Rc auto da incubo per i neopatentati. E le vetture senza copertura sono 4 milioni

Un premio annuo medio di 604 euro, le tariffe da incubo per i neopatentati – che spendono il 338 per cento in più rispetto a chi guida già – e l’aumento dei veicoli in circolazione senza assicurazione. Sono alcuni dei risultati dell’indagine sull’andamento delle tariffe Rc auto presentati in occasione della conferenza stampa di chiusura del progetto RCeAsy, promosso da Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva e Ctcu. 

I costi delle polizze sono ancora molto alti, si legge in una nota, “la spesa annuale si assesta sui 604 euro, un salasso soprattutto per i neopatentati, che spendono il 338 per cento in più rispetto alla polizza di un guidatore adulto. Si segnalano inoltre sia l’aumento della circolazione di veicoli senza assicurazione, oggi si contano circa 4 milioni di auto senza contrassegno, e della vendita di polizze “low cost” e contraffatte, con la conseguenza di non avere alcuna copertura assicurativa e il rischio del sequestro del mezzo e una sanzione pecuniaria”.
Il progetto RCeAsy, finanziato dal Cncu – Ministero dello Sviluppo Economico, ai sensi della legge 57/2001, anno 2013, è nato per incrementare il livello di conoscenza dei consumatori sui principali argomenti dell’Rc Auto, per favorire la consapevolezza delle nuove opportunità derivanti dai cambiamenti introdotti con le riforme del settore, svolgendo una continua opera di sensibilizzazione sul fronte della prevenzione della sinistrosità, con azioni mirate in particolare verso i giovani e monitorando l’impatto delle novità introdotte sull’andamento delle tariffe Rca. “L’assicurazione è un peso enorme per le famiglie italiane, negli ultimi cinque anni il divario medio tra i costi di una polizza italiana e una europea è stato del 25-30 per cento”, dichiara Lamberto Santini, presidente dell’Adoc, “e mentre in Italia l’impatto sul reddito della Rca si attesta al 3,2 per cento su base annua, mediamente in Europa l’impatto è solo dell’1,8 per cento. È evidente che i cittadini sono fortemente penalizzati, anche in luce del fatto che manca una valida alternativa all’utilizzo della macchina, tanto che circa il 70 per cento dei lavoratori/studenti è costretto a prendere l’auto per spostarsi”.

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