Vigili urbani picchiati e accoltellati, a Roma c’è un’aggressione a settimana

Allarme aggressioni ai danni degli agenti di polizia locale a Roma. Secondo una ricerca condotta dall’ufficio studi del sindacato Sulpl Roma, infatti, nel corso del 2013 sono state 51 le aggressioni subite dai vigili urbani, esattamente una a settimana. Di queste, 23 si sono verificate per motivi di viabilità, mentre 18 riguardano la lotta all’abusivismo commerciale. Altre 10 sono avvenute per motivi vari. Numeri, c’è da dire, che riguardano solo gli episodi dove gli agenti subiscono danni fisici documentati da certificato medico, “ma almeno una volta su quattro i colleghi lasciano correre”, spiegano dal sindacato.

Il caso più cruento è stato quello di un agente che si è visto staccare un dito a morsi da un automobilista fermato per una contravvenzione. “Purtroppo spesso ci capita di fermare delle teste calde”, racconta Stefano Giannini, segretario del Sulpl Roma. “Il passaggio dalle parole ai fatti con questi soggetti non è così difficile”. C’è pure chi ha rimediato una coltellata nel gluteo durante il servizio allo stadio Olimpico. Le aggressioni si verificano soprattutto nella zona del centro storico, tredici episodi, e nel rione Prati, sette aggressioni. Sono mesi che i vigili urbani protestano, fra assemblee e scioperi, chiedendo maggiori tutele dal punto di vista sanitario e maggiori strumenti di difesa in dotazione.

Una risposta a “Vigili urbani picchiati e accoltellati, a Roma c’è un’aggressione a settimana

  1. Fino a quando non ci scapperà il morto (e prima o poi succederà) i vertici del Comune, se ne
    laveranno le mani. Quando si arriverà al morto, allora tutti a piangere e a lamentarsi. Purtroppo
    in Italia, funziona in questo modo e piuttosto che armare il vigile in balia di veri e propri balordi,
    si aspetta che, succeda l’irreparabile. Ma al sindaco, non importa nulla, lui gira tranquillamente
    con tanto di guardie del corpo e i problemi di ordine pubblico, non lo toccano minimamente. Fa
    parte della così detta, classe politica privilegiata e nessuno si può azzardare a contraddire tale
    privilegio. A lui e alla sua cricca, tutto è lecito. La vita di un vigile, padre di famiglia, conta meno
    dello zero. E stiamo parlando della città, capitale d’Italia. Non voglio nemmeno pensare cosa succede, in una città di provincia o di un paesino sperduto.

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