Camionisti, ma voi più sicurezza sulle strade la volete davvero? Dimostratelo…

Costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto: una legge li impone ma nessuno o quasi li fa rispettare. E in assenza di controlli sull’intera filiera dell’autotrasporto, la committenza continua a non pagarli, ricattando gli autotrasportatori (“se non scendi al prezzo richiesto mi rivolgo a qualcun altro che sicuramente accetterà) e sfruttando il fatto che molti autotrasportatori accettano di subire il ricatto, danneggiando non solo se stessi (visto che in alcuni casi lavorano senza guadagnare o addirittura in perdita) ma l’intera categoria. Oggi in Italia (come ha denunciato, telefonando alla redazione di stradafacendo.tgcom24 un ex rappresentante sindacale della categoria dimessosi perché delusissimo dalle scelte della presidenza nazionale, che tra l’altro non ha mai apertamente preso le difese della legge sui costi incomprimibili per la sicurezza) solamente il 10 per cento dei viaggi viene effettuato con tariffe che rispettano i costi minimi. Costi che, si badi bene, sono calcolati dal ministero dei Trasporti valutando quanto è indispensabile per avere sulle strade un camion sicuro, che abbia fatto manutenzione e che non abbia gli pneumatici lisci, che abbia al volante un professionista e non un povero “disperato”, magari extracomunitario, preso per fame… Ma cosa ne pensano i diretti interessati, gli autotrasportatori italiani, di questa legge e della sua (mancata) applicazione. Stradafacendo gliel’ha chiesto direttamente, attraverso un minisondaggio. Ecco le prime risposte. Per lasciare un vostro commento scrivetelo nell’apposito spazio in fondo a questa notizia, oppure telefonate allo 035 216551. Ecco i primi commenti arrivati in redazione…

I dati dimostrano che i costi minimi hanno ridotto gli incidenti. Non vi basta?

I costi minimi per la sicurezza stradale contengono dei principi che sono imprescindibili per una società civile. E se, con alcune modifiche, si possono ulteriormente migliorare, ben vengano. L’importante è che ci siano gli strumenti per poter controllare l’intera filiera, in modo da garantirne il rispetto e raggiungere l’obiettivo di trasformare in beneficio sociale ciò che si vuol far sembrare un costo. Dai dati statistici a disposizione è già emersa la diminuzione dell’incidentalità. Sergio.

Se il ministro spiegasse agli italiani che quei costi salvano la pelle a tutti…

I costi minimi della sicurezza sono una tutela per noi trasportatori ma anche per gli utenti della strada. Possibile che il ministro non lo comprenda? La vita è un dono e va tutelata. Il ministro si riconosce o no in queste affermazioni? In caso positivo se ritiene di apportare quelle modifiche che ha annunciato di voler fare cosa aspetta? Si assuma le proprie responsabilità ma si ricordi che delle regole che  garantiscano i più deboli debbono restare. Antonio

Senza costi minimi i pericoli per strada aumenteranno per tutti

Le associazioni hanno lottato per avere la legge che regolamenta i costi della sicurezza, però è sempre stato difficile far capire ai nostri committenti che sono un semplice elenco dei costi incomprimibili relativi ai camion. Gli autotrasportatori devono lottare per ottenerli, ma i committenti devono sapere che se non li rispettano si andrà solo verso l’insicurezza sulle strade, non solo per gli autisti dei mezzi pensanti ma per tutti gli utenti. Ognuno deve fare la propria parte e qui mi riferisco al Governo, ai committenti, ai colleghi e non da ultimo alle forze dell’ordine che devono effettuare i giusti controlli. Se nel settore vige l’abusivismo le aziende che vogliono rispettare le regole non hanno spazio. Se tutti non remeranno nella stessa direzione andremo verso la fine del trasporto italiano, perché le merci le trasporteranno solo i vettori stranieri! Antonio, Fai Brescia.

