Inarrestabili, sensibili e generosi. I camionisti lo sono, parola di Marco Berry

radice e berryGiancarlo Radice, per gli amici Gianky. È lui il nuovo “testimonial” del mondo dell’autotrasporto italiano, il volto del camionista che forse meno ci si aspetta, o che almeno non si aspettavano di trovarsi di fronte, sul piccolo schermo, moltissimi telespettatori per i quali il camionista è spesso stato sinonimo di persona di poca cultura, di poca sensibilità. A mostrare l’altra faccia di una professione che per molti si riassumeva nell’equazione “tanti muscoli più poco cervello più poster centrale di una rivista a luci rossa in cabina uguale camionista” è stata la trasmissione Inarrestabili, mandata in onda da La 7 e condotta da Marco Berry. O meglio, è stata la puntata in cui l’ex Iena ha scelto di compiere un nuovo viaggio, alla scoperta del lavoro e della vita dell’autotrasportatore, al fianco di Giancarlo Radice, 47 anni di cui la metà trascorsa al volante di un bisonte della strada. Un camionista il cui vero volto è stato delineato con grande abilità, via via che la puntata percorreva la sua strada, da Marco Berry, pronto a fare la domanda giusta al momento giusto, per strappare la maschera dietro la quale sembrava volersi celare a tutti i costi  il protagonista della puntata di queste serie dedicata al mondo dell’autotrasporto e coprodotta da Fai Service. Il ritratto che alla fine è emerso è quello di un uomo timido e riservato, generoso e sensibile. Una timidezza e una sensibilità che si sono manifestate in tutta la loro commovente forza nei momenti in cui Giancarlo Radice ha ricordato la sua infanzia e il rapporto con la madre, morta a soli 52 anni per un male incurabile, con lui  costretto, dal suo lavoro, a starle lontano. Ma anche con lui che, dopo la morte della madre, continuava a domandarsi ad alta voce, al volante del suo camion, “a rischio di essere preso per un matto che parla da solo da chi mi avesse ffiancato”: è se io fossi stato qui, vicino a casa, vicino a mia madre?”. Ma anche una sensibilità che si è manifestata durante la telefonata fatta all’ex moglie, “persa per strada” dopo soli due anni e mezzo di matrimonio, ma chissà, forse non definitivamente visto che è stata lei stessa, rispondendo a una domanda di Marco Berry a definire Giancarlo “una persona straordinaria…”. Una sensibilità apparsa prepotentemente  in tutta la sua forza anche alla fine del viaggio, quando Giancarlo Radice, partito poche ore prima con l’aria burbera di chi “era già in ritardo” e non poteva perdere troppo tempo in convenevoli con il conduttore compagno di viaggio, è sembrato trattenere a stento una lacrima. In quanto alla generosità, quella è emersa nel modo più naturale  quando, pur  rispondendo in malo modo al un collega rimasto “nella merda con un lavoro”, Gianky non ha esitato a “coprirlo”, a sostituirlo nel viaggio, pur sapendo che quello avrebbe significato rinunciare al meritatissimo riposo, sorbirsi altri 800 chilometri… Faccia da duro e cuore da tenerone anche se Gianky ha subito spiegato che lo faceva “anche  per non perdere qualche soldo in più”, svelando quanto sia cambiata oggi questa professione, al punto da non potersi permettere di  dire no a un lavoro anche se si è stanchi, anche se si avrebbe voglia di starsene un po’ a casa, con i familiari, con gli amici. È  la fotografia di un lavoro duro, faticoso, pieno di incognite (come quella di non sapere neppure cosa si trasporta, come nel caso di Giancarlo Radice, trasportatore di container che vengono presi sigillati in un interporto logistico, vero e proprio gigantesco labirinto costruito con giganteschi cassoni di ferro colorato, e portati a destinazione senza poterne verificare il contenuto) quello del camionista così come raccontato da questa puntata degli Inarrestabili. Un lavoro in cui uno non può sapere se fra 24 ore potrà mangiare una pizza con gli amici o dovrà rimettersi al volante, un lavoro che ti tiene lontano da casa e dalla famiglia anche quando vorresti esserci. Un mestiere in cui hai moltissime responsabilità e spesso nessuna garanzia. Neppure d’essere pagato, come ha ricordato Marco Berry,  spiegando che arrivati a destinazione capita  magari di scoprire “che non potrai scaricare la merce e che la tua giornata è andata persa e che quel giorno non guadagnerai neanche un euro”. Un mestiere che, ha confessato a fine puntata Marco Berry, “non farei mai, che può fare solo uno che abbia una straordinaria passione”. Come quella che ha sempre guidato Gianky Radice, titolare di una piccola impresa con sette camion e sei conducenti, per centinaia di migliaia di chilometri lungo le strade dell’Italia e della Francia, annotando puntualmente ogni giorno tutto quanto accaduto su piccole agende che conserva gelosamente a casa. Un diario di viaggio incredibile di un uomo che Marco Berry, salutandolo a fine giornata, ha definito nel modo più semplice e più veritiero: “sei una bella persona”.

