Autotrasportatori, giudicate voi se chi vi guida ha davvero le capacità per farlo

Chi sta davvero facendo l’interesse degli autotrasportatori e chi invece sta combattendo solo per se, per ritagliarsi un posto al sole? Chi  fra coloro rappresentano la categoria degli autotrasportatori,  risponde solo ai suoi associati e chi invece, come una marionetta sul palco dei vecchi teatrini degli oratori, deve rispondere a chi muove i fili?  Chi davvero conosce il mondo dell’autotrasporto, i suoi problemi e le sue possibili soluzioni e chi invece si è “improvvisato” esperto? E, ancora, chi conosce i meccanismi che regolano la politica, non solo italiana ma europea, e sa dove e come muoversi per far si che le istanze del mondo dell’autotrasporto italiano non restino inascoltate? Sono alcune delle domande migliaia di autotrasportatori si stanno facendo, alla vigilia di importanti appuntamenti e di confronti decisivi destinati a segnare il futuro del settore. Domande e dubbi alimentati anche dai ripetuti scontri che negli ultimi tempi hanno visto contrapposte le diverse anime della rappresentanza sindacale degli autotrasportatori, in un momento in cui proprio la mancanza di  unità e l’incapacità di saper fare gioco di squadra rappresentano il nemico numero uno della categoria.  Scontri che hanno visto contrapposti in particolare Paolo Uggè e Cinzia Franchini, presidenti di Fai Conftrasporto e di Cna-Fita. Per aiutare gli autotrasportatori a capire cosa sta accadendo e “a chi credere e affidarsi”,  il sito uominietrasporti.it ha deciso di pubblicare gli interventi praticamente integrali di Paolo Uggè e Cinzia Franchini, invitando ognuno a leggere e giudicare. Invito che stradafacendo “rilancia”, rivolgendolo ai propri lettori.

Intervento di Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto. La strada che abbiamo di fronte è strettamente connessa alle prospettive che intendiamo assegnare al trasporto merci nel Paese. Solo dal confronto potremo individuare i giusti elementi per evitare il rischio di vanificare i sacrifici di tanti operatori. Le posso definire in tal modo in quanto sono state condivise dal nuovo consiglio nazionale della Fai che, oggi riunitosi per la prima volta, dopo la proclamazione degli eletti ha provveduto ad eleggere il nuovo comitato di presidenza ed il Presidente. Rafforzamento dell’unità possibile a tutti i livelli, attraverso la costante ricerca delle mediazioni che si rendono indispensabili, purché non indeboliscano il mondo rappresentato. Chiarezza nelle competenze e nelle alleanze che non dovranno a prescindere escludere nessuno, a condizione che tutti poi rispettino le idee di tutti e si condividano le scelte assunte dagli organismi. Rifuggiremo da tutte le forme di ostracismo ma senza rinunciare a sostenere con determinazione e correttezza le nostre idee che potremo anche accantonare solo nel momento in cui a livello unitario vengano individuate decisioni condivise dalla gran parte dei nostri interlocutori. La categoria è a un bivio: senza unità finirà per essere per sempre esclusa dalle scelte. La Fai è pronta ad assicurare il rispetto delle decisioni assunte dalla maggioranza, anche se non significa la rinuncia nel ribadire le nostre convinzioni che in alcun modo verranno accantonate. Non saranno dimenticate ma in ogni occasione invece, pur nel rispetto delle decisioni della maggioranza, verranno rappresentate. Una sola condizione poniamo affinché le nostre speranze possano divenire concrete ed è che sia il metodo applicato da tutti.  È troppo chiedere che assunte le decisioni non si contraddicano il giorno dopo? Che non si attuino campagne denigratorie nei confronti dei colleghi delle altre federazioni? Che non si prendano per complotti oscuri, fatti alla luce del sole? Che si rappresentino con chiarezza gli interessi dei propri associati per meglio tutelarli? Che ci si attenga al principio di individuare una linea comune prima tra realtà omogenee (quelle delle imprese di autotrasporto) e dopo con altre realtà legittime, ma che le utilizzano? Infine è possibile comprendere che anche la più rappresentativa delle federazioni da sola non conta niente e che se si vuole far l’interesse delle imprese si deve operare in sintonia? Questo le imprese ci chiedono e su questo noi ci impegniamo. Se le nostre considerazioni sono condivise, nel momento attuale, non abbiamo altra strada che mostrarci uniti nei confronti del Governo che è obbligato a trovare con noi le soluzioni utili per il Paese e conseguentemente per le nostre imprese. Non possiamo consentire che qualcuno provi a mettere da parte le intese raggiunte.  Se non riusciremo a superare questa battaglia decisiva per la rappresentanza di una categoria forte ma resa debolissima dalle divisioni di vertice, i nostri operatori non avranno futuro, così sarà anche per le federazioni e per i gruppi dirigenti, che contano nulla rispetto agli operatori.

