Ilva, autotrasportatori allo stremo. Iniziata la terza settimana di protesta

Continua la protesta degli autotrasportatori dell’indotto Ilva, che presidiano con i propri Tir la portineria imprese dello stabilimento di Taranto per chiedere il pagamento degli arretrati. Oggi è iniziata la terza settimana di protesta e le imprese di autotrasporto sono ormai allo stremo. Intanto Anita, Fai Conftrasporto, Cna Fita, Fisi Confetra, Confartigianato Trasporti e Sna Casartigiani hanno scritto al premier Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi per chiedere misure concrete per l’autotrasporto. “Occorrono”, scrivono le associazioni, “certezze immediate in relazione ai crediti già maturati e liquidità per continuare a prestare i servizi di trasporto e salvaguardare l’attività produttiva dell’Ilva”.

“In particolare”, si legge nella lettera inviata dalle associazioni (clicca qui per leggerla), “oltre all’approvazione di emendamenti che già risultano presentati – i quali qualificano le imprese di autotrasporto come “creditori strategici” – le Associazioni chiedono che il Governo si faccia promotore di emendamenti volti a garantire il recupero dell’Iva anticipata allo Stato per fatture non ancora riscosse – e la cui riscossione non ha tempi prevedibili – nonché la possibilità di utilizzare le risorse destinate alla Sezione speciale per l’autotrasporto del Fondo di garanzia per la cessione del credito delle fatture emesse nei confronti dell’Ilva e delle società da essa controllate o partecipate”.
Come spiega un’agenzia Ansa, “alcuni fondi potrebbero essere sbloccati con la costituzione della nuova Ilva, ma le imprese dell’autotrasporto sono ormai allo stremo e chiedono pagamenti in contanti perchè senza liquidità non possono garantire nemmeno l’acquisto del carburante. Molti operatori hanno i mezzi prossimi al blocco da parte di Equitalia in quanto, non percependo i crediti dal giugno scorso, non hanno potuto procedere al versamento delle imposte. L’agitazione, viene sottolineato negli ambienti sindacali, ha per il momento toni ‘soft’ per i vari emendamenti migliorativi presentati al decreto Ilva che attendono di essere discussi dalle Camere”.

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