Può il Governo chiedere ai trasportatori di perdere 2000 euro per ogni automezzo?

Può, in un momento di crisi economica pesantissima, il Governo italiano chiedere a un’impresa di autotrasporto di perdere duemila euro l’anno per ogni suo mezzo? La risposta evidentemente è no, perché questo, nella situazione in cui si trovano praticamente tutte le imprese italiane, significherebbe per molte di loro la chiusura dell’attività. Eppure perdere duemila euro per ogni mezzo è quello che il Governo ha proposto di fare, con un disegno di legge sulla stabilità in cui si prevede di  ridurre il recupero  dell’accisa sul gasolio. Una manovra folle, di fronte alla quale Conftrasporto, in linea con le decisioni assunte da tutte le federazioni responsabili del settore, non ha potuto che ribadire il fermo nazionale dell’autotrasporto come scelta inevitabile qualora il Governo non facesse dietrofront, evitando così un danno non  solo per l’autotrasporto ma per i sistemi produttivi e i cittadini. La consapevolezza che il tutto è per ora solo un’ipotesi (e quindi non in vigore) e l’augurio che il ministro ai Trasporti Maurizio Lupi possa trasformare in fatti le parole che ha messo nero su bianco (“intendo adoperarmi perché la norma prevista venga corretta in sede parlamentare” ), unitamente agli impegni assunti dal sottosegretario Rocco Girlanda (firmatario di una lettera formale in cui si propone di inserire in un decreto legge i principali temi condivisi  con le federazioni di categoria) hanno spinto le federazioni a rinviare un’immediata attuazione della protesta. E questa rappresenta una dimostrazione di grande responsabilità da parte di un settore, l’autotrasporto, che comprende perfettamente come un fermo nazionale possa avere oggi conseguenze insopportabili per l’intera economia. Peccato che la stessa responsabilità (ma soprattutto una capacità di analisi adeguata) non appartenga alla nostra classe politica. Totalmente incapace di comprendere che in questo momento, in cui sembra innescarsi una prima fase di ripresa (come risulta da una attenta verifica effettuata proprio sulle imprese di autotrasporto e sul fatturato dei pedaggi autostradali) incrementare i costi del trasporto delle merci prodotte in Italia e destinate ai mercati europei sarebbe un errore imperdonabile.

Paolo Uggé 

12 risposte a “Può il Governo chiedere ai trasportatori di perdere 2000 euro per ogni automezzo?

  1. Se parliamo di un Governo di ladri può, se parliamo di un Governo serio prima taglierebbe le auto blu, gli stipendi da nababbi, i portaborse, le porcherie fatte con le banche, le centinaia di enti pubblici inutili, a cominciare dalle Province, i soldi per gli affitti di mega sedi dei partiti, delle Regioni… Ma questo accadrebbe in un Paese normale non in un Paese di cui possiamo solo vergognarci come il nostro!

  2. Ladri, farabutti, delinquenti. La gente non riesce più a fare la spesa a fine mese, a pagare le rette dell’asilo dei figli, deve stare attenta a comprare un paio di scarpe, di pantaloni o un maglioncino in più e voi cosa sapete fare: Tassare, tassare tassare. Ovvero rubare, per poi buttarli al cesso come fate da 50 anni!!!!

  3. È assurdo chiedere un ulteriore sacrificio alle aziende di autotrasporto, per di più sul recupero delle accise. Le imprese del Sud Italia versano in una condizione molto precaria, la tassazione ha raggiunto livelli insopportabili, il costo del lavoro è ormai alle stelle. Il recupero delle accise, portato in compensazione, mitiga la pressione fiscale che sta costringendo i nostri imprenditori a vendere i propri beni per far fronte alle innumerevoli tasse da pagare.

  4. No, non può. E se lo facesse noi potremo, anzi dovremo, paralizzare l’Italia con uno scioperto dei trasporti di almeno due settimane!!!

  5. Secondo me ci vorrebbe un’accise europea che livelli i costi sproporzionatamente diversi che ci sono nei vari Stati in modo da eliminare, almeno sul carburante, il peso dell’ingordigia del nostro Stato. Poi rimane la questione del lavoro delle persone assunte all’est.

  6. Perché il Governo non taglia 2000 euro l’anno a ogni suo rappresentante tanto per cominciare invece di tartassare ancora l’autotrasporto?

  7. Camionisti. rialziamo la testa prima che sia troppo tardi. Questi signori che poggiano le loro chiappe nei palazzi romani hanno bisogno di una dimostrazione di quelle che si ricordano per anni……

  8. NON SE NE PUO’ PIU, IN QUESTI ULTIMI ANNI ABBIAMO PERSO TUTTO CIO’ CHE AVEVAMO RISPARMIATO CON SACRIFICI. PER COSA POI??? PER VEDERE OGNI GIORNO TUTTO QUEL CHE HANNO E STANNO CONTINUANDO A RUBARE I COSIDDETTI POLITICI CHE MANDIAMO IN REGIONE, ALLE PROVINCIE E SOPRATUTTO AL GOVERNO… SCIOPERO A OLTRANZA ECCO COSA SI DEVE FARE….

  9. Come scrive la collega Maria, da almeno 5 anni che finanziamo le nostre imprese con moneta guadagnata negli anni precedenti. A questo punto abbiamo finito tutti i nostri sudati risparmi, sig. Letta provi a tagliare i buoni pasto ai suoi galoppini, risani il bilancio con la multa prima fatta poi revocata ai giochi d’azzardo!!!!
    Noi abbiamo le P….lle piene e i portafogli vuoti, penso che sia proprio ora di una manifestazione civile ma molto chiara a tutti.

  10. Come altri colleghi che hanno dato un elenco già significativo, aggiungo e i soldi ai partiti? Visto che ce ne sono troppi li sperperano. Le pensioni d’oro? Oltre un certo tetto bisogna tagliare le cosiddette buonuscite ai top manager milionarie? Inoltre le altre multe inferte alle banche e alle assicurazioni, avete sentito qualcosa in riguardo? Poi ancora e chiudo, gli stipendi con le agevolazioni e il numero dei parlamentari? Dove sono finite le promesse fatte in campagna elettorale? E ancora, deputati e senatori e altri delle regioni, perché devono avere subito il “vitalizio” (la famosa pensione) e anche di forte entità appena finiscono il mandato? E noi poveri cristiani, di nome e di fatto, dopo avere lavorato per 45 anni. Forse avremo una pensione, se l’avremo che non arriva a 1.000,00 euro!!! Farei una proposta a Letta, Ministri e parlamentari tutti, in percentuale ai loro stipendi compreso le indennità e varie, si sottraggono all’anno i duemila euro, allora lo faremmo anche noi! Pertanto cari colleghi smettiamo di mettere la testa sotto la sabbia e di parlare soltanto, per noi e i nostri cari, dobbiamo scendere in piazza e far valere le nostre ragioni.
    Saluto a tutti.
    Antonio Orefice

  11. Mi auguro che le associazioni non facciano ancora uno scambio di poltrone e poi vengano a dire che non potevano far meglio, perché dopo di noi muoiono anche loro perché tutto finisce.

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