Intervento di Cinzia Franchini, presidente di Cna Fita. È possibile fare qualcosa per le imprese? Tutto è possibile a condizione che ciò che si dice di voler fare vada effettivamente nella direzione, non di interessi unitari, ma di interessi reali che dobbiamo rappresentare. È molto semplice comprendere cosa serve all’autotrasporto e di certo Cna-Fita intende rappresentarlo in modo autentico ed ostinatamente, perché non si confonda l’autotrasporto con la rappresentazione dell’interesse della sua Rappresentanza. A noi sta a cuore ciò che interessa all’autotrasportatore e quindi: l’annullamento dei vergognosi aumenti per i pedaggi concessi ai concessionari autostradali di anno in anno fino a questo gennaio 2014, senza effettive contropartite nell’aumento dei servizi e delle manutenzioni stradali. Una seria presa di coscienza politica del dramma rappresentato da fenomeni quali il distacco transnazionale e il cabotaggio da parte di paesi che possono sfruttare condizioni di mercato insostenibili per le nostre imprese. Un costo del carburante che si possa allineare quanto meno con i paesi che con noi hanno fondato l’Europa, Germania e Francia, ma anche con paesi, come la Spagna, che condividono con noi più di altri il dramma di questa crisi economica. Un contrasto deciso all’illegalità largamente intesa che si trasformi anche in un setaccio reale e concreto per estromettere dal mercato operatori abusivi e truffatori e con loro i committenti che eventualmente ne continuano a fare uso. Tempi di pagamento assolutamente certi a garanzia di una filiera strategica e a rischio. Non sappiamo se sono questi gli interessi unitari ma le imprese questo chiedono e noi questo intendiamo rappresentare con forza. Quando l’interesse unitario si trasforma in proposte di garanzie bancarie di 50 mila euro per dimostrare la capacità finanziaria, oppure quando nulla si fa per contrastare gli aumenti dei pedaggi e in più si evita di erogarne i rimborsi direttamente ai telepass, quando si “svicola” la proposta di attivare la clausola di salvaguardia per contrastare l’uso scorretto e, quello sì anticoncorrenziale, di normative sul cabotaggio oppure di pratiche come il distacco transnazionale, quando si firma con “la committenza” un rinnovo del ccnl con aumenti insostenibili in questo contesto economico, quando si spinge per anni la categoria, strangolata dalla crisi, a sostenere costi minimi in cambio di onerosissimi costi legali e inutili costi politici, quando il pensiero unico dell’unitarietà liberalizza senza rete, anzi tempo, l’autotrasporto, quando alle imprese si spaccia una riforma per un regolamento condominiale di un Albo vissuto, così com’è stato fino ad ora, unicamente come un inutile costo dagli stessi iscritti, potrà non piacere ma alla Fita non interessa. Infine nella rappresentanza dell’autotrasporto, grazie ai soliti padri nobili, onnipresenti da almeno 35 anni, oggi più che mai vige il detto “meglio soli che male accompagnati” e comunque la Fita è in ottima compagnia, quella delle imprese e degli imprenditori che voglio realmente un cambiamento.

