Camionisti brutti, sporchi e cattivi? Chi li dipinge così non sa la loro importanza

Troppo spesso quando coloro che decidono le strategie politiche ed economiche,  i cosiddetti policy makers, e l’opinione pubblica si occupano dei trasporti, le attenzioni vengono rivolte principalmente agli effetti negativi che questi generano: consumi energetici, inquinamento, congestione sono gli argomenti dominanti. Come se valutando un farmaco del foglio illustrativo ci si limitasse a leggere la parte dedicata agli effetti collaterali, tralasciando le indicazioni terapeutiche. L’obiettivo dell’analisi che Conftrasporto – Confcommercio ha presentato mercoledì 14 maggio a Roma, al convegno “Trasportare l’economia”, è stato proprio quello di provare a evitare, per una volta, un approccio parziale (e con una visuale distorta) ai temi del trasporto e della logistica, evidenziando come si debbano invece superare i vincoli sulle percorrenze e sulle dimensioni e frequenze dei carichi e sottolineando come oggi sia solo facile retorica e pura utopia parlare di chilometro zero, immaginando che tutti vendano solo nella stessa zona in cui producono. Perché, come ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli,  occorre “offrire nuovi e più fedeli elementi in grado di far cogliere quanto i trasporti e la logistica siano essenziali per rendere competitivo il Paese”. Superare i luoghi comuni secondo i quali il trasporto su gomma assicura una percentuale di oltre l’80 per cento (quando invece per le tonnellate-chilometro trasportate, computando i flussi da e verso l’estero, la percentuale che viaggia sui Tir – escludendo dunque i furgoni sotto i 35 quintali – è inferiore del 50 per cento); spiegare, a chi afferma che al trasporto su gomma si trasferiscano risorse sproporzionate, che su questo settore  pesa un gettito fiscale superiore oltre sei volte il rapporto con il valore aggiunto prodotto, significa fornire una chiave di lettura diversa che può impedire a chi assume decisioni sulla politica economica del Paese di compiere errori di valutazione. Occorre conoscenza per evitare forme di autolesionismo che facciano perdere le nuove opportunità che la pur timida ripresa che si sta delineando offre al Paese. Per questo, ha concluso Carlo Sangalli, al centro delle scelte di riforma del settore ci dev’essere l’operatore che disponga di propri automezzi per favorire l’incontro diretto con il mondo produttivo. Solo favorendo l’incontro fra chi produce e chi trasporta potremo cancellare l’intermediazione parassitaria che non fornisce alcun valore aggiunto ma spreca solo risorse.

Paolo Uggé

14 risposte a “Camionisti brutti, sporchi e cattivi? Chi li dipinge così non sa la loro importanza

  1. Una volta, sul retro di un camion, c’era un adesivo con scritto “RICORDATI CHE TUTTO QUELLO CHE HAI TE L’HO PORTATO IO”. In effetti se uno ci pensa non c’è niente che noi possediamo-utilizziamo che non abbia viaggiato su un camion ed è quindi una sintetica ma efficace definizione del nostro lavoro.

  2. Una catena logistica eccellente (per cui molte sigle si battono da anni) vuol dire anche limitare gli effetti negativi: ma non c’è ombra di dubbio che ogni volta che un camion si muove, è perché “qualcuno” ha bisogno: che sia un’impresa che necessita di materie prime, piuttosto che un supermercato che richiede beni alimentari. Camion che fanno queste gran tratte a vuoto, ormai, non ce ne sono praticamente più visti i costi oggettivi del settore.
    Ogni volta, quindi, che si vede un camion (italiano) bisognerebbe pensare che sta pagando una marea di tasse circolando (e mantenendo il sistema paese) e sta portando merce a gente che lavora (o addirittura al cliente finale), un bel modo per vedere il camionista.

  3. Camionisti brutti, sporchi e cattivi? A chi ci dipinge così auguro di non trovare cibo nei negozi, medicine in farmacia, benzina alle stazioni di servizio, vestiti nelle boutique… Senza di noi l’Italia sarebbe un Paese morto…

  4. Due anni fa, d’inverno, con l’auto in panne sotto la neve ad Aosta, sono stata soccorsa da un camionista, l’unico che si sia fermato mentre centinaia di automobilisti sono passati oltre senza degnarmi di uno sguardo. Non solo mi ha fatto ripartire (un mago, meglio di un meccanico….), non solo non ha voluto alcuna ricompensa (neanche un caffè…..) ma era carico, gentile e pulitissimo…. Oltre che una gran brava persona…. A proposito, Stefano, grazie ancora….

  5. Camionisti “brutta razza”? Non sono d’accordo. A fare di tutta un’erba un fascio si sbaglia sempre (tranne che con i politicanti…); Piuttosto direi che quella degli autotrasportatori (non solo chi guida i tir ma anche, e spesso soprattutto, chi guida le imprese, i titolari delle società di autotrasporti, sono professionalmente inadeguati, impreparati ad affrontare un mondo che cambia…

  6. Il problema è che al volante troppo spesso si cono immigrati sfruttati, che per poche decine di euro al giorno devono stare al volante 14 ore. E poi dovremmo pretendere che siano freschi, profumati, sorridenti….. SIGNOR RENZI MNDI CHI DI DOVERE A CONTROLLARE CHI SFRUTTA QUESTI POVERACCI, I NEGRIERI DELL’AUTOSTRASPORTO DEL VENTUNESIMO SECOLO!!!!!!

  7. Negrieri dell’autotrasporto del 21° secolo!!!! Silvia, sei tutti noi, poveri schiavi del ventunesimo secolo a cui nessuno guarda perché a Pd, Forza Italia, grillini & Co di noi non lgiene può fregà de meno. tanto oro con quello che guadagniamo noi in un mese campano 2 giorni!!!!!

  8. Se i camionisti sono quelli brutti, sporchi e cattivi, con altre categoria (leggi politici…) cosa facciamo? Non basterebbero 10 milioni di litri di candeggina per ripulirli…

  9. A parte il fatto che ho 62 anni, decisamente troppi per una “bella gnocca”, quel camionista si è fermato solo perché ha visto una persona in difficoltà. Cosa che molti automobilisti, come probabilmente lo è lei, signor Carlo, non hanno fatto. Cosa c’è: adesso il fatto che un camionista, presunto brutto sporco e cattivo, si dimostri molto meglio di certi “fighetti” al volante la disturba?

  10. Che idiozia. Allora gli insegnanti sono tutti meridionali fancazzisti, i magistrati politicizzati al servizio della sinistra, i leghisti analfabeti, le donne con la minigonna mignotte….. Fare di un’erba un fascio è la cosa più stupida che si possa fare.

  11. Quello del conducente di mezzi pesanti è uno dei mestieri che negli ultimi anni è stato penalizzato più di qualsiasi altro.

  12. Camionista vuol dire: orari di lavoro da paura, vita da cani, costretti a dormire e mangiare sul camion o in parcheggi di fortuna perché con i miseri compensi non si riesce più a pagare neppure la più squallida delle pensioni e la più abbordabile delle trattorie, datori di lavoro che ti dicono: o ti va bene così o quella è la porta…. E intanto lo Stato continua a favorire la concorrenza sleale, italiana e straniera….

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