 

Almeno abbiamo qualcosa a cui appellarci, senza una legge è il far west…

A chi si oppone ai costi minimi per la sicurezza dell’autotrasporto delle merci, scelta che personalmente ritengo ingiustificabile, propongo una riflessione: senza questa legge a cosa potremo appellarci quando la committenza ci chiederà di dimezzare, o peggio, il costo del trasporto? Ai colleghi va bene che, nel migliore dei casi, un viaggio ddi 500 chilometri venga pagato 300 euro? È questo che vogliono? Almeno con questa legge nel momento in cui ci sediamo al tavolo delle trattative possiamo dire al cliente che la legge prevede di non scendere al di sotto di quei costi… Non è molto, ma è meglio che il far west nel quale siamo costretti a combattere ogni giorno una battaglia, spesso persa in partenza. E se qualcuno fra coloro che guidano il Paese si decidesse a far scattare finalmente i controlli, su tutta la filiera dell’autotrasporto, quel poco potrebbe diventare moltissimo. Giuseppe

Solo chi fa concorrenza sleale può essere contrario ai costi minimi

Assolutamente favorevole, chi non è favorevole sono soltanto le agenzie che fanno concorrenza sleale approfittando di quei poveri stolti che sono costretti a viaggiare sottocosto per sopravvivere. Grazie.Enrico Guerra, direttore logistica e spedizioni Guerra Graziano Srl.

Continuate a lottare per mantenere la legge, senza sarebbe un disastro

In risposta alla vostra domanda: Siete favorevoli o contrari ai costi minimi? La risposta è: assolutamente favorevoli, continuate a lottare per mantenere la legge, senza sarebbe un vero disastro. Saluti.

Davide Barbazza, Trasporti Barbazza S.n.c.

Siamo tutti favorevoli, almeno abbiamo un parametro…

Siamo favorevoli ai costi minimi, almeno abbiamo tutti un parametro da seguire. Cordiali saluti. Andrea

Se spariscono i costi minimi scompariranno le piccole e medie imprese…

Aboliti i costi minimi sarà la fine delle piccole medie aziende che operano nel rispetto delle regole e che avranno le sole alternative di chiudere o di diventare schiavisti e sfruttatori di personale che deve lavorare senza nessun rispetto della dignità umana e della sicurezza. Quindi mantenere a ogni costo i costi minimi e poi per farli rispettare: 1) indetraibilità fiscale per il committente di trasporti fatti sotto i costi minimi; 2) detrazione dell’accise sui carburanti solo dai contributi Inps e Inail dei dipendenti autisti; 3) aggiornamento dei costi minimi per la parte che eccede il gasolio e che è ferma dal 2009 e che comporta un aumento dei costi minimi attuali del 7 per cento. Roberto B.

Esiste una legge? Allora facciamola rispettare e denunciamo chi la viola

Esiste una legge? Sì. E allora facciamola rispettare e denunciamo chi la viola. Altrimenti cancelliamo quella legge. In un Paese normale così si fa. Ma siamo davvero un Paese normale? Daniele.

Uno può essere così fesso da accettare di non coprire i costi?

La mia struttura non necessita di costi minimi. Me li  tratto io. Se sono così fesso dall’accettare servizi che non coprono i costi fallisco. Ma credo che vi debbano  essere dei riferimenti o dei parametri di sicurezza che tutelino i cittadini, i vettori più deboli etc. Claudio.

 

 

17 risposte a “Camionisti, ma voi più sicurezza sulle strade la volete davvero? Dimostratelo…

  1. Aboliti i costi minimi sarà la fine delle piccole medie aziende che operano nel rispetto delle regole e che avranno le sole alternative di chiudere o di diventare schiavisti e sfruttatori di personale che deve lavorare senza nessun rispetto della dignità umana e della sicurezza. Quindi mantenere a ogni costo i costi minimi e poi per farli rispettare: 1) indetraibilità fiscale per il committente di trasporti fatti sotto i costi minimi; 2) detrazione dell’accise sui carburanti solo dai contributi Inps e Inail dei dipendenti autisti; 3) aggiornamento dei costi minimi per la parte che eccede il gasolio e che è ferma dal 2009 e che comporta un aumento dei costi minimi attuali del 7 per cento.

