Costi minimi per il trasporto: la sentenza della Corte Europea non risolve il caso

I costi minimi di esercizio determinati dall’Osservatorio dell’autotrasporto non sono compatibili con le norme del trattato dell’Unione europea sulla concorrenza. Ad affermarlo sono stati i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione europea che con la sentenza emessa il 4 settembre 2014 indirizzata al Tribunale amministrativo del Lazio (che aveva sollevato specifica pregiudiziale in merito) hanno stabilito che “l’articolo 101 del  trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in combinato disposto con l’articolo 4, paragrafo 3, deve essere interpretato nel senso che osta a una normativa nazionale, quale quella controversa nei procedimenti principali, in forza della quale il prezzo dei servizi di autotrasporto delle merci per conto di terzi non può essere inferiore a costi minimi d’esercizio determinati da un organismo composto principalmente da rappresentanti degli operatori economici interessati.” In altre parole un organismo composto principalmente da rappresentanti degli operatori economici interessati, come l’Osservatorio dell’autotrasporto, non può determinare parametri economici in quanto non viene soddisfatto il principio che i costi vengano determinati nel rispetto di criteri di interessi pubblico definiti dalla legge.  Un pronunciamento destinato a chiudere il caso?  Niente affatto, considerato che ha come oggetto una realtà già superata dai fatti: da due anni, infatti, l’Osservatorio sull’autotrasporto, che all’epoca del ricorso definiva i costi minimi,  non esiste più e il compito di fissare i costi è stato affidato direttamente al ministero dei Trasporti. Una sentenza dunque  che lascia ancora tutto aperto: se infatti è vero che, secondo il tribunale europeo, ” l’applicazione dei costi minimi può restringere la concorrenza nel mercato interno ed è quindi è illegittima, e che “la determinazione dei costi minimi non è idonea, né direttamente né indirettamente, a garantire il conseguimento dell’obiettivo legittimo fatto valere dall’Italia per giustificare la restrizione della concorrenza, vale a dire la tutela della sicurezza stradale”,  è anche vero che, sempre secondo i giudici europei, “nessuno ha ancora stabilito se e quanto i costi minimi migliorano la sicurezza stradale”.  La partita sui costi minimi è ancora tutta da giocare….

7 risposte a “Costi minimi per il trasporto: la sentenza della Corte Europea non risolve il caso

  1. Noi trasportatori abbiamo subito le ultime due bombe atomiche negli ultimi giorni, 1- la Corte dei conti che mette in discussione le risorse fino a ora individuate a favore del trasporto e vorrebbe eliminarle; 2- i costi minimi messi in discussione dall’Unione europea. Ma per le ditte italiane di trasporto esiste un futuro o dobbiamo ritenerci oramai morti, sepolti e dimenticati? O forse esiste una terza possibilità? E cioè che finalmente consci che nessuno ci da una mano cominciamo veramente a chiedere e pretendere ciò che ci spetta senza fare barricate, stiamo tutti a casa a guardare la tv che vengano pure i lavoratori dell’est che vengano pure le ditte europee. Sarà o no un problema italiano del governo e dei sindacati se le aziende italiane di trasporto porteranno il loro libri in tribunale, e lasceranno a casa i loro amati dipendenti? Sarà o no un problema del Governo italiano se d’ora in poi non incasseranno più le tasse/imposte/accise dai trasportatori italiani e permetteranno che gli altri sguazzino sul nostro territorio e poi vadano a pagare le tasse nei loro Paesi? Bravo Governo italiano, ci stai facendo affondare tutti insieme.

  2. E adesso come si comporteranno i giudici italiani? Leggo su Internet che “ora il giudice italiano potrà stabilire un proprio giudizio, che comunque deve essere conforme a quello del Tribunale europeo… Cosa vuol dire?

  3. La delibera della Corte dei conti fornisce anche una buona spiegazione della situazione dell’autotrasporto italiano. La determinazione del prezzo del servizio, affidata esclusivamente al libero mercato, ha, infatti, accresciuto le difficoltà del settore, caratterizzato da estrema frammentazione imprenditoriale, e dall’incapacità di contrapporsi alla committenza, determinando una dinamica di riduzione dei costi per far fronte alla concorrenza non sostenibile, se non nella prospettiva di economie di larga scala.
    Gli elevati costi d’esercizio sono risultati, infatti, sempre più gravosi per le imprese, determinando il rischio concreto di uscire dal mercato, o di non rispettare la normativa sociale che detta i tempi di guida, e le norme a tutela della sicurezza della circolazione. Riflettiamo su queste osservazioni che evidentemente la Corte europea non ha volutamente considerato.

  4. E ora prepariamoci d subire l’assalto dei committenti opportunamente fiancheggiati dalle pseudo associazioni dei trasportatori come Fita ed Anita da sempre contrarie ai costi minimi. Sarà una lotta dura ma da portare avanti con coraggio e determinazione. Una curiosità, il sodale di Confetra Trasportounito cosa dice????

  5. Pessimisti la corte di giustizia ha detto che i costi minimi attuali (quelli del Ministero non dell’osservatorio) sono validi. Abbiamo ragione e lo ha capito anche la corte europea.

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