Cronaca di un incidente: se il camionista è vittima non deve diventare colpevole

“La cronaca di un incidente stradale può essere raccontata di diversi modi e a volte basta enfatizzare una parte di quel racconto per fornire un’immagine distorta di quanto realmente accaduto. E a volte basta che il giornalista chiamato a titolare quella notizia, costretto dall’obbligo di fare una sintesi o magari abbagliato dal desiderio di fare il titolo “gridato”, faccia una sintesi superficiale ed ecco uscire un’immagine ben diversa da quanto successo. Un esempio? La tragedia avvenuta sulla Statale 42, all’interno della galleria Montepiano a Breno, in provincia di Brescia, che è costata la vita a un uomo e una donna di 40 anni e che ha visto rimanere ferito in modo molto grave un bambino. Un conto è titolare “Un camion perde il carico e travolge le auto”; un altro “Auto in sorpasso finisce  contro un Tir che sbanda e perde il carico”. Nel primo caso sembra che la colpa sia del camionista, con un titolo che potrebbe addirittura far pensare al fatto che non abbia adeguatamente assicurato il carico; nel secondo appare evidente che all’origine della disgrazia c’è invece un altro fattore: un sorpasso azzardato”. Ad affermarlo è il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè che all’indomani della tragedia avvenuta in provincia di Brescia ha voluto ribadire il ruolo fondamentale degli organi d’informazione nel raccontare i fatti, perché i lettori, i telespettatori, la gente insomma, non si faccia un’idea sbagliata. “Per esempio su qual povero autotrasportatore al volante di un camion di un’acciaieria che in quella galleria ha perso sì il carico, ma solo perché un mezzo gli è piombato addosso facendogli esplodere uno pneumatico. E non credo che in quelle condizioni, con un carico di billette, lunghe barre d’acciaio da 10 quintali l’una, qualcuno possa fare un miracolo”.

13 risposte a “Cronaca di un incidente: se il camionista è vittima non deve diventare colpevole

  1. Il Giornale di Brescia, che probabilmente ha inviato una persona sul posto che ha “visto” e “sentito” con i suoi occhi ha raccontato esattamente che il camionista è stato investito in pieno dal conducente dell’Audi che, a quanto sembra, sarebbe stato colto da un malore al volante. Una volta i giornali venivano fatti mandando un testimone sul posto: oggi è tutto un “copia incolla” e basta che uno strumento editoriale racconti una cosa sbagliata perché questa si diffonda con un virus….

  2. Purtroppo la madre degli imbecilli a volte partorisce anche giornalisti e blogger della stessa risma. Sull’incidente di Breno (BS), con tutto il rispetto dovuto per le vittime ed i feriti che ci sono stati, si è scritto di tutto e di più, storpiando in modo ignobile e denigratorio per la categoria dei trasportatori la vera realtà dei fatti. Proprio stamattina il ” GIORNALE DI BRESCIA” scrive per mano di una Sua Giornalista che il mezzo stesse trasportando N° 13 billette di acciaio, apparentemente un carico di molte tonnellate, ma io so per certo che il tipo di billetta trasportata pesa all’incirca sui 18 q.li cadauna, fatto un calcolo veloce a bordo c’era un peso netto di circa 24 ton., sicuramente inferiore alla portata netta ammissibile e riportata sul libretto di circolazione del semirimorchio. La giornalista aggiunge poi una novità e cioè che nella galleria dove è avvenuto l’incidente, la velocità massima consentita era di 40 Km. all’ora, falso a me risulta essere di km. 70. A questo punto chiedo a questi Signori, che prima di scrivere un articolo è meglio che accendano il cervello, se dalle indagini in corso da parte della polstrada, usciranno delle responsabilità a carico di tutta la filiera che ha interessato quella spedizione, solo allora sarete liberi di scrivere e condannare chi fino ad ora non è stato ancora definitivamente giudicato. P.S. Signori Giornalisti imparate innanzitutto a capire la differenza che passa tra un furgone; autocarro; autotreno; e autoarticolato non fate un fascio di tutto un TIR. Cordiali saluti.

  3. Giusto il commento del presidente Fai. La musica è sempre quella, appena possono questi esecutori del copia/incolla mettono insieme quattro notizie prese dalle agenzie e senza approfondire cercano l’elemento che possa attirare l’attenzione della gente per fare “il titolone”. Cosa c’è di meglio che rispolverare il binomio del Killer della strada? È un uomo che compie il suo lavoro e che nella difficoltà improvvisa cerca con tutta la professionalità che gli appartiene di evitare che l’imprevisto divenga un incidente che coinvolga altre persone? cosa interessa al giornalista (?) di turno la logica è dagli all’untore anche perché una cane che morde qualcuno non fa notizia ma un uomo che morde un cane sì. e allora? sia aperta la caccia al “Tir assassino”.

