprevisti , ma anche decisamente preoccupato. Come quando, aspettando che venisse condotto nel corridoio d’accesso al camion un toro gigantesco e particolarmente nervoso, si è sentito raccontare dall’allevatore e dal figlio di quando altri tori, altrettanto nervosi, li hanno incornati. Incerti del mestiere che, per chi lavora con gli animali,  possono mettere in pericolo la vita, ma che  non hanno smosso di un centimetro l’impassibile e sorridente autotrasportatore beneventano che con pochi gesti e poche parole, quasi gli animali lo capissero, in pochissimo tempo ha caricato anche l’ultima parte della mandria sul gigantesco camion a due piani dove, ha spiegato,  ogni tipo di animale deve avere tot metri quadrati a disposizione e dove  un carico di animali vivi può sostare al massimo 28 ore”. Il che in quel preciso istante significava, nel caso si fosse perso il traghetto per rientrare a Olbia, “dover riscaricare tutti gli animali, farli rifocillare, per poi ricaricarli”. Buttando a mare una giornata di lavoro e diverse migliaia di euro. Compresi i 150 euro che, a ogni trasporto, servono per lavare il camion, operazione che può richiedere da un’ora e mezza fino a 4 ore e più. Costi che Raffaele Buffolino ha da sempre ben presente, così come sa perfettamente che scegliere di trasportare animali vivi invece che altre merci è una passione che presenta più luci che ombre, più costi e minori guadagni rispetto ad altri trasporti. Perché i mezzi per caricare animali vivi costano di più e i trasporti in traghetto pure….  Perché farlo allora? “Perché dà anche soddisfazioni particolari, uniche”. Anche se “solo chi fa questo tipo di lavoro può capire e apprezzare la cura nel gestire gli animali, mentre chi lo vede dall’esterno pensa che sia ‘na’ cosa brutta”. Sensazioni uniche che possono provare solo persone uniche. Come chi crescendo si è trasformato da un bambino affascinato dal lavoro nella macelleria del papà e poi dai camion della famiglia sui quali gli animali venivano trasportati, in un uomo capace d’essere dolcissimo e durissimo alla stesso tempo. Dolcissimo nel sorriso e nei modi gentili che riserva a chiunque incontra ogni giorno nei suoi viaggi e  che sfodera ancora più raggianti,ogni vota che rientra a casa dalla moglie e dai figli, ma anche nei modi gentili che utilizza con i suoi passeggeri a quattro zampe;  d’acciaio, ma sempre col sorriso stampato sul volto, quando deve radunare giganteschi tori o quando sa che nella  corsa contro il tempo per arrivare puntuale, per non perdere del denaro, non può permettersi di uscire sconfitto. Un autotrasportatore davvero “bestiale” capace di far mormorare, una volta arrivata la sera, a Marco Berry:”Non pensavo si potesse arrivare col sorriso sulle labbra al termine di una giornata simile, non pensavo potesse farcela. E invece Raffaele ce l’ha fatta…”.

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