I trasportatori siciliani falliscono e intanto il governo perde per strada gli aiuti

“Gli autotrasportatori combattono per non fallire mentre il governo prende ancora tempo sull’erogazione dell’Ecobonus 2010, somme dovute che in questo momento di estrema crisi scongiurerebbero la perdita di centinaia di posti di lavoro. Non possiamo attendere oltre, il ministro Maurizio Lupi e il sottosegretario Rocco Girlanda spingano il piede sull’acceleratore e procedano ai pagamenti”. Lo dichiara il presidente della Fai Sicilia, Giovanni Agrillo in una nota.

“Il Ministero si adoperi immediatamente anche per la chiarificazione delle competenze con la Regione Siciliana”, aggiunge Agrillo. “Pare che le risorse previste per il comparto nel periodo 2002-2012 siano stati persi proprio a causa della confusa gestione di tali rapporti. Un vero e proprio crimine contro le aziende del settore, costrette a lavorare in un’isola povera di infrastrutture, lontana dai grandi mercati, paralizzata da una burocrazia elefantiaca”.

3 risposte a “I trasportatori siciliani falliscono e intanto il governo perde per strada gli aiuti

  1. Come al solito ci facciamo prendere per il lato B, ci danno un contentino all’ennesimo proclama di sciopero e poi….. questa è la conferma che al tavolo delle trattative le sigle nazionali hanno pensato principalmente per i colleghi della penisola (per carità, l’accisa la recuperiamo anche noi) ma non bisognava assolutamente rinviare la trattazione delle problematiche delle isole!!! Adesso che si fa? Continuiamo a lavorare come se non fosse successo nulla? Continuiamo a guardare le grosse flotte che svendono i viaggi perché devono fare volumi incuranti dei costi minimi? Continuiamo a guardare le grandi compagnie navali che incuranti dell’antitrust fanno figli e figliastri con le tariffe, e le grandi flotte ne approfittano per far guadagnare la committenza e sputtanando la nostra categoria, mentre non hanno l’intelligenza di capitalizzare la loro capacità d’acquisto? Quindi a malincuore, fin che la barca va lasciamola andare nella speranza che non affondi presto. Buon lavoro a tutti

  2. Giuseppe vorrei ricostruirti un po’ più in dettaglio la situazione. La prima cosa che emerge è che chi non conosce le regole, non si sa muovere nei meandri della burocrazia e della politica o pensa che solo urlando si possano ottenere risultati no riesce a risolvere i problemi della categoria. Dall’incontro è emerso che i 140 miliardi stanziati nel 2000 sono andati persi. Ma chi gestiva i rapporti a livello siciliano che cosa ha saputo fare? Per il bonus ecologico, quello autorizzato dalla comunità europea abbiamo perso tempo perché chi ha presentato le domande non lo ha fatto in modo adeguato e quindi i solo stanziati sono finiti nelle casse dello Stato e ora sono in atto le procedure per la riassegnazione. Le procedure possono piacere o meno, ma devono essere rispettate. Sui problemi della Sicilia chi si è fidato dei protocolli di intesa di ben due uomini di governo ovviamente in buona fede, è stato preso in giro. Ma si è preferito confondere le prese di posizione di chi avvertiva di come quelle promesse erano fasulle come uno della casta. Ora che i nodi sono venuti al pettine si scopre che quegli impegni sottoscritti erano prese in giro.
    Se vogliamo affrontare le problematiche della Sicilia dobbiamo sapere in che spazi ci muoviamo e costruire soluzioni possibili. (già queste sono difficili da mantenere figuriamoci quelle impossibili a risolvere). Il sistema può non piacere ma è quello nel quale viviamo. L’Europa ha delle regole. Anche a me non piacciono e cerco di cambiarle. Ma se vado controcorrente finisco per annegare e non risolvere nulla. Più utile cercare di costruire le soluzioni possibili ma utilizzando gente che non ci prende in giro ma che conosce le reali possibilità. Protestare e poi non ottenere è la cosa peggiore che si possa fare.

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