  4. Condividiamo quanto ha espresso il Presidente FAI Conftrasporto Paolo Uggè e Maddalena, perché i quotidiani bresciani hanno pubblicato correttamente la dinamica dell’incidente, non hanno enfatizzato nei titoli cose non vere ma soltanto la disgrazia avvenuta, perché di disgrazia si tratta sia per chi ha perduto i propri cari e sia per chi è stato coinvolto, che non dimenticherà mai più quanto è successo sotto la galleria di Breno.
    E parliamo del povero autista, che anche lui ha visto la morte in faccia e non avendo più il controllo dello sterzo, in quanto era saltata la ruota, ha cercato in ogni modo di fermare il veicolo, che suo malgrado ha sbandato perdendo alcune barre del carico.
    Questo era da rimarcare e non solo “tir perde il carico sotto la galleria”, in quanto le barre erano caricate su un semirimorchio con relative sponde al fine di evitarne la caduta e la dispersione.
    Le barre non sarebbero senz’altro cadute se non ci fosse stato l’impatto con la macchina, che vuoi per malore o vuoi per sorpasso ha colpito la ruota anteriore del mezzo pesante: è questa la causa di tutto!!
    La velocità verrà appurata dalle Forze dell’Ordine, ma precisiamo che era un mezzo da 440 q.li e non un veicolo eccezionale soggetto alla velocità dei 40 Km/h., con normale portata, perchè l’azienda che ha proceduto al carico non effettua mai il sovraccarico.
    Essendo inoltre la strada in salita, anche volendo, non avrebbe potuto superare la velocità consentita, non dimenticando che i camion sono muniti di limitatori di velocità che impediscono qualsiasi superamento.
    Anche l’azienda di trasporto conterà i notevoli danni: il camion distrutto e nell’impossibilità di lavorare per molto tempo, l’autista infortunato in ospedale e tutte le conseguenze che dovrà subire la sua azienda.
    Auspichiamo che simili tragedie non accadano più perché la sicurezza è importante in primis per noi autotrasportatori che siamo i primi ad essere coinvolti. Sulla strada transitano i pedoni, le biciclette, i motorini, le macchine, i furgoni ecc. e tutti purtroppo fanno delle manovre che non tengono conto che il camion ha dei tempi di frenata e di movimento diversi dai loro!

  5. Purtroppo è e sarà sempre così, è successo anche ieri e nei giorni scorsi con gli incidenti tra pullman turistici e camion, dove, in prima battuta, la colpa è sempre del camion non solo quando vi sono dubbi ma anche quando la responsabilità è evidentemente di altri. L’essere una categoria indispensabile per il funzionamento della società non ci è riconosciuto e oltretutto siamo presi di mira sulla strada (siamo grossi e facciamo paura anche quando viaggiamo correttamente) negli stabilimenti (ti sfrutto riconoscendoti tariffe infami e se ti faccio aspettare guai se parli) , dal governo con tasse e gabelle esorbitanti e a volte illegali(vedi sistri) ed a volte perfino dalle forze dell’ordine (quando ti fermano e ti sanzionano non giustamente per gravi infrazioni ma per un 1 minuto di sforamento delle ore di guida o riposo).
    Ricordo sempre un adesivo sul retro di un camion che diceva “ricorda che tutto quello che hai te l’ho portato io” ed a mio parere sintetizza in modo eccezionale la nostra funzione.
    Noi trasportatori però dobbiamo crescere e diventare imprenditori seri e per rimanere nel tema anche se non so se valga per questo caso, curare di più posizionamento del carico e l’ancoraggio dello stesso. Vedo in giro tanti, troppi carichi posizionati in modo errato, legati male o addirittura non legati che solo il caso e la buona sorte fa arrivare a destinazione.

  6. Il problema è un altro: carichi simili rappresentano comunque e sempre in caso d’incidente un serissimo pericolo perché barre d’acciaio di 10 quintali l’una non le tieni bloccate con nessun cavo o corda. Certi carichi bisognerebbe farli viaggiare in fasce orarie in cui non c’è quasi nessuno per strada, per esempio fra la mezzanotte e le 5 del mattino.