21 risposte a “Autotrasportatori, giudicate voi se chi vi guida ha davvero le capacità per farlo

  1. A parte le modalità e gli scopi, gli obiettivi ben si assomigliano, dicono entrambi di voler tutelare il povero trasportatore, l’unica grande differenza che emerge è quella sui costi minimi: che una sigla di autotrasporto non voglia migliorare o modificare, ma eliminare i costi minimi mi sembra assurdo. Solo le “grandi imprese strutturate”, quelle che subappaltano una marea di lavoro sottocosto o al limite della sussistenza possono volere l’abolizione di questa norma, e solo perché così speculeranno più comodamente su chi realmente è in giro a guidare il veicolo.Io, con la legge sui costi minimi, un po’ di potere contrattuale l’ho avuto, qualche cliente si è dovuto ricredere su quanto costa far funzionare un camion, un parametro ufficiale lo posso utilizzare. Sul resto, sono solo parole neanche coerenti: combattere l’illegalità è bello e giusto, ma lo sconto gasolio alla pompa non va in questa linea, una semplificazione che porterebbe anche chi è fuorilegge ad approfittarne perché non ci sarebbe controllo; tralasciamo la barzelletta per cui le accise se le prenderebbero le pompe di carburante, questo qualunque trasportatore sa che non è vero. Lo stesso discorso vale per gli sconti autostradali: bene che si abbassino i costi il più possibile, ma non con modalità che favoriscano chi è saltuariamente sul territorio o altre categorie, che queste facciano le loro battaglie senza tirare in ballo noi.

  2. Forse è stata una scelta sbagliata quella di riportare le posizioni dei due presidente. Noi camionisti anche s eleggiamo rischiamo di non capire a fondo i contenuti. Io ho capito che mentre uno parla di unità della categoria e dice che bisogna trovare un metodo per decidere la strada migliore ed essere disponibili a trovare una intesa; l’altra riprende argomenti vecchi, già sentiti, su fatti che sono già stati commentati e che quando ho avuto modo di leggerli avevo anche compreso che la proposta della deroga al cabotaggio mette a rischio gli italiani che lo effettuano nei Paesi esteri; che gli aumenti sui pedaggi discendono da una scelta del ministero che li concede solo dopo aver verificato che gli interventi manutentivi siano stati fatti (ciò significherebbe che chi ha concesso gli aumenti senza verificare non ha rispettato una legge e quindi avrebbe commesso un reato); che gli sconti sui pedaggi ai caselli ci farebbe perdere dei soldi perché li dovrebbe riconoscere a tutti, esteri compresi; sui costi minimi c’è chi li difende, anche se è disponibile a trovare delle modifiche e c’è chi dice che sono inutili (fin che lo afferma la Committenza è comprensibile che lo dica la presidente di una organizzazione degli autotrasportatori artigiani che, se non ricordo male è stata quella che ha chiesto i costi minimi, mi pare un bel cambio di linea; etc. Io so quale sia il mio interesse è quindi saprei a chi attribuire ragione o torto. Ma credo che sia tempo perso. perché non si chiudono dentro una stanza tutte le federazioni e trovano una soluzione unitaria, alla quale tutti accettano di allinearsi? La maggioranza vince.

  3. Chi chiede gli sconti ai caselli, la deroga sul cabotaggio e dice che i costi minimi non servono; per me sostiene punti che gli autotrasportatori veri non possono condividere. ‘È un mio parere.

  4. Possibile che dopo aver lottato per ottenere dei risultati che, piacciano o no a qualche presidente, rappresentano soldi per noi autotrasportatori o difesa nei confronti di quelli che ci sfruttano, oggi si vogliano mettere in discussione? Ma che rappresentanza sindacale è quella che fa fare dei passi indietro a quelli che rappresenta?

  5. Qualcuno diceva che “i vecchi bisogna ammazzarli da bambini”, io sostengo che è meglio un anziano “giovane” che una “giovane” ignorante.

  6. Che caduta di stile quella della presidente che parla di padri nobili che da 35 anni sono nel mondo dell’autotrasporto! Innanzitutto esiste una differenza tra chi è dipendente e chi è presidente di una federazione. Una è una funzione politica, l’altra dipende da qualcuno. Noi della Fai, io lo sono da anni, abbiamo ritenuto che dopo essere stato il nostro segretario generale (dipendente) per noi sarebbe stato conveniente (non dimentichiamo anche l’esperienza di governo che ci consente oggi di evitare certi trucchetti) che diventasse presidente. Lui, forse questo la signora presidente non lo sa, aveva deciso di non candidarsi più. Siamo stati noi aderenti a chiedergli di restare. Personalmente sono contento che abbia accettato. Io mi sento più che ben rappresentato.

