Il semaforo compie cento anni, ma in Italia arrivò nel 1925: “Tanto non dura”

Il semaforo ha appena compiuto cento anni. Era il 5 agosto del 1914 quando a Cleveland, negli Stati Uniti, alcuni operai della American Traffic Signal Company installarono all’incrocio della Euclid avenue con la 105ª strada quell’aggeggio destinato a cambiare la gestione del traffico in tutto il mondo. Uno strano oggetto, come spiega ansa.it, “con quattro ‘occhi’ per lato che si illuminano alternativamente di rosso e di verde, accendendo le scritte ‘stop’ e ‘move’. È una invenzione di James Hoge ed è il primo semaforo illuminato della storia”.

Il giallo ancora non c’è, arriverà nel 1920: al suo posto un cicalino che avverte l’imminente cambio di colore. In realtà il primo semaforo con le luci è già un’evoluzione. I primi sistemi di regolazione del traffico risalgono al 1868 quando all’incrocio tra la George e la Bridge street di Londra fa la sua comparsa un segnale manuale a cartelloni mobili. “Nel 1910”, spiega ancora ansa.it, “Earnest Sirrine di Chicago registra invece un ‘sistema per regolare automaticamente il traffico nelle strade’ che prevedeva segnali con le scritte ‘stop’ e ‘proceed’ non illuminate”.
Ma anche sul primo semaforo moderno c’è una lotta di paternità. Nel 1912, infatti, Lester Wire, un poliziotto americano di Salt Lake City stanco del traffico in aumento, aveva installato a un incrocio un congegno simile.
E in Italia? Nel 1925 a Milano, tra piazza del Duomo, via Orefici e via Torino comparve il primo semaforo italiano tra lo scetticismo dei milanesi: “Un marchingegno inutile, tanto non dura mica”, disse qualcuno…

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