Fermo dei tir, c’è un complotto dei poteri forti? Uggé: “No, solo una mente confusa”

“Non aver ancora compreso che le riduzioni compensate per le accise sul gasolio per l’autotrasporto significano un aumento di competitività nei confronti del conto proprio e dei vettori occasionali stranieri è allarmante, così come preoccupante è sentir qualcuno proporre che gli sconti vengano riconosciuti ai caselli. Una simile operazione è inattuabile, come del resto sostiene la stessa Corte dei conti, e oltretutto significherebbe per le imprese di autotrasporto vedersi riconosciute riduzioni di appena qualche centesimo per automezzo. Leggere certe affermazioni significa solo trovare  la conferma di quanto sia alta la confusione nella mente di chi dovrebbe invece mantenere la massima lucidità per comprendere quello che sta realmente succedendo e poter così compiere al meglio l’incarico affidatole: quello di guidare un’organizzazione di autotrasportatori e di tutelarli”. Con queste parole il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè ha risposto alle dichiarazioni rilasciate dalla presidente di Cna Fita, Cinzia Franchini che, in un comunicato stampa, dopo aver ipotizzato una macchiavellica manovra del presidente di Aiscat Fabrizio Palenzona per “commissionare il fermo dei Tir Blocca Italia con l’obiettivo di sbloccare le concessioni autostradali”, e dopo aver accusato una parte dell’autotrasporto “di essere al servizio dei poteri forti”, ha sollecitato il Governo “a trasformare i rimborsi dei pedaggi autostradali, previsti per la categoria, in sconti da far erogare direttamente dai Concessionari come avviene già in alcuni Paesi in Europa”.  “Dichiarazioni che appaiono ancor più preoccupanti proprio perché rilasciate dalla massima esponente di  un’organizzazione che dovrebbe difendere innanzitutto gli operatori che rappresenta invece di immaginare  e compiere analisi su presunti quanto inesistenti complotti. Sostenere, come ha fatto la signora Franchini in quel comunicato stampa, che la Fai Conftrasporto aizzerebbe la categoria per un fermo per difendere i poteri forti, e che sarebbero rappresentati dalle autostrade, non solo è falso ma è addirittura assurdo e inspiegabile. A meno che non si sia talmente abituati a ricevere ordini da una confederazione superiore, e a limitarsi a obbedire, da finire col ritenere che questo accada ovunque, che avvenga anche in altre realtà associative la stessa cosa, che anche altri invece di ragionare con la proprie testa (e con quella dei propri associati) siano tutti pronti a scattare sull’attenti e a dire signorsì a ogni minimo ordine. Fortunatamente in Fai Conftrasporto le cose funzionano diversamente: la nostra federazione attua le decisioni  degli operatori e saranno le assemblee che stiamo convocando che decideranno cosa fare. Se la signora Franchini volesse comunque  confrontarsi, insieme a noi, con la categoria saremo bel lieti di farlo. Magari con un impegno ben preciso da parte della presidente di Cna Fita: quello a a portare avanti le volontà che gli operatori vorranno esprimere. Senza attendere nuovi ordini dall’alto…”

4 risposte a “Fermo dei tir, c’è un complotto dei poteri forti? Uggé: “No, solo una mente confusa”

  1. È paradossale che la responsabile di una categoria di operatori del settore arrivi a raccontare tante inesattezze per usare un eufemismo. Certo e’ che quando non si hanno idee si sparano …… Mi auguro che gli imprenditori come me iscritti alla CNA sappiano trarre le giuste conclusioni contrariamente alla nostra segretaria generale ,che per ovvi motivi fisici non li ha, e non ci tagliamo gli attributi per vendicarci della moglie infedele.

  2. Io da trasportatore ne ho fin sopra i capelli, i pochi che mi restano ancora aimè, sono esterrefatto da una presa di posizione simile da parte della Cna Fita anzi meglio della Signora Franchini pseudo Presidentessa di questa associazione. Vorrei proprio chiedere a questa “rappresentante” degli autotrasportatori se e quando intenderà lavorare e rappresentare al meglio la categoria? tok , tok !!! Siamo Autotrasportatori Signora Franchini .. se lo ricorda questo?? Deve tutelare la categoria che rappresenta non martellarne le unghie dei piedi e poi pretendere che le faccia un bel sorriso di gratitudine…Se non è capace di farlo chieda aiuto prima di portare nel burrone tutti i suoi associati, i pochi che secondo me le rimarranno al fianco se continua a massacrarli in questo modo.

