Torino indica la strada per migliorare il trasporto delle merci nelle città

Anche in tempi, come questi, di molte parole e pochi fatti, ci sono progetti che  possono diventare realtà.  Accade per il Patto per la mobilità urbana, idea  che risale all’aprile 2006, con l’approvazione del Piano per la logistica da parte del Cipe, rimasta a lungo in un cassetto senza che nessuna iniziativa dei governi ne favorisse l’applicazione, rilanciata da un’intesa tra il ministero dei Trasporti e l’associazione dei Comuni nel 2012 e oggi finalmente diventata realtà. La scorsa settimana il Comune di Torino, la Camera di commercio e le associazioni di categoria hanno infatti sottoscritto il “Patto per la logistica e per la razionalizzazione della distribuzione delle merci” aderendo all’accordo di programma  stipulato tra ministero e alcuni Comuni. Qualcosa si è finalmente mosso in uno scenario in cui, con il 70 per cento del Pil europeo che si realizza in prossimità delle aree urbane e con le previsioni che indicano una forte accelerazione nei prossimi 20 anni, restare fermi sarebbe pazzia. Il protocollo raggiunto, che ci auguriamo possa avere un impatto rilevante sulle politiche della mobilità urbana e dell’ambiente (e dunque sulla vita dei cittadini) mira a realizzare le condizioni per una sostenibilità economica, ambientale e sociale attraverso la  razionalizzazione della distribuzione delle merci. Il che significa un progressivo processo di accreditamento dei veicoli, di piattaforme logistiche e di premialità, la riorganizzazione dell’orario del carico e scarico, l’introduzioni di misure premiali per i veicoli accreditati rispondenti ai requisiti minimi richiesti, con l’obiettivo di favorire la progressiva sostituzione dei veicoli maggiormente inquinanti con nuovi mezzi che riceveranno un contrassegno e potranno godere di una finestra oraria più ampia, dell’utilizzo di aree specifiche di carico e scarico, di corsie di transito riservate. Ora il passo successivo sarà quello di trasferire il protocollo in un Patto nazionale che definisca le linee generali, lasciando definire le peculiarità di ogni territorio agli interessati. Con la speranza che questo cancelli definitivamente i troppi interventi demagogici e i divieti inutili.

Paolo Uggé 

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