Trasporto merci sul Po, da Milano all’Adriatico sulle chiatte: l’Europa ci crede

Dalle autostrade al fiume, dai camion alle chiatte. Le merci potrebbero presto viaggiare da Milano all’Adriatico attraverso il Po: con la benedizione dell’Europa, che ha inserito il tratto nel core network del corridoio Mediterraneo (lo stesso della Torino-Lione), ed è pronta a finanziare, in via prioritaria, i vari progetti che compongono il segmento. L’obiettivo è rendere il corso d’acqua navigabile in categoria cinque (1.500-2.000 tonnellate), 365 giorni l’anno, da Truccazzano (alle porte di Milano) a Venezia o Ravenna, riducendo il traffico su gomma.

Una chiatta da sola può trasportare fino a 1500 tonnellate, pari a 30 camion. Con dieci chiatte sarebbe possibile togliere dalla strada 300 mezzi pesanti al giorno. Ma come è la situazione attuale? Come spiega l’Ansa, entro fine 2015 è previsto il completamento dei lavori per trasformare il tratto dell’Idrovia Mantova-Adriatico da categoria tre (700 tonnellate) a categoria cinque. L’idrovia, già canale Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, interessa le province di Mantova, Verona e Rovigo, e offre fondali costanti lungo i 136 chilometri di lunghezza, velocità di corrente minima, ed elevata sicurezza. L’Ue ha finanziato gli studi al 50 per cento e il lavori al 10 per cento nell’ambito della programmazione 2007-2013.
Sul fronte dell’idrovia ferrarese, i 70 chilometri di canale navigabile che vanno dal Po, passando per la città di Ferrara, fino a giungere al mare, a Porto Garibaldi, sono in fase di adeguamento per consentire la navigazione commerciale di imbarcazioni della quinta categoria. Si tratta di un collegamento fondamentale per connettersi al “core port” di Ravenna, terminale sud del sistema idroviario padano veneto e punto di interscambio con i traffici marittimi.
Intanto, spiega sempre l’Ansa, l’Aipo (l’Agenzia interregionale per il fiume Po, istituita nel 2003 da Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto) ha presentato un progetto (dal costo di 2 milioni di euro) per studiare le migliori condizioni per una navigazione sostenibile del corso d’acqua, da Cremona al mare Adriatico. La proposta prevede due ipotesi, quella della regimazione con una serie di chiuse (che permetterebbe la creazione di energia idroelettrica) e quella a corrente libera (che non interrompe il trasporto di sedimenti verso le spiagge dell’Adriatico, già duramente colpite dal fenomeno dell’erosione).
A completare il quadro sono gli studi di valutazione per un canale navigabile da Truccazzano (Milano) a Pizzighettone (Cremona), con un’operazione di infrastrutturazione eco-compatibile, che possa diventare un volano economico per i territori attraversati. Truccazzano viene ritenuto geograficamente strategico in vista dei collegamenti con le future nuove arterie stradali (la Tangenziale est esterna e la Brebemi, il collegamento autostradale Brescia – Bergamo – Milano).
Nel servizio, l’Ansa spiega anche che la via d’acqua non sarà solamente commerciale, ma anche turistica: il progetto prevede anche l’impiego di motonavi passeggeri e di house boat da noleggiare, così come da anni si fa in Francia e, ancora prima, in Olanda, con la possibilità di collocare alcuni porti turistici lungo il tracciato e di creare, a ridosso dell’area milanese zone destinate ad attività creative, adattando il canale della Muzza. Tanto che i Navigli milanesi e i laghi lombardi, attraverso il collegamento Milano-Cremona, potrebbero costituire una rete navigabile di grande interesse, coniugando il trasporto commerciale con la funzione “diportistica” 365 giorni l’anno.

2 risposte a “Trasporto merci sul Po, da Milano all’Adriatico sulle chiatte: l’Europa ci crede

  1. Esperimento già’ fatto 30 anni fa’. Naufragato per un piccolo particolare trascurabile, per navigare ci vuole acqua, il Po non ce l’ha. Altri soldi buttati a mare (pardon, nel fiume…)

  2. Riprendiamo se possibile questo progetto, invece di buttarsi sulla demenziale idrovia Locarno-Venezia per il puro sfizio di andare a spasso con battelli turistici in occasione di Expo 2015 e dei due festival del cinema. Cosa ha di tanto diverso dal corridoio Lisbona-Kiev? La cosa più sballata è volerci collegare pure i navigli di Milano buttando all’aria la città, stavolta non per imposizione da Roma a Bruxelles ma per un referendum democratico (e demagogico). Milano Città d’acqua è lo stesso delirio con cui Pol Pot voleva rifare l’antico impero Khmer. Perfino a Venezia c’è qualche Rio Terà, che nessuno si sogna di riaprire. Invece di scimmiottare Amsterdam, dovrebbero ricordare che Vienna ha costruito la Ringstrasse demolendo i bastioni. Tornare indietro cancella la storia predicando il rispetto del passato. Tenere decenti i navigli già esistenti sarebbe già moltissimo.

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