Concorrenza sleale nell’autotrasporto. Divina: “Difendiamoci come fa la Francia”

“La Francia è intervenuta con una sua norma per difendere il proprio settore dell’autotrasporto dalla spietata e sleale concorrenza dei Paesi dell’Est Europa. La stessa cosa chiediamo anche noi, che assistiamo ormai da anni a una continua agonia del settore e a continue chiusure di aziende, perlopiù trentine, non più in grado di reggere il confronto con Paesi che hanno costi di impresa dimezzati rispetto ai nostri”. Lo ha dichiarato il vicepresidente dei senatori della Lega Nord, il trentino Sergio Divina, che ha interrogato il ministro Maurizio Lupi affinché adotti la normativa francese anche in Italia. 

“La legge francese”, sostiene Divina in una nota, “stabilisce una sanzione di un anno di reclusione e 30.000 euro di multa a chi organizza i trasporti imponendo all’autista di trascorrere il riposo settimanale sul veicolo o a chi paga gli autisti sulla base della distanza chilometrica percorsa o del volume di merce trasportata, in quanto questa modalità di remunerazione è considerata un pericolo per la sicurezza stradale. Queste sanzioni potranno perciò colpire anche gli autotrasportatori stranieri operanti in territorio francese ed è quanto mai opportuno che anche l’Italia adotti la medesima normativa”.

9 risposte a “Concorrenza sleale nell’autotrasporto. Divina: “Difendiamoci come fa la Francia”

  1. Aziende trentine che soffrono? A me pare che la principale stia benissimo… ha licenziato a nostre spese e ha riassunto per fare lo stesso identico lavoro in Romania. E come lei tutte le altre aziende che fanno trasporti internazionali. Questo è l’unico Paese al mondo dove persino l’associazione di categoria ha aperto in Romania, letteralmente “per permettere alle piccole e medie imprese questa pratica, formare autisti con corsi di italiano e territorio e permettere all’imprenditore di conoscere l’autista e rimandarlo al mittente entro 15 giorni”. In pratica l’autista viene considerato una merce. In Francia il limite minimo di personale francese in un’azienda è del 51 per cento, qui del 15 per cento, eravamo indietro anni luci rispetto a loro già dieci anni fa figurarsi ora. Tanto non c’è problema, a breve il settore esploderà in quanto chi non consuma qua non permette di produrre, e chi paga tasse e contributi in un altro Paese obbliga chi rimane a pagarne di più fino, appunto, allo scoppio del settore e del Paese.
    Digitate sul motore di ricerca “espresso schiavi romeni”, poi mi trovate la soluzione. Vergogna!

  2. I francesi questa legge l’hanno chiamata “loi anti dumping”, io la chiamerei “come discriminare e bloccare il cabotaggio in Francia per le società italiane”. Infatti come sapete oggi molte società italiane nei viaggi di ritorno dalla Francia fanno trasporti di cabotaggio in quanto sono più remunerativi che fare trasporti diretti per l’Italia, esempio: oggi fare Parigi-Milano è pagato meno del Parigi-Chambery. Inoltre per come è stata fatta questa legge lascia molte interpretazioni che saranno decise dalla discrezionalità del gendarme di turno. Sia ben chiaro, le leggi sono leggi e noi siamo per il loro rispetto (anche se sono ingiuste) ma decisamente le sanzioni sono assolutamente esagerate e importi di questo genere non possono essere lasciati alla discrezione di un gendarme. Queste nuove disposizioni non migliorano niente ai fini della sicurezza, oggi abbiamo delle cabine dei camion migliori di tante camere d’albergo francesi e sfido chiunque a dimostrare che un autista riposa meglio in una camera d’albergo che nel suo camion, anzi in questo caso si tratta di abbandonare il veicolo incustodito, aumentando così il pericolo di furto del mezzo, della merce e soprattutto del gasolio dai serbatoi e pare che in Francia esistano ormai delle bande specializzate che il sabato e la domenica fanno il giro con delle cisternette per svuotare i serbatoi dei camion parcheggiati. L’unica sicurezza portata da questa nuova normativa sono: più soldi alle casse dello Stato, più soldi agli hotel, più furti e più corruzione e zero miglioramenti alla sicurezza stradale. La nostra richiesta è che vengano previste ammende di massimo €1500 e nessuna sanzione penale di arresto, inoltre è assolutamente necessario chiarire i seguenti punti: 1°. Se si tratta di tutti i riposi settimanali, in quanto hebdomadaire significa settimanale e meglio dal lunedì alla domenica, o solamente quelli di 45 ore 2°. I veicoli con il doppio autista cosa devono fare? 3°. Spesse volte i riposi non coincidono con i weekend 4°. Se l’autista fa il riposo in un altro paese e poi viene fermato in Francia cosa succede? 5°. Come si può dimostrare che il riposo è stata fatto al di fuori della cabina? 6°. Se la società paga l’hotel/alloggio e l’autista resta in cabina chi paga la multa e chi va in prigione? Come sapete in Francia prima si paga e poi si discute, vale a dire che per poter proseguire con i viaggi si devono versare € 30.000 e dopo si fa ricorso. Un ricorso di questo genere costa minimo da € 5.000 a € 10.000, più il fermo del mezzo e le spese generali per seguire la pratica: totale anche più di € 15.000. Ritengo che sia importante intervenire sia a livello di commissione bilaterale Italia-Francia, sia a livello di commissione comunitaria a Bruxelles. Come sapete la presente è all’ordine del giorno della riunione di lunedì a Milano con il dott. Uggè, insisterei se possibile di fissare anche un appuntamento mercoledì 14/05 a Roma con qualche funzionario dei trasporti italiani addetto alle relazioni bilaterali e anche con qualche funzionario o parlamentare che opera a Bruxelles.