  3. Leggo con rammarico le prese di posizione, a mio avviso giuste, che il presidente Fai assume nei confronti di chi sembra solo volersi distinguere e, mi perdonerà l’ardire, è un po’ debole sulle tesi che sostiene. Premetto subito che stimo l’impegno del presidente Uggè, che come tutti coloro che lavorano può commettere errori. Lui però li riconosce. Voglio subito dire che se c’è qualcuno che ha portato soldi alle imprese questo è Lui. Ha messo in piedi un sistema di controlli, poi fatto abortire da altri; ha chiuso la vicenda degli eco punti (io attraverso da anni l’Austria e so cosa voleva dire); ha risolto la questione degli sconti sui pedaggi chiudendo così una procedura di infrazione ed ottenendo che nella direttiva fosse inserito lo sconto per i grandi utenti; ha evitato il recupero del bonus fiscale; ha messo in essere la liberalizzazione regolata concordandola con le categorie (trasportatori ed utenza) introducendo il principio della responsabilità di filiera; se in questi anni siamo riusciti ad ottenere risorse dai vari governi che noi abbiamo regalato ai nostri committenti per farci concorrenza tra noi, lo si deve in gran parte alla Sua capacità. Lei sa chi ha immaginato ad esempio la riduzione del SSn? Certo sa di valere e talvolta si comporta come una prima donna. L’autotrasporto negli anni passati (io sono abbastanza maturo) ha avuto un altro leader di riferimento: Giacomo Sarzina, inarrivabile, ed anche Lui non era come si dice dalle mie parti “farina da far ostie”. Ma la conoscenza, la capacità e la competenza è stata e rimane unica.
    Allibisco, dunque, quando leggo delle posizioni superficiali e dannose che la presidente in questi tempi sta assumendo. Proposte come quella sulle deroghe del cabotaggio, sulla formazione che a suo dire sarebbe inutile, sugli sconti dei pedaggi autostradali. Ma come si fa a paragonare il sistema in vigore in Italia con quello degli sconti commerciali in essere in altri Paesi. Sa la presidente, ma forse La sua impresa non opera all’estero, quanto costano le autostrade in quei Paesi? vuole che anche in Italia si determini un costo significativamente più elevato per avere uno sconto commerciale? e poi sa che questo finisce per penalizzare le piccole imprese? le riduzioni sono in ragione dei passaggi, quindi le grosse imprese ottengono il massimo chi fa meno passaggi ha di meno. (ma Lei non associa piccole imprese o singoli operatori?) oggi questi, se decidono di associarsi, anche se effettuano un viaggio ricevono lo sconto massimo riconosciuto). E sulla formazione? se la sua organizzazione non è in grado, o non vuole, organizzare i corsi di formazione perché vuole penalizzare le imprese che facendola attraverso istituti controllati dal ministero, ottengono contributi. Ma quali obiettivi si pone la signora presidente? cos’è che la muove? infine: si rende conto che con il Suo atteggiamento è riuscita ad indebolire il mondo della rappresentanza dell’autotrasporto e quindi conseguentemente le imprese? Rifletta e la smetta di suscitare polemiche che finiscono per danneggiare Lei, la Sua organizzazione e le imprese che vi aderiscono.

  4. Cerco di seguire tutte le associazioni di trasporto e sinceramente non riesco più a capire il comportamento della FITA che ha come associati principalmente ditte artigiane e consorzi e quindi in teoria quelle più garantite dai costi minimi che invece l’associazione contrasta con forza pari a quella di Confetra. C’è poi l’ossessione dei costi autostradali (che se funzionassero i costi minimi i trasportatori recupererebbero con l’adeguamento semestrale finora mai attuato degli stessi) evidenziata anche dal fatto che nella pagina del sito sono sempre presenti almeno 2/3 titoli su questo tema che è si importante ma che incide al massimo per il 2% sui costi del trasporto che sono ben altri (accise, cabottaggio, imprese con sede estera ecc).
    Che FITA da associazione dei trasportatori sia diventata “Fronte per l’ Indipendenza dalle Tariffe Autostradali”??
    Qualcuno di quella associazione che legge questo blog me lo può spiegare?

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