  7. Chissa’ se il mio presidente adesso capisce quanto sia inutile cercare l’unità con chi non la vuole fare. E’ evidente che qualcuno non la vuole. Quando in azienda (siamo tre fratelli si deve decidere si discute, ma poi alla fine due su tre scelgono e tutti diventiamo una squadra che si muove all’unisono. Capito come dovrebbero funzionare i rapporti anche tra le federazioni? Chi non accetta stia per conto suo.

  8. A cosa servono divisioni in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo? Solo a indebolirci.
    Discutete i problemi reali e non occupatevi delle caz….e. Ma davvero qualcuno crede che se si recupera la percentuale di aumento dei pedaggi abbiamo risolto i problemi della categoria? È su questo si muove una polemica che ormai è vecchia? Da un lato si accusa il ministro di aver aumentato i pedaggi, dall’altro non si difende lo strumento che può farci recuperare gli aumenti dei pedaggi. Si chiamano costi minimi.

  9. Ha ragione Arturo, nei costi minimi sono previsti i costi dei pedaggi. Ma perché allora non fare la battaglia perché questi siano rispettati?

  10. Ma chi deve fare la battaglia, una federazione che non si è costituita per difenderli? Che tratta con la committenza? Che elimina il diritto di rivalsa (come avvenuto nell’accordo del cemento che la presidente ha firmato)? Che non sostiene le richieste sui controlli ai committenti, anzi preferisce partecipare alle loro riunioni che a quelle degli autotrasportatori e che vuole eliminare l’Albo che adesso sembra essere divenuto inutile (chissà perché?)?

  11. Qualcuno dice che, siccome non ne diventerà vice presidente, allora si sostiene, dopo aver firmato un protocollo che attribuisce all’Albo dei nuovo compiti importanti, sempre che sia fatto funzionare, che l’Albo è inutile e va eliminato. Avete capito? anziché collaborare per renderlo efficiente oggi si propone di chiuderlo.
    Chiamate il 118.

  12. Gira voce che così sia anche per gli sconti sui pedaggi autostradali. Poiché non è stata riconfermata nel Cda allora, se non si riesce a fare un altro consorzio, si propone di dare lo sconto ai caselli. Così frega tutti noi.

  13. La signora Franchini non dovrebbe rappresentare proprio i trasportatori più piccoli e deboli e quindi i più tutelati dai costi minimi? Ma questa signora sa come la pensa la sua base (io ne conosco tanti) e cosa vuole o ha altri interessi che sono diversi? Combatta pure le sue sacrosante battaglie contro le autostrade, l’aumento dei pedaggi ecc. ma faccia in modo che la Fita non sia in compagnia “delle imprese e degli imprenditori che vogliono realmente un cambiamento” ma che con l’autotrasporto non solo non hanno niente a che fare ma addirittura hanno interessi opposti in quanto sono i committenti. Le sue posizioni sembrano dirette unicamente a creare divisione per indebolire la categoria puntando sull’aspetto peggiore della categoria e cioè l’incapacità di prendere a calci chi la tradisce.

  14. Sentendo certe dichiarazioni mi verrebbe da pensare che qualche rappresentante della categoria abbia un doppio lavoro e sia pagato due volte. La seconda, sottobanco, dalla committenza…

  15. Ma tutti i nostri commenti, i nostri suggerimenti,le nostre indicazioni qualcuno dei dirigenti delle associazioni dell’autotrasporto a livello nazionale li legge????? Io penso di no!!! Perchè se chi di dovere ne facesse buon uso non saremmo arrivati a questo punto. Si fanno le “pippe” tra di loro come la nazionale di calcio ai mondiali. Bella figura!!!! Veramente. Io non so se la Signora Franchini si rende conto che la Fita da sola non va da nessuna parte. La sua sembra più una battaglia personale contro Ugge’ che una difesa del trasporto, lo vuole “rottamare” ed è così impegnata a combatterlo che si dimentica delle aziende che la sua associazione rappresenta. Ma io mi chiedo, ai vertici della Cna ci sarà qualcuno che prima o poi prenderà in mano la situazione e deciderà di sostituire una presidente di categoria che così male vuole ai suoi associati trasportatori e alla sua stessa confederazione? Ma voi trasportatori della Cna Fita non ne avete abbastanza delle figuracce che vi fa fare?

