Ilva, l’appello degli autotrasportatori a Gnudi e Lupi: “Quando verremo pagati?”

Quando saranno pagati gli autotrasportatori che hanno lavorato e che, nonostante non siano stati pagati da mesi,  continuano a lavorare per l’Ilva? È questa la domanda che apre la lettera inviata al commissario straordinario del gruppo Ilva Spa, Piero Gnudi,  e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, da Gianluigi Satini, presidente vicario della Fai, federazione autotrasportatori italiani. Una lettera , inoltrata anche ai prefetti di Taranto, Alessandria, Genova,  Milano, Cuneo e Venezia, nella quale Gianluigi Satini, dopo aver sottolineato come moltissime imprese del settore abbiano continuato a fare “la propria parte” nonostante  da mesi non vedessero un euro, ha invitato l’azienda e il Governo a fare la loro. Ecco il testo della lettera. “Non è facile per un’associazione di categoria decidere di prendere carta e penna per descrivere il disagio dei propri associati. L’imprenditore, per definizione, non ama mai mostrare le proprie difficoltà ad altri colleghi anche se le stesse sono comuni a molti. Tendenzialmente ritiene che un cliente dovrebbe rispettare gli accordi contrattuali soprattutto se il fornitore ha rispettato i propri. Tendenzialmente prevale un senso di fiducia e di doveroso rispetto per chi ci fa lavorare, magari da tanto tempo, contribuendo a farci sentire parte importante d’un processo che si chiama produzione di ricchezza. Tendenzialmente l’imprenditore giustifica le difficoltà del cliente perché, per primo, conosce le proprie e  a sua volta, con i propri fornitori, si giustifica appunto con la presenza di difficoltà. Quando scrive l’associazione significa, tendenzialmente, che si è interrotto un rapporto di fiducia e che le informazioni sulle difficoltà non arrivano. Gentilissimo commissario, onorevole ministro, le aziende di autotrasporto ormai da mesi non vedono un euro né sanno quando e se ne vedranno. Sono aziende che hanno svolto ciò che gli era stato richiesto senza ricevere il compenso pattuito. E’ chiedere troppo, fare delle previsioni? E’ chiedere troppo trovare anche per questi lavoratori una strada che non li obblighi a scelte inusitate? Dottor Piero Gnudi, scrivendo a “tutti i collaboratori del Gruppo Ilva”, immagino si riferisse anche agli autotrasportatori. La ringraziamo per il suo: “grazie sin d’ora per quello che fate e che continuerete a fare” ma ora tocca a lei: vorremmo noi ringraziarLa per il riconoscimento tangibile alla nostra attività e per il rispetto dovuto a una categoria ormai allo stremo. Onorevole ministro Lupi, ci dedichi un po’ del suo tempo, non siamo dei fannulloni, né viviamo chissà dove, vorremmo ascoltare ed essere ascoltati, lavorare ed essere pagati. Chiediamo troppo? Grazie, comunque, per l’attenzione che vorrete dedicarci e un consiglio: fate presto”.

2 risposte a “Ilva, l’appello degli autotrasportatori a Gnudi e Lupi: “Quando verremo pagati?”

  1. Pieno supporto ai colleghi che si trovano ad affrontare non una crisi prolungata e duratura, non una concorrenza sleale dei Paesi europei e dei propri competitor italiani, ma una crisi drammatica dove rischia la chiusura un ingranaggio enorme dell’economia italiana che lascerà tantissimi colleghi senza lavoro. Come dice il presidente vicario, gli sforzi della categoria per supportare l’Ilva sono evidenti, ma i trasportatori non sono ne banche, ne ricchi. Mi associo all’appello di Gianluigi Satini, aiutate questa gente.

  2. Verranno pagati dopo le banche: se rimane qualcosa. “I debiti con le banche vanno pagati con preferenza rispetto a tutti gli altri creditori. “Il ‘virus Monti’, che assicura precedenza nei pagamenti alle banche rispetto alle imprese e lavoratori, colpisce ancora. Il decreto “salva Ilva bis” è legge. Ora le banche aspettano solo il provvedimento, che il governo si è impegnato a varare, e con il quale verranno messi al sicuro i loro crediti”. QWuesto è quanto, a norma di legge! Bene l’appello ma temo occorra ben altro. I trasportatori attendono da novembre i provvedimenti che il governo si era impegnato a varare e non se ne vede l’ombra. Vogliamo scommettere che quello che attendono le banche sarà varato prestissimo?

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