Tagliando il recupero delle accise, il governo taglia migliaia di posti di lavoro

Il taglio del recupero delle accise sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso. Con le imprese di autotrasporto, già con l’acqua alla gola, che subirebbero ulteriori e pesantissime ripercussioni. Fai Brescia, con un comunicato inviato a Stradafacendo, esprime tutta la sua preoccupazione per i recenti sviluppi legati alla legge di stabilità. “Un eventuale taglio dei recuperi delle accise”, scrive Fai Brescia, “aumenterebbe la possibilità di fallimento delle imprese di trasporto site in ogni angolo del Paese, a cui potrebbe seguire la perdita di moltissimi posti di lavoro”. Ecco il comunicato integrale di Fai Brescia.

“La Fai di Brescia nelle persone del presidente Petrogalli e di tutto lo staff, si dichiara a sostegno del presidente nazionale Paolo Uggé, il quale ha lanciato un ultimatum al Governo in merito al taglio del recupero delle accise accennato in questi giorni, perché sarebbe la goccia che farebbe traboccare il vaso. Vorremmo ricordare che anche le imprese bresciane e di tutto il nord Italia subirebbero pesanti ripercussioni nel caso il recupero delle accise venisse ridotto. In questo particolare momento storico tutti gli autotrasportatori si trovano con l’acqua alla gola, senza differenza tra imprese del nord, del centro e del sud, le quali sono tutte ugualmente soggette alle leggi di carattere nazionale inerente il mondo del trasporto, come per esempio i contributi statali su autostrade e carburanti, e tutte le altre agevolazioni concesse dallo Stato o messe a disposizione tramite Fai Service, le autostrade percorse sono le stesse, sia da sud a nord che da nord a sud, non vi è traccia, nemmeno di erogazioni regionali o provinciali. Purtroppo è il caso di sottolineare che in termini di legalità è stato appurato che anche al nord sono presenti associazioni a delinquere di stampo mafioso e i costi minimi purtroppo non sono rispettati né al nord né al sud. Non riteniamo esatta la definizione che “i problemi più grossi li subiscono gli autotrasportatori di Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria che per operare utilizzano per lo più le autostrade del mare e/o treni, e per il trasporto intermodale non esistono contributi o agevolazioni”, in quanto i contributi per il trasporto intermodale, ovvero di eco- e i ferrobonus, sono a disposizione di tutte le imprese italiane, anche se esistono alcune difficoltà nel sistema di erogazione degli stessi e di recente sono stati sbloccati i contributi riferiti all’anno 2010 (Fonte: G.U.C.E. – Pubblicazione 8 ottobre 2013 n.265). Ci permettiamo di evidenziare che per quanto riguarda il passaggio attraverso i valichi alpini, percorsi per lo più da imprese del nord, non è previsto alcun tipo bonus e nessuna forma di rimborso! È il caso, invece, di dire che un eventuale taglio dei recuperi delle accise aumenterebbe la possibilità di fallimento delle imprese di trasporto site in ogni angolo del Paese, a cui potrebbe seguire la perdita di moltissimi posti di lavoro. Eventuali erogazioni di sussidi di disoccupazione e mobilità, ricadrebbero sulle casse statali, vanificando buona parte del recupero dei soldi sulle accise.
A questo titolo vorremmo ripetere l’urlo del vicepresidente nazionale Giovanni Agrillo che grida al fine che il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Lupi e il sottosegretario Girlanda riflettano sulla situazione già difficile che sta vivendo il mondo dell’autotrasporto, situazione che con queste novità rischia di diventare seriamente insostenibile”.

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