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19 risposte a “Inarrestabili, sensibili e generosi. I camionisti lo sono, parola di Marco Berry

  1. Scommettiamo 50 euro che si rimette insieme con la moglie? L’impressione è che si vogliano ancora un mondo di bene….

  2. Bella idea viaggiare con i camionisti e raccontare la loro vita quotidiana, la loto storia. Ma perchè durante i viaggi Marco Berry non approfitta anche per parlare dei tanti problemi del mondo dell’autotrasporto? Dallo scandalo delle scatole nere che siamo obbligati a montare a pagare a peso d’oro e che non hanno mai funzionato in 4 anni ai costi minimi per la sicurezza che praticamente nessun committtente ci riconosce?

  3. Di persone così sui tir ce ne sono tante, siamo persone normali e non mostri, l’unica cosa che abbiamo di diverso è che guidiamo un TIR e non un’automobile.

  4. Mi sono rivisto le 2 puntate sul sito della sette e trovo apprezzabile che si cominci a parlare della categoria. In tutte e due le puntate sono contrapposte due figure tipiche del trasporto, quella seria, piena di passione, consapevole dei rischi ed appassionata del proprio lavoro anche nelle difficoltà che a volte costringono a ripartire da zero (e che a mio parere rappresenta la maggioranza della categoria) e di cui è rappresentante la persona dell’articolo e quella spaccona, non rispettosa delle regole (si vanta di avere guidato per anni senza patente come ci fosse qualcosa di cui vantarsi o del camion + bello d’Italia come fosse l’unica cosa importante) che trascende la passione sconfinando nell’incoscienza e il fanatismo. Tale parte, seppur folcloristica e aderente allo stereotipo del camionista del passato, è a mio parere minoritaria, legata al passato e spero in via di redenzione. Il settore ha bisogno di passione ed entusiasmo ma anche di imprenditori seri che sappiano fare i conti.

  5. Berry è una ex Iena, uno che non dovrebbe avere paura a raccontare le verità scomode. Posso “invitarlo” a sedersi su uno di quei gurgoni dei corrieri, guidati spesso da extracomunitari per 5 (sì, avete capito bene, 5 !!!!) euro all’ora, e che escono dal deposito alle 8 del mattino per fare rientro alle 19 (calcolate un po’ gli orari. e andate a vedere se rispettano le leggi..) racconti queste di cose e forse qualche società di farabutti smetterà di fare schiavismo?

  6. Tutto concordato fra chi? Fra Berry e chi? E se fosse così, credi davvero che avrebbe presentato anche immagini decisamente imbarazzanti per la categoria (come il camionista che si vanta di aver guidato senza patente a 14 anni – a proposito, complimenti a quel poveraccio, culturalmente parlando, del padre e a quell’imbecille “patentato” che lo “copriva” con la patente…- oppure come quello col fratello vittima di una “faida fra camionisti” che sembrava solo interessato al capitonè e ai tendaggi da migliaia di euro – in tempi di crisi) da mettere in cabina?

  7. Sono d’accordo con Matteo, se fosse una “marchetta” pagata non credo che il programma avrebbe fornito alcune immagini della categoria decisamente negative… Comunque mi piace l’idea che qualcuno abbia deciso di far conoscere la vita e la professione di una categoria di lavoratori. Andrebbe fatta anche per altre categorie (eccetto che per gli statali, per loro basterebbe mandare in onda una semplice immagine di un ufficio deserto con scritto torno subito…..).