  2. I costi minimi della sicurezza sono una tutela per noi trasportatori ma anche per gli utenti della strada. Possibile che il ministro non lo comprenda? La vita è un dono e va tutelata. Il ministro si riconosce o no in queste affermazioni? In caso positivo se ritiene di apportare quelle modifiche che ha annunciato di voler fare cosa aspetta? Si assuma le proprie responsabilità ma si ricordi che delle regole che garantiscano i più deboli debbono restare.

  3. Bravo Antonio! Ricordiamo anche al ministro la riduzione dei morti e dei feriti sulle strade che vedevano coinvolti i mezzi pesanti. Questi sono fatti e non chiacchiere.

  4. La mia struttura non necessita di costi minimi. Me li tratto io. Se sono così fesso dall’accettare servizi che non coprono i costi fallisco. Ma credo che vi debbano essere dei riferimenti o dei parametri di sicurezza che tutelino i cittadini, i vettori più deboli etc.

  5. Soltanto in Italia si possono sentire certe cose, una categoria così delicata ridotta a questo punto, ma come è possibile? Ma la politica e le varie associazioni di categoria cosa fanno? Io non sono camionista ma viaggiando molto per le strade vedo questi poveri lavoratori sfruttati e trattati come schiavi a volte per un piccolo stipendio, questo è proprio un Paese incivile! Ho solo una domanda per la politica: come si fa a pagare il carburante relativo a un mezzo di lavoro allo stesso modo di chi mette il carburante magari un un SUV da 100 mila euro per andare a passeggio allo stesso modo? Se qualcuno mi risponde per favore lo ringrazierei, qui serve veramente che chi utilizza il carburante per lavorare almeno deve avere una differenza sul prezzo di acquisto pari al 50 per cento per rientrare nei costi giornalieri.

  6. E’ ora che il ministero dei Trasporti tuteli l’autotrasporto; non solo scaraventandogli contro polizia stradale, motorizzazione civile e guardia di finanza, ma anche dando la possibilità, alle poche imprese di autotrasporto rimaste, di poter utilizzare i costi minimi, controllando i COMMITTENTI che continuano con straordinaria libertà ad applicare tariffe del tutto non adeguate e sopratutto far si che i giudici rispettino con trasparenza la legge che, se utilizzata senza vizzi, potrebbe essere un’arma in più per risolvere i problemi degli autotrasportatori.

  7. Sicurezza: tante belle parole sia da parte delle federazioni, sia da parte dei giornalisti, sia da parte dei rappresentanti di aziende di trasporto medio-piccole, sia da parte degli autisti. Però io continuo a vedere autoarticolati che viaggiano a 95 km/h anzichè a 80, che si sorpassano dove c’è divieto e che. Nel farlo, non usano la freccia e non guardano dove mettono le ruote, che vanno in giro senza targa ripetitrice sul rimorchio (su questo mi dicono che in determinate condizioni è legale ma è una vera c@g@t@ perché la targa del rimorchio non è illuminata!). Volete il rispetto dei costi minimi? Bene: se per fare un trasporto la tariffa che vi impongono vi fa andare in pari se non addirittura in perdita, perché lo accettate lo stesso? A quel punto non vi costa meno tenere il camion fermo?

