Impediamo a chi beve e si droga di guidare. Solo così salveremo delle vite

Eccesso di velocità, guida in condizioni alterate, distrazione. Tutti  fattori comportamentali che, tutti gli anni, puntualmente fanno registrare incidenti le cui cause sono sempre legate al “fattore umano”. Per mettere un freno a tutto questo il Parlamento sembra deciso a istituire il nuovo reato di omicidio stradale, notizia che farà stappare fiumi di champagne negli studi legali che potranno così contare su nuove cause lunghissime. Così come lungo  e irto si ostacoli si preannuncia il percorso del nuovo provvedimento, considerato che non sarà semplice attribuire tale fattispecie. Il reato di omicidio stradale, sarà previsto solo per chi dovesse risultare “gravemente alterato” da droga o alcol? Oppure l’accusa scatterà anche nel caso in cui l’auto che dovesse investire e uccidere una persona dovesse risultare avere le gomme lisce, oppure non avesse fatto la revisione? O se il conducente stava parlando al telefonino? O  se aveva superato i limiti di velocità o sorpassato la linea continua? Non dovrebbe diventare sempre, anche in questi casi, un omicida della strada? E in tutti questi (ed eventuali altri) casi, accertato il reato, cosa accadrebbe? Scatterebbe davvero l’ergastolo della patente, ovvero la revoca a vita del titolo di guida? Sulla proposta il dibattito sulla legittimità costituzionale è aperto. In un Paese dove il ravvedimento e il pentitismo hanno rimesso in libertà assassini di bambini e stragisti si vuole davvero impedire l’applicazione di un diritto educativo a un automobilista perché  ha provocato un grave incidente? Agire con fermezza è giusto e doveroso, ma perché cercare sempre strade contorte che fanno solo falsamente intravedere questa volontà di fermezza? Perché non applicare soluzioni più semplici, come per esempio il principio “chi beve o si droga non guida”? Una norma semplice, chiara, che non lascerebbe spazi a interpretazioni. Un Paese civile e serio dovrebbe avere norme semplici, comprensibili e facilmente applicabili. E assicurare la certezza della pena. Non si affrontano il tema delle vittime della strada e il dolore delle famiglie con normative che non fanno altro che fornire l’illusione che il problema sia risolto. Così cambierà poco. Molto meglio tenere le normative vigenti, garantire la certezza della possibilità del controllo e agire sulle norme accessorie con sanzioni legate al livello del danno generato a persone o a cose. Facciamo applicare la sanzione senza possibilità di riduzione e prevediamo  il diritto di rivalsa nei confronti di chi il danno ha generato, e vedrete che molti fattori comportamentali idioti e  irresponsabili  al volante svaniranno.

Paolo Uggé

Una risposta a “Impediamo a chi beve e si droga di guidare. Solo così salveremo delle vite

  1. Intervengo a proposito dell’articolo di Paolo Uggè perplesso sulla introduzione del reato di omicidio stradale e delle norme connesse.
    Devo dire che concordo. Il 28.7.2010 ho portato alla approvazione del Parlamento la riforma del Codice diventata Legge 120. Una legge importante che ha introdotto norme nuove e severe che ha portato alla riduzione sin qui di circa 1.000 morti l’anno per incidenti stradale. Dai 7000 del 2000 con la “patente a punti” e con la riforma del 2010 siamo scesi a 3.400. Ora quelli che può fare la differenza sono i controlli. Puoi mettere come abbiamo fatto le norme sul divieto dell’uso delle droghe e del vino per gli autisti professionisti e per i giovani neopatentati ma se uno si ubriaca o si droga e non hai i controlli questo può fare stragi. La condanna successiva è giusta e deve essere severa ma non serve a ridare i defunti alle loro famiglie e ai loro amici.
    Aumento dei controlli sulle strade e attorno alle discoteche. Uso della scatola nera a bordo in modo da responsabilizzare chi guida che è consapevole che c’è uno strumento a bordo che registra comportamenti scorretti e si responsabilizza. Il compito più importante dello Stato è la prevenzione. Evitare comportamenti scorretti, garantire a tutti maggiore sicurezza, responsabilizzare di più chi guida per evitare nuovi incidenti è la nuova fase della sicurezza stradale.

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