Gli aiuti economici per il trasporto merci corrono più su rotaia che su strada

Il 22 ottobre riprenderà il confronto fra i rappresentanti del Governo e dell’autotrasporto, fino a oggi incapaci di trovare  una strada condivisa per risolvere diversi problemi: dai costi minimi per la sicurezza del trasporto merci  ai controlli, fino alla riorganizzazione dell’Albo, e ultimo, ma non ultimo, le risorse da destinare al settore. Tema, quest’ultimo, sul quale ci sono state  dure prese di posizione che hanno definito superflui gli aiuti economici, nonostante il gravissimo stato di difficoltà in cui si trova il settore. Dunque non solo da un lato si contrasta il riconoscimento dei costi minimi della sicurezza, ma dall’altro si vuole impedire possibili interventi a favore di una realtà fondamentale per l’economia del Paese. E questo non è accettabile. Soprattutto alla luce dei dati, diffusi dal Cipe, secondo i quali nel 2011 per il cosiddetto “servizio universale merci” sarebbero stati assegnati a Trenitalia cargo 128 milioni di euro a fronte di un traffico complessivo realizzato di 13 miliardi di tonnellate per chilometro di merci su rotaia. Ovvero poco meno di 10 milioni di euro per tonnellata/chilometro sviluppata. Applicando il medesimo principio all’autotrasporto su gomma, alle imprese, che sempre nel 2011 hanno sviluppato 115 miliardi di tonnellate/chilometro di traffico interno,  si dovrebbe riconoscere un contributo di circa un miliardo e 150 milioni di euro. Il triplo della cifra che l’autotrasporto si attende. Nessuno disconosce che si debba privilegiare una politica che sviluppi l’intermodalità rispetto al trasporto merci “tutto strada”, ma questo non deve impedire di dimenticare che il trasporto su gomma è, e resterà per decenni, indispensabile, e non deve impedire soprattutto di puntare su interventi selettivi e solo per le imprese virtuose. Soluzioni che Conftrasporto da tempo richiede. Chi delocalizza il personale, chi non è in regola con gli adempimenti fiscali e contributivi deve essere escluso dagli interventi pubblici. Inoltre, perché non privilegiare il trasporto combinato con criteri innovativi e legati alle distanze? Possibili soluzioni per problemi che dal 22 ottobre  tornano al centro di un incontro. Se si trasformerà in uno scontro non sarà per colpa di una categoria che ha concesso tutto il tempo necessario al Governo per presentare ipotesi di soluzioni credibili.

Paolo Uggé 

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