Uggé: “Letta intervenga subito per evitare che la protesta possa allargarsi”

“Anche oggi i tir delle imprese di autotrasporto che aderiscono alle principali associazione di categoria stanno viaggiando regolarmente sulle strade d’Italia, assicurando rifornimenti ai negozi e al sistema produttivo e, dunque, ai cittadini, mentre nel Paese categorie deluse e lavoratori giustamente arrabbiati stanno protestando. La domanda è: fino a quando questa “tenuta” del mondo del trasporto resisterà? Se anche gli operatori che fino a oggi hanno responsabilmente scelto di non protestare (e sono oltre il 90 per cento della categoria) di fronte alla evidente incapacità di una burocrazia ottusa e di una gran parte della classe politica inadeguata dovessero scegliere di dire “basta”, cosa succederebbe? La risposta è una sola: il Paese entrerebbe in una fase di stallo non più recuperabile”. Ad affermarlo è il presidente di Unatras, Paolo Uggè, secondo il quale, “oggi è ancora possibile recuperare, ma occorre che il Presidente del consiglio, anziché continuare a non capire e a sparare previsioni improbabili sulla situazione economica del Paese, agisca da uomo di Stato. In caso contrario non ci resta che raccomandarci al buon Dio. Perché la nostra classe politica comprenda fino in fondo la gravità della situazione chiediamo aiuto anche agli organi d’informazione, affinché, invece di ingigantire in modo superficiale una situazione difficile, attraverso facili titoli a effetto, aiutino invece, attraverso l’approfondimento, a favorire la comprensione delle ragioni della protesta e le possibili soluzioni”.

 

 

4 risposte a “Uggé: “Letta intervenga subito per evitare che la protesta possa allargarsi”

  1. Credo sia la strada giusta, ma se la politica non capisce le nostre esigenze che almeno capisca che il rispetto dei costi minimi garantirebbe sicurezza e qualche soldino in più di entrate; che evitando la somministrazione da altri Paesi avremmo dei contributi pagati in Italia e facendo finire nelle tasche dei nostri autisti delle cifre un pochetto più alte forse si avrebbe in cambio anche una migliore professionalità. Tutto questo è a costo zero. Se la giochi bene presidente, in questo momento credo ci sia la possibilità di ottenere qualcosa di buono. Un saluto.

  2. Sono molto d’accordo con il presidente Uggè. Se questa classe politica composta per lo più da persone inadeguate si fosse interessata in modo serio ai nostri problemi quasi certamente non saremmo nelle condizioni nelle quali siamo (anche se noi abbiamo le nostre colpe e non ce lo dobbiamo scordare). Ma ci ricordiamo di quell’uomo di governo che garantì ai trasportatori siciliani delle deroghe sui tempi di guida? Se questi si sentono presi in giro non hanno torto. Oggi quel signore sostiene che il Governo abbia sbagliato a non ascoltare le proposte di Trasporto unito (Corriere della Sera del 10 dicembre). Il Governo valuti bene il sacrificio e la fiducia che gli stiamo dando non partecipando all’azione di protesta e si guardi bene dal venire meno ai propri doveri. Innanzitutto evitando che le varie realtà di protesta si saldino tra loro e poi evitando i soliti giochetti che portino a modifiche al testo approvato dal Senato per la parte che ci riguarda. In tale caso sì che l’estensione della protesta avverrà automaticamente e il Governo si troverà a dover fronteggiare un numero elevato di vertenze. Chiaro il messaggio ?

  3. Presidente Uggé, tramite il suo sito e tramite i media lei continua a far passare il messaggio che l’autotrasporto non si è fermato e pertanto non mancano scorte di viveri e carburanti, che il Paese non sta risentendo per nulla del fermo dei servizi, che il 95 per cento delle imprese italiane (aderenti Unatras) lavora regolarmente. Se veramente le cose stanno così, non comprendiamo perché continua a sollecitare le forze dell’ordine e il Governo di attivarsi affinché stronchino sul nascere le proteste del rimanente 5 per cento. Cosa teme?. Le dico quello che penso: lei ha sbagliato tutto e fin dall’inizio, non importa se siamo il 5 per cento come lei ritiene, di fatto ha penalizzato una categoria intera perché l’operato delle questure e delle prefetture è un precedente pericoloso per la democrazia di questo Paese, questo modus operandi che può estendersi anche ad altre categorie, privando quindi i cittadini della libertà di manifestare. Sarò io il primo, qualora lei dovesse proclamare un fermo, a farlo abortire sul nascere, nel nome della pubblica sicurezza. Chi può stabilire a priori che una pacifica manifestazione possa arrecare pericolo alla pubblica sicurezza? O che possa intralciare la libera circolazione dei cittadini? Questo è un terreno pericoloso, un argomento che, qualunque prefetto e qualunque questore, in nome della prevenzione può utilizzare da oggi in poi. Cosa dobbiamo immolare ancora nel nome delle poltrone e del potere?

  4. Come è già successo altre volte con il signor Bella non riesco a farmi comprendere. Non ho mai chiesto alcun intervento delle forze dell’Ordine laddove esistevano punti di sensibilizzazione che nel rispetto delle regole della convivenza civile manifestavano. Spero questo sia chiaro una volta per tutte. Relativamente alla partecipazione al fermo mi limito a dati oggettivi non miei. Agenzie di stampa, catene dei grandi magazzini, dati su percorrenze autostradali, etc. Per il resto concordo sin d’ora con Bella qualora dovesse decidere di non partecipare a un eventuale fermo proclamato da noi. Evidentemente non riesco a fargli comprendere che le decisioni, che io porto avanti, sono prese dai nostri organismi composti da operatori che hanno la dignità almeno quanto il signor Bella.

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