Benzinaio addio, con l’auto al torio si fa il pieno una volta ogni 100 anni

“Buongiorno, mi fa il pieno? Grazie, non penso che ci rivedremo, ma i miei figli conosceranno i suoi se faranno il suo lavoro…”. Non è il discorso di un condannato a morte, ma di un possibile acquirente di un’auto al torio. Secondo una società del Connecticut, la Laser Power Systems, il metallo radioattivo potrebbe alimentare una vettura in grado di fermarsi una sola volta alla stazione di servizio ogni 100 anni. La Laser Power Systems ha iniziato a lavorare su un motore a torio prodotto in serie. Le prime ricerche su questo metallo dal simbolo chimico Th risalgono addirittura agli Anni Sessanta. 

Charles Stevens, ceo di Laser Power Systems, ha sottolineato come un grammo di torio disponga della stessa energia di 28mila litri di benzina. In passato la ricerca aveva privilegiato l’uranio invece del torio per lo sviluppo dei reattori nucleari per via della loro abbondante produzione di plutonio. Cina e India stanno cercando di rilanciare questa tecnologia e lo stesso sta facendo la Norvegia. Il primo progetto di un’auto a torio, come scrive il “Corriere della Sera” risale al 2009 quando Loren Kulesus sviluppò la World Thorium Fuel Concept Car presentata da Cadillac al Salone di Chicago. Il torio fu scoperto nel 1828 dal chimico svedese Jöns Jakob Berzelius, che lo battezzò così in onore di Thor, il dio norreno del tuono. Il torio metallico non aveva praticamente nessun uso pratico prima dell’invenzione della reticella per lanterne nel 1885. Il nome Ionio fu usato per un isotopo del torio nei primi studi sulla radioattività.

Una risposta a “Benzinaio addio, con l’auto al torio si fa il pieno una volta ogni 100 anni

  1. Si ma quanti litri di benzina si comprerebbero con il controvalore di un grammo di torio, contabilizzandone anche la gestione della scoria?
    Che tipo di scoria produrrebbe un veicolo e come dovrebbe essere gestita?
    Le soluzioni alternative ai derivati del petrolio sono numerose, ma hanno anche delle controindicazioni. Ricordiamoci di quanto è successo e sta succedendo a Quirra…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *