Rincari dei pedaggi: il denaro viene speso davvero per manutenzione e sicurezza?

“I rincari dei pedaggi autostradali rappresentano sicuramente un nuovo ostacolo sul cammino degli autotrasportatori, pagare di più, in diversi casi molto di più, ogni volta che si arriva col proprio camion a un nuovo casello, non rappresenta certo un lasciapassare verso la competitività e la concorrenza, ma per arginare il danno basterebbe semplicemente far rispettare le leggi. O meglio quella legge che impone, inascoltata da mesi (complice anche il silenzio di troppi “addetti ai lavori”), di far rispettare i costi minimi per la sicurezza del trasporto merci. Basterebbe far rispettare quella legge e automaticamente una parte del costo dell’autotrasporto verrebbe trasferita, come dovrebbe essere, alla committenza. È un peccato constatare che  coloro che di fronte all’annuncio di nuovi rincari sulle autostrade abbiano minacciato di imbracciare i forconi senza ricordarsi di fare pressioni affinché i costi minimi diventino una realtà e non solo belle parole”. Così il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè ha commentato le notizie dei nuovi rincari dei pedaggi autostradali scattati puntualmente col il nuovo anno in tutta Italia, con incrementi medi del 3,9 per cento, ma con punte massime che arrivano al 18 per cento. “Rincari che”, ha aggiunto il presidente di Fai Conftrasporto, “ci auguriamo vengano utilizzati dalle concessionarie autostradali per gli scopi ai quali sono destinati, ovvero un’adeguata manutenzione delle autostrade. Con l’auspicio che le autorità preposte ai controlli facciano le opportune verifiche. E con lo scopo, anche in questo caso, di garantire maggior sicurezza, tagliando gli altissimi costi sociali causati dagli incidenti, dalle migliaia di persone che ogni anno restano feriti o uccisi”.

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