  7. Scusa Fabiola ma sei proprio fuori dal mondo. Un carico di barre d’acciaio deve viaggiare di notte perché pericoloso? ma dai allora la benzina il gasolio il gas che hanno potenziali distruttivi incomparabilmente più elevati come e quando li facciamo viaggiare? Il trasporto “è” un lavoro pericoloso e tutti i carichi possono essere pericolosi e ne viaggiano un numero incalcolabile ogni giorno sulle strade. L’importante è che siano caricati sui mezzi adatti ed efficienti (ce ne sono per ogni trasporto) guidati da personale formato e responsabile e riposato (ci sono una marea di padri/madri di famiglia che vuole tornare a casa la sera al volante) e potremo limitare queste disgrazie a pochissimi casi.
    Il problema è che, anche a causa dei prezzi stracciati imposti, troppi carichi, sotto gli occhi di tutti, viaggiano su mezzi non corretti ed inefficienti guidati a volte da autisti stanchi, sottopagati e che fanno una vita da schiavi con tachigrafi e limitatori di velocità manomessi ecc.
    Ma questo, quelli che si riempiono la bocca con la sicurezza sul lavoro, non lo vedono e non importa.

  8. Ben detto sig.ra Fabiola. Peccato che la pratica che suggerisce comporti dei costi che nessuno si vorrebbe accollare. io trovo che sarebbe opportuno chiedere al giornale una rettifica. il problema della falsa, scarsa, tendenziosa o pilotata informazione non riguarda solo il trasporto pesante. Fortunatamente esistono anche giornali e giornalisti corretti ed impegnati grazie ai quali abbiamo scoperto tanto marciume.

  9. Non che attività svolgano Fabiola e Alessandra per essere tanto esperte sulla pericolosità del trasporto in parola ed in generale su tutte le tipologie di trasporto. Mi sembra che facciano il paio con i “giornalai” che, per vendere una copia in più, non si curano della notizia ma inseguono solo il titolone eclatante, confezionato perloppiù dietro una scrivania in ufficio e non sul campo.
    Questi i giornalai e Fabiola e Alessandra i degni lettori.

  10. Non credo che la sig.a Fabiola sia proprio fuori dal mondo: semplicemente evidenzia quanto il nostro sistema sia borderline in termini di sicurezza. Basta un intoppo, un incidente, la disattenzione di 1 persona o un semplice malore (quanti autisti di camion telefonano mentre guidano ?! quanti automobilisti ?! ora salta fuori che pure mandano SMS o navigano su internet) per causare un disastro.
    Sarebbe una soluzione far circolare certi carichi di notte ? Forse. Ma vorrebbe dire lavorare di notte anche per il personale delle acciaierie, ad esempio, aumentando il rischio incidenti sul lavoro.
    Sono pericolose queste fascette ?! Vogliamo parlare di quando si trasportano coils di qualche tonnellata ? Merci pericolose come carburanti ?
    Tornando al focus del problema, purtroppo spesso chi scrive i titoli (e quindi contatta la maggior parte delle persone, non tutti leggono tutti gli articoli) non vuole dare reale comunicazione, ma solo scena o pathos …

  11. Non credo che il sapere quale attività svolgo possa cambiare le opinioni che ha espresso il sig. Francesco mentre il tono usato qualifica benissimo il suo campo.

  12. Ricordo a tutti la battaglia che la Fai, attraverso i suoi dirigenti, portò avanti sui coils che in modo non conforme alla legge venivano fatti trasportare su veicoli eccezionali, pur non essendovi le condizioni di eccezionalità determinate dal pezzo unico ed indivisibile. Autotrasportatori caproni e qualche committente furbo fece pressioni per favorire una impresa che ci teneva molto (pensate al risparmio) ad ottenere questa possibilità. I danni creati ai manufatti e la manutenzione conseguente la pagano tutti i cittadini con le tasse e qualcuno risparmia sui trasporti. Allora i signori giornalisti, pur se informati doverosamente, non se ne occuparono. Il tar del Lazio lasciò passare anni e non si pronunciò nel merito della questione, come invece ha fatto con i costi minimi. Adesso veniamo a parlare di billette non legate o di far viaggiare gli automezzi di notte.
    Ma fateci il piacere…

  13. Ho lasciato passare l’intera giornata ed ho cercato se vi fossero delle prese di posizione da parte delle federazioni a difesa di quel collega che è rimasto coinvolto incolpevolmente nell’incidente avvenuto in provincia di Brescia (zona Breno). Gli interventi delle federazioni sono solo della Fai di Brescia e del presidente della Fai nazionale. Sarà pur vero che qualcuno si occupa di problemi che toccano i tempi di pagamento, altri impegnati a celebrare gli anniversari delle minacce che la mafia le avrebbe inviato, tre anni fa, ma nessuno che abbia speso parole per difendere uno di noi che è rimasto, senza responsabilità coinvolto in un grave incidente ed è ricoverato all’ospedale, beh, scusate, ma mi fa proprio schifo. Grazie a chi invece ha mostrato attenzione e sensibilità ed auguri al nostro collega.

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