Russo: Il Governo dica se vuole un autotrasporto italiano o se vuole svenderlo

“L’autotrasporto è un settore che molto spesso viene definito, anche dalla stampa, un settore assistito dallo Stato. In realtà è una categoria che paga sei volte tanto, fiscalmente, quello che riceve, è un bancomat dal quale lo Stato continua a prelevare offrendo in cambio poco, spesso pochissimo, dimenticando di mantenere gli impegni sottoscritti, come sta accadendo ancora una volta oggi rispetto agli accordi presi nel novembre scorso, con un Governo che, non avendo i fondi per coprire gli 80 euro in busta paga in più promessi agli italiani, chiede nuovi tagli al mondo dell’autotrasporto. Una richiesta inaccettabile anche perché fatta a un settore, l’autotrasporto, già pesantemente penalizzato”.

Ad affermarlo, intervenendo al convegno “Trasportare la ripresa”, organizzato a Roma da Confcommercio, è stato il segretario generale di Conftrasporto, Pasquale Russo, che dal palco della sala conferenze della sede nazionale di Confcommercio ha rivolto al Governo la più esplicita delle domande: “Il Governo vuole l’autotrasporto italiano o la gomma straniera? Il Governo vuole consentire alle imprese di lavorare o no?”. Domande non più rinviabili anche perché, ha affermato Pasquale Russo, “stiamo assistendo impotenti a una pericolosissima mortalità di imprese nazionali, con la prospettiva che la situazione possa ulteriormente peggiorare. E questo per una semplice ragione: perché in Italia non è più possibile fare autotrasporto. Abbiamo voluto fare un confronto con Spagna, Grecia e Slovenia. Sapete cosa è emerso? Un deficit di competitività. E se qualcuno domani decidesse di togliere il rimborso delle accise sul gasolio la conseguenza sarebbe solo una: il fenomeno della delocalizzazione esploderebbe, migliaia d imprese trasferirebbero le aziende oltre confine. La politica non si sta rendendo conto di quanto sta avvenendo, non c’è alcuna politica di tutela delle nostre imprese. Il Governo deve dire agli autotrasportatori se potranno continuare a fare impresa in Italia. In altri Paesi ci sono condizioni favorevoli per fare impresa, in Italia queste condizioni non ci sono più. La Francia”, ha concluso amaramente Pasquale Russo, “sta per emanare una normativa per difendere il trasporto interno francese. Se loro si preoccupano di mantenere l’autotrasporto nel loro Stato perchè noi non possiamo farlo? Mentre noi viaggiamo tra mille difficoltà, sentiamo il presidente del Consiglio Matteo Renzi dire che il Governo vuole fare su serio. Ebbene, al presidente del Consiglio diciamo che le imprese di autotrasporto hanno sempre fatto sul serio, non hanno mai scherzato. Nonostante ancora una volta, proprio in questi giorni, la politica abbia dimostrato di non mantenere, spesso, gli impegni presi con la categoria. E nonostante troppe esperienze negative, a cominciare da quella del porto di Napoli che ha a disposizione finanziamenti per 240 milioni di euro ma non è in grado di spenderli, perché da due anni non ha neppure un presidente, ci spingano a domandarci: siamo davvero un Paese dove si può parlare di logistica?”.

2 risposte a “Russo: Il Governo dica se vuole un autotrasporto italiano o se vuole svenderlo

  1. Russo ha ragione, e una risposta coi fatti, non con le parole, sarebbe davvero gradita. L’Italia vuole avere i suoi trasportatori o è un settore che preferisce lasciar morire? Lo studio mostrato parlava di un contributo al PIL dell’1 per cento, e un contributo sul carico fiscale italiano del 6 per cento, mi sembra un dato onestamente sufficiente per muovere il Governo a fare qualcosa di serio, concreto e DEFINITIVO per il sostegno del settore.
    Le possibilità sono varie: presentiamo la stessa legge della Francia. Importante, perché così eviteremo anche che tutti gli “internazionali”, con l’arrivo del fine settimana, prendano viaggi a zero euro pur di uscire dalla Francia e venire in Italia (non possono venire senza un trasporto internazionale). Defiscalizziamo il personale inserendo una tassa di circolazione obbligatoria per qualsiasi mezzo circolante sullo stato italiano. Lo Stato ci guadagna, le imprese italiane divengono concorrenziali, non si stracciano fatture per l’IVA, non si possono non pagare i contributi … confisca (non sequestro) per il veicolo che circola senza la tassa pagata. L’autotrasporto ha pochi problemi particolari, oltre a quelli dell’Italia in generale: sistemiamo la concorrenza estera è un primo passo, quasi un ultimo.

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