  16. Secondo me qualcuno aveva un “infiltrato” all’evento per i 50 anni di Fai Conftrasporto a Montecatini che ha assistito alla standing ovation riservata dalla sala gremita a Paolo Uggè. Roba da brividi, tre o quattro minuti d’orologio, veri, di applausi a scena aperta. E quando il suo “agente segreto” tornando glie l’ha riferito, ha cominciato a soffrire di un terribile complesso d’inferiorità. Roba che fa prima arrabbiare da matti, poi fa perdere la lucidità e fa fare e dire cose inconsulte…..

  17. Voglio dire a Matteo che la prima azione che un rappresentante di categoria quando arriva in ufficio dovrebbe fare è quella di leggere i commenti dei singoli operatori. Sarebbe utile e credo che ogni persona che opera nel mondo della rappresentanza abbia il dovere di sapere cosa pensa la gente. Talvolta si comprendono malcontenti, errori e si ottengono indicazioni. Il mettersi in discussione è, a mio avviso un comportamento da adottare. Per quanto riguarda la richiesta di “rottamazione” è uno slogan che va di moda e, a mio avviso solo frutto di demagogia oltre che essere un modo per nascondere un fatto evidente: la voglia di sostituirsi a chi occupa un posto. Essere giovani è bello ma non sempre è positivo. Insomma uno slogan che non significa nulla. Cambierei un Craxi, De Gasperii o Berlinguer con tanti giovani leader che sono d’attualità oggi. Anche se ho le mie idee, e me le tengo, spero ardentemente che il presidente Renzi riesca a raggiungere molti degli obiettivi che annuncia. La differenza tra chi prova a imitarlo e chiede la rottamazione per il presidente della Fai e l’originale è una sola. Il presidente del Consiglio le idee le ha; chi prova a imitarlo neppure quelle. Questo è il guaio. Ovviamente questo con il massimo rispetto per coloro che avendo idee diverse e lontane dalle mie le sostengono con adeguate argomentazioni. Occorrerebbe l’umiltà di saper accettare idee diverse e confrontarsi sulla realtà e non sui sogni. Nessuno può pensare di avere la verità in tasca. Ho avuto modo recentemente di sentire una persona che ha ricoperto un ruolo importante nella motorizzazione (nessuno può discutere le sue conoscenza sui temi dell’autotrasporto) e ho chiesto cosa ne pensasse della richiesta di deroga chiesta con insistenza sul cabotaggio. La dottoressa in questione sostiene sia una grande stupidaggine, dannosa per le imprese italiane. Ecco un esempio che qualcuno che spara idee solo per dimostrare che esiste dovrebbe assumere a riferimento, dimostrando l’umiltà che, anche chi conosce, ma soprattutto chi non sa, dovrebbe avere.

  18. Evidenzio che l’idea di bloccare il cabotaggio è degna dei sindacati degli anni 80 e, purtroppo, a volte anche attuali: bloccare il cabotaggio vorrebbe dire segare le gambe alle industrie che esportano (e fanno PIL, e pagano tasse, e mantengono il nostro moribondo Paese), che con le esportazioni si pagano gli investimenti in Italia, vorrebbe dire chiudere definitivamente la porta alle aziende italiane che fanno estero; la soluzione, per noi poveri contribuenti italiani con il nostro personale ipercostoso, con i nostri costi accessori iperpompati, con la nostra burocrazia ipertrofica non è “non possono venire di qua”, ma è “devono venire a pari condizioni”.

  19. I giudici giudicano, noi possiamo solo esprimere opinioni. In un caso o nell’altro, per esprimersi al meglio è necessario avere informazioni complete e corrette. Molto di quello che succede non arriva a tutti. I signori presidenti si confrontino pubblicamente sia sulle questioni che riguardano la gestione del trasporto sia su quelle che riguardano la spartizione delle cadreghe.

  20. Attenzione a rottamare. Prima di dire al signor Uggè di farsi cortesemente da parte vorrei sapere con chi sostituirlo….

  21. Rottamare? Calma. Guardate cosa ha fatto Napolitano: ha rottamato il cavaliere per mettere al suo posto Monti, Letta…. Qualcuno di voi oggi rivorrebbe il professore o il suo giovane “allievo”?

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