    Distinti saluti

    Angelo Panzeri

  3. Insisterei affinché il dumping nel settore sia combattuto con ogni mezzo. Il signor Panzeri evidentemente frequenta poche cabine per affermare che si riposa meglio su quelle.

  4. Purtroppo all’estero, specie in Francia, è così. Basti pensare che da noi per la “calamita” ti ritirano la patente e una piccola multa, li vai nel penale con tanto di processo ed è anche giusto. Obbligare un’autista o un’azienda alla pausa in albergo è una stupidata, nella maniera più assoluta. Ma è altrettanto assurdo vedere e sapere di autisti che vivono letteralmente mesi su quei mezzi, e senza staccare mai qualunque lavoro, anche il più bello come quello dell’autista diventa pesante e anche pericoloso. La verità, e quindi una soluzione, starebbe nel mezzo: l’autista di qualunque nazionalità che opera da e per qualunque paese deve, o dovrebbe, fare almeno una pausa lunga al mese nel proprio paese di origine e domicilio. Non come qui in Italia, dove centinaia di aziende hanno centinaia di autisti che dopo tre, anche sei mesi sui mezzi parcheggiano qui e rientrano in furgone, pullman o treno. Il problema non è, per finire, la Francia o l’Italia, è questa Europa che impone regole per tutti che da tutti non sono rispettabili e poi ogni Paese prende le posizioni che gli fanno più comodo con soluzioni drastiche e a volte anche stupide. O non le prende proprio, come da noi, e infatti ognuno fa quello che vuole. Letteralmente.

  5. Anch’io trovo che la nuova legge francese non sia la soluzione ottimale. Tuttavia, proprio a causa delle direttive europee, come dice Alessandro, ogni paese deve fare da sé ed anche questo non va bene. L’Europa punta al libero cabotaggio al contrario di molti paesi aderenti che vogliono invece una sua limitazione. Vedremo cosa succederà dopo le elezioni europee. Il problema dumping riguarda tutti i settori ed è strettamente legato a quello delle delocalizzazioni. Se l’Europa non darà risposte sarà necessario sviluppare maggiormente accordi bilaterali o meglio multilaterali, specie tra paesi confinanti. Soluzione che comunque sarà sempre “contro” quei paesi che stanno facendo dumping pur trovandosi all’interno della UE. La situazione è complessa ed è necessario riflettere: non esiste una soluzione semplice a problemi complessi. Le divisioni all’interno delle nostre associazioni complicano ulteriormente il quadro, con somma gioia di chi ha tutto l’interesse che queste perdurino.

  6. Vorrei solo evidenziare al sig. Panzeri che se il Francia-Francia è meglio pagato del Francia-Italia, allora davvero qualcosa nel sistema di trasporto internazionale funziona davvero male, ed il minimo che un paese civile possa fare è tutelare i propri cittadini (non come da noi, purtroppo).
    Supporto al 100% per la Francia, che cerca di tutelare i propri cittadini (trasportatori), le proprie casse (con i redditi prodotti sul paese e le tasse pagate sul proprio paese) anche se in maniera “indiretta”.
    Quando avremo un albo europeo, con costi europei, allora riparleremo dei diritti e delle libertà di circolazione dei lavoratori, ovvero ad oggi di dumping sociale..

  7. Hmmmm…. non so nemmeno da dove iniziare. Sì, volevo lasciare un commento. Innanzitutto sono d’accordo con Alessandra sul sign. Panzieri. Non sono d’accordo con le multe francesi che a dir poco sono esagerate e non sono la soluzione ai nostri problemi italiani. Forse ai loro. Perché gli autisti di linea internazionali si trovano costretti a rimanere fuori sede a fare le 45 ore, cioè la pausa lunga. Semplice, perché il sabato e domenica sono pagati meno che da lunedì al venerdì. L’Italia è piena di camion targati stranieri, cioè polacchi romeni slovacchi, con sopra naturalmente autisti che non sono italiani. Che non pagano tasse qui ma che lavorano Aziende parassiti di questa nostra società. Pagano tasse irrisorie ai paesi di immatricolazione e continuano a decimare autisti italiani con formule di mobilità, mancanza di lavoro e concorrenza sleale, quando l’unica cosa sleale sono loro stessi. Italiani fedeli leali e autisti precisi vengono licenziati con formule strane, e stranieri assunti. Dunque camion che non pagano più assicurazioni, revisioni, se è per le ultime non le fanno ne qui ne li. Allo stato che vengono mancare tasse, cioè contributi, che a dire il vero non sono pochi. Quello che mi fa rimanere perplesso ed incredulo nello stesso tempo, è il fatto che pare che al governo questa situazione stia bene. Ma com’è possibile? Il mio scetticismo non ha ormai limiti, come anche il fatto che non credo neanche che questo mio commento sarà pubblicato. Potrei stare qui a raccontare tutto quel che vedo e che ho visto nei scorsi tre decenni, ma non so a che pro. Probabilmente sbaglio, e dovrei esprimermi. Ma a voi cosa posso dire che già voi non sappiate? Un cordiale saluto a tutti.

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