Il vero popolo dei camion non è mai sceso in piazza. Lo dice Il Corriere della Sera

“Chi guardando a quanto è successo in questi giorni ha parlato di “rivolta” e “spallata” non sa che quando scende in campo il popolo dei tir il Paese si blocca veramente, le autostrade diventano un rodeo e le merci non arrivano a destinazione. Fortunatamente non è accaduto niente di ciò”.  A fornire l’ennesima conferma che quello che sta andando in scena da lunedì non è lo sciopero degli autotrasportatori è il “Corriere della Sera” che in un articolo firmato da Dario Di Vico e intitolato” “Ma il vero popolo dei Camion non è dentro la piazza fai da te” sottolinea anche come  “l’azione diplomatica tesa a depotenziare le agitazioni è stata possibile perché il mondo degli autotrasportatori organizzati ha retto allo stress-test  del fermo proclamato dalla piccole associazioni rimaste fuori dall’intesa firmata col governo”.  “I blocchi e i tafferugli si sono avuti prevalentemente in città (Torino in primis)”, scrive sempre il Corriere, “quasi come forma sostitutiva del vero fermo dei tir e in ambiente urbano la protesta ha raccolto consenso qua e là in segmenti sociali molto di versi fra loro. La dimostrazione sta nel fatto che in tre giorni, pur avendo usufruito di una larga copertura da parte dei media, I Forconi, originali o contraffatti che fossero, non sono riusciti a immettere in agenda una sola rivendicazione” sindacale”. Hanno solo espresso la loro contrapposizione frontale alla politica, posizionandosi di fatto sulla stessa lunghezza d’onda del grillismo”.

11 risposte a “Il vero popolo dei camion non è mai sceso in piazza. Lo dice Il Corriere della Sera

  1. Avete letto Il Giornale? Pagina 3, articolo intitolato: Berlusconi sceglie la prudenza, “Non cavalcherò il populismo”. Leggete…..

  2. C’è voluta una settimana per far si che anche il maggior quotidiano nazionale, rendesse giustizia alla nostra categoria che ancora una volta con senso di responsabilità, si è dissociata da certi personaggi che vivono ai margini della legalità, e che in passato con il loro comportamento hanno favorito anche lo scontro fisico fra operatori, con risvolti anche tragici.
    L’autotrasporto non vive un momento felice, anzi in certe situazioni drammatico, ma è in buona compagnia con altre professioni, non per questo la nostra immagine e il peso che rappresentiamo nell’economia generale del Paese, devono essere strumentalizzate e asservite a bande di pseudo-rivoluzionari o di politicanti dell’ultima ora, ma alla luce di quello che è successo, fortunatamente in zone circoscritte, si sbrighino le istituzioni e i parlamentari a fare il loro dovere, perchè un prossimo errore potrebbe accendere veramente una miccia difficile da spegnere.

  3. Credo anch’io sia come scritto sopra. Però c’è chi, amico dei fantomatici FORCONI che pensa di rappresentare i trasportatori, su questa vicenda qualche responsabilità c’è l’ha.
    Nelle locandine vi è una sigla siciliana già nota a questi eventi. E’ triste vedere che nell’autotrasporto, attività difficile, impegnativa e così importante e per il Paese, si mischi ad altri soggetti che non hanno nemmeno la più pallida idea di quanto logorante sia il nostro lavoro e che sperano “forse dallo spirito santo” di vivere meglio. Vorrei invitare qualche manifestante a lavorare nella mia azienda, offrendogli ciò che tanto acclamano: IL LAVORO DIGNITOSO, e sono talmente presuntuoso da dire che saprei già il risultato dopo 2 settimane. Lavoro troppo stressante, in questa azienda sfruttate le persone…

  4. Il signor Salvatore Bella ha letto l’articolo di Dario Di Vico sul Corriere, notoriamente non troppo “vicino” alle grandi associazioni di autotrasporto (chissà poi perchè…)?

