Buche nelle strade, le amministrazioni sono responsabili. Lo dice la Cassazione

La Cassazione cambia le carte in materia di buche stradale. La sentenza è relativa a una donna di Napoli che è inciampata e si è fratturata una gamba a causa di un dislivello in una via della città. La Suprema Corte ha detto che l’articolo 2.051del Codice Civile va interpretato in maniera più restrittiva. Si parla del “custode” e delle “cose che ha in custodia”. Per anni, dopo una sentenza del 1999 della Consulta, si era deciso, relativamente agli incidenti, che, in caso di lunga estensione della rete stradale e di marciapiedi, gli enti non potessero garantire una custodia effettiva di tutta la rete. E così in molte occasioni gli enti stessi sono stati assolti. Ora c’è stato un cambiamento dell’interpretazione. 

La Cassazione dice che i gestori di una strada devono sempre avere la massima attenzione rispetto alle condizioni di sicurezza e non possono rispondere che, in caso ci sia un problema, l’estensione è troppo lunga e quindi è impossibile avere una costante vigilanza. Un’interpretazione che potrebbe portare a un numero maggiore di sentenze sfavorevoli in caso di incidenti. Anche se i cittadini devono tener conto di un’altra indicazione, ossia che il danneggiato dovrà sempre e comunque dimostrare di avere avuto la massima attenzione. Una determinazione che fa discutere e pone temi di riflessione agli amministratori.

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