Infrastrutture, trasporti e mobilità non possono aspettare ancora altri mille giorni

La presentazione, da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dei ministri Maurizio Lupi Lupi, Pier Carlo Padoan e Federica Guidi del decreto “Sblocca Italia” ha tracciato (per ora sulla carta) un nuovo ambizioso percorso che ha come punto d’arrivo lo sblocco dell’economia del Paese. Uno degli assi portanti del pacchetto di interventi è rappresentato dalle infrastrutture e dai trasporti da far ripartire attraverso uno “schema di gioco” interessante: coordinamento diretto della Presidenza del Consiglio, misure integrate promosse dai dicasteri competenti nel rispetto il vincolo della fattibilità economica e finanziaria. Lo stesso schema che aveva spinto Conftrasporto e Confcommercio a chiedere in passato la costituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di una cabina di regia unica su infrastrutture, trasporti e mobilità, ovvero un punto di integrazione delle diverse strategie d’intervento, che potesse governare al meglio i fenomeni del comparto e gli impatti che questi generano sull’intera economia e che contestualmente ricevono dalle altre politiche settoriali, energia e ambiente in primis. D’altra parte i rappresentanti delle due associazioni di categoria hanno più volte sostenuto l’opportunità d’intervenire sui trasporti per rilanciare l’economia del Paese; da ultimo nel recente convegno “Trasportare la Ripresa”, occasione in cui l’ufficio studi di Confcommercio ha presentato 10 azioni sul sistema dei trasporti per far correre il Paese. Dieci, guarda caso proprio quanti sono i punti dello “Sblocca Italia” presentati dall’Esecutivo. Non possiamo che compiacerci che tale linea di intervento sia stata fatta propria dal Governo che nel decreto Sblocca Italia ha inserito misure assolutamente condivisibili in materia di semplificazione e rifinanziamento per sbloccare la realizzazione di circa 30 opere strategiche nazionali, oltre agli interventi “sblocca porti” anticipati dal ministro Maurizio Lupi, con un piano strategico per la razionalizzazione e l’ integrazione logistica del sistema portuale italiano e col potenziamento dell’autonomia finanziaria delle Autorità portuali nel rilancio della nautica da diporto. Le premesse (alle quali potrebbero essere aggiunte misure “sblocca trasporti”, come la riduzione dei divieti di circolazione per i veicoli pesanti, che accrescerebbe la competitività del sistema a costi zero) sembrano esserci tutte. Ma siamo ancora all’era degli annunci, con i quali, si sa, non si trasporta nulla da nessuna parte. A partire dal rilancio dell’economia, destinato a restare drammaticamente fermo se tutte queste bellissime parole non verranno trasformate in fatti. Rapidamente, perché migliaia di imprese e milioni di lavoratori non possono certo aspettare mille giorni…

Paolo Uggé

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