Bici sulle corsie preferenziali? Così avremo solo pullman in ritardo e più pericoli…

La proposta di inserire nelle modifiche al Codice della strada la possibilità  di consentire alle biciclette di percorrere le corsie preferenziali nelle città, imponendo il limite di velocità dei 30 chilometri orari,  conferma una volta di più come il Governo agisca solo alla ricerca del consenso, senza conoscere le realtà sulle quali interviene. Con questa decisione non solo di verrebbe meno al principio per il quale queste corsie vengono realizzate, che è consentire alla mobilità pubblica di essere più veloce e puntuale, ma si introducono rischi evidenti per i ciclisti”. Ad affermarlo è Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio che ha sonoramente bocciato  anche una seconda possibile modifica al Codice: quella dell’introduzione del reato di omicidio stradale, “norma di carattere penale e non di codice della strada”, sottolinea Paolo Uggè,” per il quale si prevede per alcune fattispecie la revoca a vita della patente, in pratica una sorta di ergastolo della patente. Chi fa le leggi dovrebbe avere il senso del concreto ma soprattutto avere la necessaria conoscenza”, ha aggiunto il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, “chi genera danni a terzi o a cose perché in stato di alterazione deve essere punito, non c’è dubbio, ma la soluzione deve essere applicabile, non discrezionale, avere un aspetto educativo ma soprattutto non può impedire a vita la possibilità di lavorare. Non esistono sanzioni di identica gravità in Europa e forse nel mondo. L’autotrasporto, potrebbe essere in un futuro pesantemente coinvolto. Quando si introduce un principio fondamentale poi si estende facilmente ad altre fattispecie”.

Una risposta a “Bici sulle corsie preferenziali? Così avremo solo pullman in ritardo e più pericoli…

  1. Il presidente Uggé ha ragione. Nonostante sia assolutamente favorevole ad una punizione esemplare per chi, anche senza dolo, ha causato la morte di qualche persona per velocità, irresponsabilità alla guida o, peggio, uso di sostanze alteranti, non posso fare a meno di notare che in Italia tutto venga applicato senza buon senso; ad ogni incidente c’è sempre il tentativo di addossare colpe anche a chi non ne ha, c’è il tentativo di far cassa da parte degli automobilisti e delle forze di polizia.
    Omicidio stradale per colpa grave ? Bene. Ma cosa vuol dire colpa grave ? Magari 1 tonnellata di sovraccarico, caricato anche dove non c’è la pesa, o dove il cliente utilizza bolle con pesi “alterati” e il conducente è anche in buona fede ? Magari 10 ore di guida fuori orario ? Sembrano tante, ma se uno interrompe erroneamente la pausa (ed è correttamente sanzionabile) di 11 ore, ecco che sembra abbia guidato 20 ore di fila.
    L’idea è sicuramente degna di nota, ma va ben valutata e non sostenuta “di pancia”, come troppo spesso accade.

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