  8. Sarà vero, signor Claudio, che la sua struttura non necessita di costi minimi e che se li tratta lei, ma mi permetto di evidenziare che lei col cliente tratta le tariffe, non i costi, e nessuno dice che le tariffe debbano essere uguali ai costi minimi; personalmente se non ci fosse subvezione, illeicità nel settore e dumping sociale, accetterei ogni tipo di discorso sull’abolizione di costi minimi: se li pagassero tutti (non i clienti, i vettori) in gomme, revisioni, aggiornamento del parco veicolare, iscrizione c/terzi, personale assunto correttamente, subvezione corretta, fornitori pagati correttamente, a cosa servirebbero i costi minimi ? La realtà è che esistano dei costi minimi riconosciuti e viaggiare al di sotto di essi sia reato è legato al fatto che tutti questi bei costi sopraelencati molti non li pagano strumentalizzando il personale (dumping sociale tramite cooperative e stati esteri), risparmiando sulle manutenzioni/revisioni, sottopagando i subvettori, non pagando i fornitori, utilizzando il conto proprio e chissà quali altri sotterfugi possibili; queste realtà abbattono i costi e costringono le realtà legali a competere pur di rimanere sul mercato, a condizioni illegittime. I costi minimi sanciscono che l’impresa che opera al di sotto di essa o perde denaro, o non può essere al 100% regolare: poi come ogni norma si può migliorare, i costi non possono essere calcolati perfettamente su ogni realtà, hanno dei difetti (un viaggio di 360 km dovrebbe costare molto meno di uno di 340 chilometri, per effetto del salto di scaglione). In conclusione, non posso che pensare che chi voglia abolire i costi minimi o è un committente che vorrebbe spendere meno, o è un trasportatore che fa business vendendo i viaggi ad altri.

  9. Ai trasportatori dico solo una cosa: la vostra associazione di categoria non vi fa avere i costi minimi? Non si batte, tutti i giorni, perché ci siano controlli per farli rispettare? Cancellate l’iscrizione. Siete voi che tenete in vita le associazioni, disiscrivetevi e vedrete che la smetteranno di infinocchiarvi, raccontandovi fregnacce per poi fare i servi della committenza, da cui prendono denaro sottobanco….

  10. Qualcuno ha avuto il coraggio di uscire dall’ufficio del committente che gli ha detto no, io non ti pago i costi minimi perchè con altri lavoro alla metà, e di andare a denunciarlo? Perchè è questo che bisogna fare. Denunciarli….

  11. Tante belle parole che sembrano quasi essere teleguidate. Ma la categoria li vuole mantenere, no i costi minimi? È disposta oppure no a trovare intese per introdurre alcune modifiche, visto che a settembre la Corte Europea si pronuncerà?

  12. I costi minimi per la sicurezza stradale contengono dei principi che sono imprescindibili per una società civile. E se, con alcune modifiche, si possono ulteriormente migliorare, ben vengano. L’importante è che ci siano gli strumenti per poter controllare l’intera filiera, in modo da garantirne il rispetto e raggiungere l’obiettivo di trasformare in beneficio sociale ciò che si vuol far sembrare un costo. Dai dati statistici a disposizione è già emersa la diminuzione dell’incidentalità.

  13. Sembra che ci sia finalmente un po’ di analisi prima che sia troppo tardi parlatene, sensibilizzate i responsabili delle spedizioni e i magazzinieri fate domande e pensate: se un giorno dovesse esserci vera ripresa economica in Italia, saremo comunque fermi al palo. Senza infrastrutture e trasporti le nostre merci non andranno da nessuna parte, Italia su Italia azzerati da mafiosi e cabotaggio abusivo,Italia verso Europa azzerati da mancanza di competitività, gasolio, autostrade, assicurazioni, costo del lavoro più alti d’Europa non ci permettono internazionalizzazione se poi si costringono i dipendenti italiani a licenziarsi e farsi assumere da agenzia interinale in Romania, si dribbla pure la contribuzione e si può correre a metà prezzo. Che ne dite? Proprio una gran bella liberalizzazione eh!?! Ma la liberalizzazione serve per il libero mercato, quindi libertà! Libertà di uccidere, di sfruttare, di truffare, di farci morire e di suicidarci. La libertà prima di tutto.