  5. Agrillo i Forconi nella mia Sicilia sono i nostri committenti quelli che ci fanno guadagnare un pezzo di pane, affidandoci le commesse di trasporto, come già ti ho spiegato a Venezia, e ti ho chiesto di dirglielo al tuo amico Uggè.
    Io queste persone li difenderò sempre insieme alla mia TERRA, LA SICILIA…

  6. Rispondo al Sig. Fraconti e a Mauro con lo stesso comunicato che ho fatto al vostro Presidente Ugge’

    Si conclude oggi a mezzanotte il fermo dell’autotrasporto, fermo che verrà ricordato per i divieti e le ordinanze dai contenuti senza precedenti emessi dal Ministero degli Interni, dalle Prefetture e dalle Questure, ordinanze e divieti con i quali si è voluto reprimere la protesta ancor prima che cominciasse. Tutto ciò lo dobbiamo alle associazioni nazionali firmatarie del protocollo d’intesa con il MIT del 28 novembre scorso, che non hanno esitato a infangare la categoria, con denunce, disinformazione e terrorismo mediatico e istituzionale. La loro paura era tanta e, devo dire, fondata, perché a fermo riuscito, coi i mezzi nelle strade e nei presidi, avremmo dimostrato che non rappresentano nessuno, che sono anni che firmano carta straccia con il MIT con protocolli che servono solo a loro e non alla categoria, e a quel punto avrebbero dovuto dimettersi. Sono anni che discutono sempre delle stesse cose: costi minimi, pagamenti certi, sistri, ecc… ma non portano a casa nessun risultato. Cosa dovrebbe cambiare da oggi al 30 gennaio 2014, data della verifica dei risultati con il MIT? NULLA, NON CAMBIERA’ NULLA. Nell’allarmismo provocato dai grandi burattinai dell’autotrasporto ci sono ingenuamente cascati in un primo momento il Ministro Lupi e il Sottosegretario Girlanda, poi grazie al Presidente Berlusconi e alla Santanche’ chiarezza e’ stata fatta.
    Quello che avete fatto pero’ non vi fa onore.

    AITRAS
    Salvatore Bella

  7. Signor Salvatore, si conclude oggi a mezzanotte il fermo dell’autotrasporto che verrà ricordato come uno dei più grandi flop della storia. Non sono i divieti dei prefetti che hanno fatto miseramente naufragare la protesta, ma il fatto che gli autotrasportatori non hanno voluto seguire una manciata di “peones” che rappresentano se stessi e pochi altri…

  8. Al rappresentante dell’Aitras dico solo che, da cittadino, sono riconoscente a tutti quei prefetti che hanno garantito chi non protestava, il loro diritto di muoversi liberamente senza essere “costretti” a fermarsi da persone che spesso vogliono imporre le loro scelte non con la forza del dialogo e del pensiero ma con la forza e basta.

  9. Corriere della Sera di pochi giorni fa: titolo dell’articolo “Ma il vero popolo dei camion non è dentro la piazza fai da te”. Un articolo che spiegava chiaramente quello che è sotto gli occhi di tutti che appare chiarissimo a tutti: ovvero, come ha scritto il giornalista Dario Di Vico, che ““chi guardando a quanto è successo in questi giorni ha parlato di “rivolta” e “spallata” non sa che quando scende in campo il popolo dei tir il Paese si blocca veramente, le autostrade diventano un rodeo e le merci non arrivano a destinazione. Fortunatamente non è accaduto niente di ciò”.  Sito http://www.europaquotidiano.it: titolo dell’articolo: “Il fermo dei Tir (fallito) è finito. E la rivoluzione dei Forconi diventa sit-in”. Sito http://www.assotir.it, titolo, L’autotrasporto non ha scelto la protesta dei forconi ne quella di Trasporto Unito”. Sono tutti ciechi, sordi, sono tutti al soldo di qualcuno e coloro, duri e puri, che vedono chiaramente le cose come stanno sono solo coloro che invece hanno visto una grande vittoria della protesta dell’autotrasporto organizzata da loro stessi? Ognuno è libero di vedere quello che meglio crede, ma chi sopra certe idiozie fa solo pena.

  10. Perché, nei giorni scorsi c’è forse stato lo sciopero dei tir? Scusate ma non me ne sono proprio accorta. L’ultima volta che mi sono ritrovata il Paese paralizzato dai camionisti è stato, se ricordo bene, nel 2007….

  11. A chi ha fallito spesso non resta che tentar di convincere se stesso per primo che non è stato poi un fallimento così clamoroso, che non ha poi fatto una figura così da poveraccio…

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