  8. Quella con Giancarlo é stata una parentesi veritiera del nostro lavoro. Peccato solo che nelle altre storie ci abbiano considerati “camionari”. Perché non sale con autisti che non percepiscono stipendio da mesi, sottopagati e costretti a manomettere i crono x consegnare? O che arrivano in magazzini e aspettano ore su ore x scaricare?

  9. Marco Berry ha previsto una puntata in cui il Tir faccia tappa in un porto (magari quello di Napoli?) Sono sicuro che farebbe audience mostrando lo scandalo di queste infrastrutture,dei tempi d’attesa in coda sotto il sole, del mucchio di controlli che vengono fatti …

  10. Tempo fa, non ricordo dove, ho letto un articolo in cui si parlava delle decine (forse anche più di 50) di controlli che la burocrazie italiana impone nei porti, delle settimane di attesa per poter ripartire con un container e del fatto che, per colpa di tutto questo questo i carichi stanno fuggendo nel nord Europa. Vogliamo parlare di questi problemi che AMMAZZANO l’autotrasporto italiano? Parlarne in un programma importante come gli Inarrestabili condotto da un volto noto come quello di Marco Berry, su un’emittente importante come La 7, sarebbe il miglior modo per combattere la malaburocrazia di un Paese rimasto borbonico e che se il signor Renzi aspetta ancora un po a cambiare finirà con l’affondare insieme ai suoi porti….

  11. Da non camionista non avrei mai pensato di guardare un programma del genere. E invece l’ho fatto… Carino anche se qualche personaggio non dà certo una bellissima immagine della categoria. però in generale il giudizio è positivo. Almeno qualcosa di nuovo sotto i ripetitori…

  12. Siamo in tantissimi, questa situazione, per moltissimi di noi, si ripete ogni santo giorno… Facciamo un lavoro “da duri” ma abbiamo moglie e figli a casa che non vedono l’ora e sperano che torniamo sani e salvi…

  13. Il signor Radice è persona sicuramente positiva, ma mi fa piacere pensare che nel nostro mondo ce ne siano molte così (e in alcuni casi anche di più…). Una domanda: perchè il signor Berry non approfitta di questa bellissima iniziativa per parlare, durante il viaggio un po’ più della “vita professionale” degli autotrasportatori? Inarrestabili sarebbe un bellissimo “veicolo” per esempio, per parlare dei costi minimi per la sicurezza, per spiegare alla gente a casa, davanti al televisore, chi è che vuol far circolare camion pericolosi sulle strade….

  14. Spesso però sanno essere anche ignoranti, prepotenti, rissosi… Sarà anche lo stress (guardando una puntata della trasmissione del signor Berri mi sono resa conto che non fanno esattamente un lavoro semplice) ma al camionista che l’altra sera, sulla tangenziale entrando a Palmanova mi ha fatto un gesto non propriamente da gentiluomo o (dito medio alzato, clacson a mille e fari!!!!!!) solo perché ho avuto un attimo d’indecisione nello spostarmi sulla destra, vorrei dire che non mi sono fatta un’idea positivissima. Anche perché per dimostrarmi che lui era grosso mi è arrivato a tre metri di distanza e quando l’ho visto nello specchietto non è stato piacevolissimo… La prossima volta, con un bestione simile, stia un po’ più lontano anche perchè non credo che un tir si blocchi in pochi centimetri…. E perchè, altrimenti la mia Yaris finisce coma una scatola di sardine…..

  15. Recentemente ho visto uno speciale, durato al massimo 3 minuti, realizzato da Rai 2 sul mondo dell’autotrasporto (come vedete non è vero che i giornalisti non ne parlano….). E evo dire che sono riusciti ad approfondito più loro i problemi della categoria in quel brevissimo spazio cdi tempo he tutte le puntate di Marco Berry su La 7. Molto bella e apprezzabilissima l’idea di raccontare finalmente la vita di migliaia di conducenti, ma quelle puntate avrebbero potuto essere utilizzate anche per spiegare molte cose legate a temi che interessano tutti e non solo i camionisti. per esempio la sicurezza stradale (vedi per esempio i costi minimi che hanno ridotto sensibilmente gli incidenti)… In ogni caso due tv nazionali hanno parlato di noi e questo è fantastico….

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