Trasportatori nel mirino della malavita. Lo rivela un’indagine di Confcommercio

Più furti, più abusivismo, ma anche più estorsioni: la crisi economica ha peggiorato i livelli di sicurezza nell’autotrasporto, come testimoniano i risultati di un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Gfk Eurisko. E se appare drammatico il dato secondo il quale oltre la metà delle imprese ha denunciato furti (il 65%) e casi di abusivismo (il 54%), ugualmente allarmante è il numero, anche se ben inferiore, di imprenditori, sei su cento, che hanno dichiarato di aver subito intimidazioni con finalità estorsiva. Minacce che si manifestano soprattutto sotto forma di pressioni psicologiche (62%) ma che spesso (44%) sono accompagnate da episodi di danneggiamenti. La richiesta estorsiva è soddisfatta più spesso con la consegna di merci (nel 64% dei casi) che con denaro (36%). La diretta conseguenza di tutto questo è una domanda sempre più forte di maggior protezione sul territorio, assicurata dalle forze dell’ordine, e di certezza della pena. Solo il 17% degli intervistati ritiene infatti che gli organismi di controllo garantiscano il rispetto delle regole. Dati importanti che dimostrano come vi sia la necessità d’intervenire con maggior attenzione e come il protocollo di legalità sottoscritto da Conftrasporto Confcommercio con il ministero dell’Interno indicasse la strada giusta per tutelare chi lavora da chi è solo un delinquente. Una richiesta di legalità (che deriva dal rispetto delle regole e che è appena stata ribadita nella Legge di stabilità) alla quale il Governo non può più rispondere con normative di cui non è in grado di garantire l’attuazione. L’Albo degli autotrasportatori è lo strumento, indicato dalla legge, per favorire i controlli e contrastare i fenomeni malavitosi. Si tratta solo di farlo funzionare. Come? Conftrasporto l’ha spiegato chiaramente: attraverso un’azione comune dei corpi intermedi, della pubblica amministrazione e delle forze politiche.

Paolo Uggé

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