  14. Le associazioni hanno lottato per avere la legge che regolamenta i costi della sicurezza, però è sempre stato difficile far capire ai nostri committenti che sono un semplice elenco dei costi incomprimibili relativi ai camion. Gli autotrasportatori devono lottare per ottenerli, ma i committenti devono sapere che se non li rispettano si andrà solo verso l’insicurezza sulle strade, non solo per gli autisti dei mezzi pensanti ma per tutti gli utenti. Ognuno deve fare la propria parte e qui mi riferisco al Governo, ai committenti, ai colleghi e non da ultimo alle forze dell’ordine che devono effettuare i giusti controlli. Se nel settore vige l’abusivismo le aziende che vogliono rispettare le regole non hanno spazio. Se tutti non remeranno nella stessa direzione andremo verso la fine del trasporto italiano, perché le merci le trasporteranno solo i vettori stranieri!

  15. Il problema non sono i costi minimi, che senza i controlli non vengono quasi mai presi in considerazione dalle ditte committenti. Il problema sono tutti gli stranieri sottopagati che lavorano per ditte di gente italiana con sede all’estero. Il problema è il costo del gasolio che porta via di più del 50 per cento del costo del trasporto.
    Il problema è il costo dell’operaio, non dello stipendio in se, ma di tutte le tasse, associazioni, enti ecc che dobbiamo pagare noi,tutte strutture senza senso… La tassa di circolazione che ogni tre mesi è un salasso… e l’assicurazione? Siamo una categoria di gente che sa solo lavorare con la testa bassa…Parliamo ma non agiamo.

  16. Vorrei fare alcune considerazioni sul calcolo dei costi minimi di esercizio costo di un trattore stradale 75.000 – 15.000 di valore dopo 6 anni costo da considerare 60.000 costo di semirimorchio 25000-5000 di valore dopo 10 anni costo da considerare 20.000 costo pedaggi 0.095 a km costo carburante 0.3733 a km vuol dire al netto delle accise (il recupero che abbiamo ottenuto non e’ per noi ma per la committenza). Secondo voi questi sono costi reali o molto sottodimensionati? Viaggiare al di sotto dei costi minimi e’ pura follia, occorrono controlli e sanzioni ma non solo per i soliti trasportatori…

  17. Io sono camionista da 14 anni presso una ditta che cercava di lavorare bene, curando i mezzi e pagando dei professionisti. Purtroppo essendo ancorata all’esigenza mantenere i prezzi adeguati a pagare spese più elevate, ha cominciato a perdere clienti, perchè si sono andati rivolgendo a chi faceva prezzi più bassi. La ditta per la quale lavoro, ha allora cercato di ridurre i costi per restare sul mercato, con il risultato di andare a gravare sulla manutenzione dei mezzi (ricambi d’occasione), sui turni di lavoro (alcuni colleghi accettano di guidare senza scheda tachigrafica o con schede di altri) e naturalmente sugli stipendi di noi autisti. Su consiglio di un sindacalista, i miei colleghi hanno addirittura accettato di modificare il loro contratto, passando ad un contratto come autisti discontinui, con 47 ore lavorative settimanali e un taglio sullo stipendio di circa 400 euro al mese. Per quanto sono riuscito a scoprire, il contratto che hanno sottoscritto, non è conforme alla loro attività, ma il sindacato lo ha avallato. Essendomi io rifiutato di scendere a tali compromessi, sono stato ostracizzato in vari modi, tanto che mi sono rivolto all’ispettorato del lavoro, affinchè intervenisse per porre fine a queste irregolarità. Mi è stato risposto che erano accuse gravissime, che andavano dimostrate e che come prima cosa avrebbero fatto un controllo su di me. Come si può pensare che le autorità controllino che siano rispettate le tariffe minime, se non si prendono neppure il disturbo di andare a controllare i dati tachigrafici presenti presso una ditta denunciata? Cosa vogliamo pretendere da autorità che si preoccupano solo di spaventare chi vuole denunciare delle irregolarità e pensano solo a raccogliere soldi con multe insensate (non parlo di infrazioni stradali, ma di errori di un minuto di sosta e cose di questo genere)?

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