Fondazione Ania: “Sì al reato di omicidio stradale, l’assassino al volante va punito”

“I fatti di cronaca delle ultime ore hanno rilanciato il dibattito sull’introduzione del reato di omicidio stradale. Accogliamo con favore le parole del ministro Annamaria Cancellieri e ribadiamo la nostra convinzione: la sicurezza stradale deve rappresentare una priorità nell’agenda del Governo”. Con queste parole il segretario generale della Fondazione Ania, Umberto Guidoni,  ha commentato la decisione adottata dal ministro della Giustizia, e annunciato in un’intervista al Tg5, di portare in Consiglio dei ministri, entro gennaio, un pacchetto di norme contenente anche l’introduzione del reato di omicidio stradale. “Da anni sosteniamo che si deve arrivare alla modifica del codice penale introducendo una fattispecie normativa che regoli il reato di omicidio stradale. Siamo convinti che sia necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi”, ha aggiunto Umberto Guidoni. “Come abbiamo visto in quest’ultima settimana, certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono sulle nostre strade: è il caso di chi provoca incidenti dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico superiore al limite consentito dalla legge. Alla vigilia delle vacanze di Natale avevamo lanciato l’allarme guida in stato di ebbrezza sotto le feste. Analizzando i dati diffusi dalla Polizia stradale relativi alle festività natalizie degli anni scorsi, infatti, avevamo rilevato un aumento delle sanzioni per guida in stato d’ebbrezza, a fronte di un calo complessivo delle infrazioni commesse dagli automobilisti italiani. Purtroppo gli incidenti di questi giorni, uno dei quali causato da un automobilista ubriaco, drogato e senza patente che ha portato alla morte di una bambina di 8 anni, dimostrano la pericolosità di certe condotte al volante. Per questo riteniamo che, nei casi in cui ci si metta alla guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l’effetto di droghe, si debba configurare l’ipotesi di dolo eventuale del conducente, per la gravità sociale, umana ed etica di certi comportamenti che provocano incidenti stradali. Non si può più  permettere che certi episodi restino impuniti”.

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